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Fonti

Antologia di fonti sulla corte di Bisanzio

a cura di Giorgio Ravegnani

© 2000-2005 – Giorgio Ravegnani per “Reti Medievali”


PARTE II: LE FONTI

2. La proclamazione di Anastasio I

Anastasio I preparò la strada all'età di Giustiniano con un'ampia attività di rafforzamento dell'impero dopo la crisi in cui si trovò per buona parte del quinto secolo. In assenza di eredi di Zenone, il nuovo sovrano fu scelto dal collegio elettorale, anche se la sua nomina fu certamente favorita dalla vedova imperiale Ariadne, che in seguito lo avrebbe sposato. Prima di salire al trono, Anastasio I era stato un abile funzionario di stato e, anche in seguito, ebbe cura di assicurare nel modo migliore il funzionamento della macchina amministrativa. L'elezione di Anastasio I è un esempio della procedura seguita se si interrompeva la successione dinastica, come appunto avvenne dopo la morte di Zenone. La scelta di un sovrano era comunque favorita da gruppi di potere, che in questo caso paiono far capo all'augusta Ariadne, alla quale fu rimessa la decisione a causa del disaccordo fra gli elettori. È inoltre un esempio interessante di come le vedove imperiali potevano esercitare la loro influenza per legittimare un sovrano, malgrado il ruolo del tutto secondario che a Bisanzio spettava alle imperatrici nella vita pubblica. La cerimonia di inaugurazione ebbe luogo all'ippodromo di Costantinopoli l'11 aprile del 491. La relativa narrazione si deve a Pietro Patrizio, ministro di Giustiniano I e scrittore di temi politici, che utilizzò verosimilmente un processo verbale.


Anastasio di pia sorte fu proclamato in questo modo all'ippodromo. La notte seguente la morte di Zenone di divina sorte, i dignitari, i senatori e il vescovo si riunirono nel portico dinanzi al grande triklinos [1], il popolo nell'ippodromo nei posti a questo destinati e i soldati ugualmente all'ippodromo nello stama [2]. Quando si furono riuniti gridarono tutti a gran voce mentre la salma (di Zenone) era ancora esposta. I dignitari convennero perciò che l'augusta Ariadne di divina sorte dovesse recarsi all'ippodromo e parlare al popolo. Ed essa vi andò vestita con la clamide e accompagnata dai due prepositi, dal magister, dal kastrésios [3], dal questore e da tutti gli altri che sono soliti seguire l'imperatore quando si reca ad assistere agli spettacoli dell'ippodromo. Andarono con lei all'ippodromo anche alcuni cubiculari della sua casa e anche l'arcivescovo di Costantinopoli Eufemio [4]. Gli altri dignitari stettero dinanzi a lei al cancello e sui gradini secondo l'etichetta, i civili a destra e i militari a sinistra.

Quando l'augusta si mostrò in piedi al popolo, tutti gridarono: «Ariadne augusta, vinci! o Signore santo, concedile lunga vita!» [5] e spesso ripetevano: «Kyrie eleison, molti anni all'augusta! da' un sovrano ortodosso all'impero!». L'augusta rispose loro tramite i libellenses [6] che stavano sugli stessi gradini. Il libellensis disposto sui gradini all'altezza del cancello, dinanzi al trono, dove sono soliti stare i cursores [7], così parlò:

«La vostra generosità ha mostrato anche in questa circostanza un comportamento conforme alla fedeltà all'impero e ha rafforzato il buon ordine manifestando gli onori dovuti alla maestà imperiale…».

Tutti gridarono: «Noi siamo servi dell'augusta. O Signore santo, concedi a lei vita! Molti anni all'augusta Ariadne! Ariadne augusta, vinci! Un imperatore romano al mondo!».

Risposta: «Prevenendo le vostre richieste abbiamo ordinato agli illustri dignitari e al sacro senato di eleggere con il concorso dei valorosissimi soldati un uomo cristiano, di stirpe romana, dotato di ogni virtù propria di un sovrano, in modo che non sia avido di ricchezze o soggetto ad alcuna altra umana passione per quanto ciò è possibile tra i viventi…».

Tutti gridarono: «Molti anni all'augusta! Ariadne augusta, vinci! Molti anni all'imperatrice amante del Cristo! Kyrie eleison. O imperatore celeste, da' a noi un imperatore terrestre non avido di denaro che regga il mondo!».

Risposta: «Affinché poi l'elezione sia regolare e gradita a Dio abbiamo ordinato agli illustrissimi dignitari e al sacro senato, ai quali si deve unire anche il voto dei fortissimi eserciti, di fare la scelta dinanzi ai santi Vangeli alla presenza del santissimo e venerabilissimo patriarca di questa città imperiale e alla presenza, per così dire, dei santi scrittori in modo che nessuno scelga in base all'amicizia o all'odio o con qualche scopo o in base alla parentela o con qualche altro interesse privato, ma con l'animo puro e rivolto soltanto al Signore Iddio. Poiché dunque, come vede anche la vostra devozione, la cosa è importante e si tratta della salvezza dell'intero mondo, conviene che la vostra devozione attenda ancora un po' così che vengano compiute in modo conveniente le esequie di Zenone di divina sorte e non ci si debba poi pentire di un'elezione affrettata».

Tutti gridarono: «Una bella festa al mondo, ordine e prosperità alla città! Molti anni all'augusta! Rimuovi quel prefetto cittadino che è un ladro. Molti anni all'imperatrice! O Signore, dalle vita! Ogni bene sarà sotto di te, o Romana, se nessuno straniero aumenterà il numero dei Romani. L'impero è tuo, Ariadne augusta, vinci!».

Risposta: «Rendiamo grazie al Signore Iddio poiché prima delle vostre richieste induce nella nostra mente e fa sì che sia compiuto quanto è utile e desiderato da voi. E infatti prima di venire qui, rendendoci conto che alla vostra devozione necessitava un uomo prudente e sollecito del vostro benessere, abbiamo promosso con l'aiuto di Dio l'illustrissimo Giuliano alla carica di prefetto prevenendo e anticipando le vostre richieste».

Tutti gridarorono: «Questa è una buona magistratura. Molti anni all'augusta, molti anni ai magistrati!».

Risposta: «È dunque proprio della vostra devozione mantenervi disciplinati anche in questa circostanza come sempre vi siete mantenuti. Al vostro benessere e a tutto ciò che vi è utile dapprima il Signore Iddio, poi noi abbiamo pensato in modo adeguato e immediatamente, deliberando con gli illustri dignitari e il sacro senato, cui si aggiunge anche il consenso dei valorosissimi eserciti, sceglieremo per l'impero un uomo ortodosso e puro. Sia assente l'invidia da questa bellissima deliberazione e dall'impero».

Terminata questa allocuzione l'augusta e i dignitari del suo seguito se ne andarono. L'augusta si recò all' Augusteo [8] mentre i dignitari si sedettero su sgabelli posti dinanzi al Delphax [9] e cominciarono a deliberare sulla scelta. Ma essi si trovarono in forte contesa. Il preposito Urbicio suggerì loro in modo più opportuno: «Fareste bene concedendo all'augusta la piena facoltà di scegliere chi vuole». Il senato pregò pertanto il vescovo di recarsi da lei e di pregarla di scegliere chi volesse. Essa scelse il silenziario [10] Anastasio. I dignitari, quando lo seppero, ne furono lieti e subito incaricarono il magister di inviare a casa di Anastasio alcuni conti dei protettori e dei domestici [11]. Essi lo condussero a Palazzo e qui si trattenne nel Concistoro [12]. Nel frattempo si svolsero le esequie di Zenone di divina sorte. Nel corso dello stesso giorno gli addetti alla veste imperiale, i pittori e i monetari fecero quanto previsto dalla consuetudine, come si è detto, e a sera vennero inviate le convocazioni per un silenzio e convento [13].

Il giorno seguente arrivarono tutti con indosso i mantelli bianchi e vennero ricevuti in Concistoro. Qui, non all' Arma, ricevettero il saluto. Venne anche l'arcivescovo passando, come di consueto, attraverso le terme e, dopo che tutti si furono riuniti secondo l'uso, Anastasio si recò nel portico davanti al grande Triklinos [14] e si fermò in mezzo a questo. Tutti i dignitari e i senatori si recarono da lui e gli chiesero che giurasse di non recare danno a nessuno di coloro con cui avesse rapporti e di governare l'impero con animo retto. Quando ebbe fatto il giuramento, si recò all'ippodromo ed entrò nella sala in cui i senatori rendono omaggio al sovrano in occasione dei giochi equestri. Qui indossò la tunica divitision a banda d'oro, la cintura, le brache e i calzari imperiali e andò nel Kathisma senza le insegne [15]. I soldati stavano di fronte, nello stama, con le aste e le insegne piegate verso terra. Il popolo stava sui gradini e acclamava. Fu quindi sollevato in piedi sullo scudo [16] e un campiductor dei Lanciarii, salitovi, gli pose in capo il proprio maniakis [17]. A questo punto le insegne vennero sollevate e i soldati assieme al popolo lo acclamarono. Dopo di ciò scese dallo scudo e rientrò nella sala dove vestì le insegne imperiali. Qui il vescovo recitò una preghiera e fu pronunciato il Kyrie eleison. Il vescovo lo rivestì quindi della clamide e della corona gemmata. E di nuovo tornò sul Kathisma e salutò il popolo. Tutti gridarono: «Auguste! sevasté !» [18]. Egli parlò ai soldati e al popolo. Gli fu consegnato infatti il libellaris ed egli lo diede al libellesios [19] e questi, stando in piedi sul Tribunale, parlò loro e promise di dare a ognuno come augustiatika [20] cinque monete d'oro e una libbra d'argento.

L'allocuzione fu la seguente:

- L'imperatore cesare augusto: «È chiaro che la potenza umana dipende dal cenno della gloria suprema».

- Grida di tutti: «Abbondanza di beni al mondo! Come hai vissuto, così regna! Governanti onesti al mondo!» e altre cose del genere.

- L'imperatore cesare augusto: «Poiché la serenissima augusta Ariadne per sua decisione, l'elezione del gloriosissimo senato e degli illustrissimi dignitari, il consenso dei potenti eserciti e del devoto popolo, previa la clemenza della santa Trinità, hanno scelto me per reggere l'impero dei Romani, sebbene non volessi ed esitassi…».

- Grida di tutti: «Kyrie eleison. Figlio di Dio, abbi pietà di lui! Anastasio augusto, vinci! Dio conserverà un pio imperatore. Dio ti ha dato, Dio ti conserverà» e altre cose del gene re.

L'imperatore cesare augusto: «non ignoro quale peso mi è stato dato per la salvezza comune di tutti…».

- Grida di tutti: «Degno dell'impero, degno della Trinità, degno della città! Allontana i delatori! » e altre cose del genere.

L'imperatore cesare augusto: «ma supplico Dio onnipotente che mi conosciate dalle azioni quale avete sperato che fossi in questa comune elezione».

- Grida di tutti: «Colui nel quale hai fede ti salverà. Come hai vissuto, così regna! Hai vissuto piamente, piamente regna! Ariadne, vinci! Molti anni all'augusta! Solleva gli eserciti, abbi pietà dei tuoi servi! Come ha regnato Marciano, così regna!» e molte altre cose del genere.

- L'imperatore cesare augusto: «Per celebrare il nostro felice impero darò a ognuno di voi cinque monete d'oro e una libbra d'argento».

- Grida di tutti: «Dio custodirà l'imperatore cristiano. Questi sono i voti comuni, queste le preghiere del mondo, O Signore, conserva il pio! O santo Signore, solleva il tuo mondo! Vinca la fortuna dei Romani! Anastasio Augusto, vinci! Ariadne augusta, vinci! Dio vi ha dato, Dio vi conserverà».

- L'imperatore augusto: «Dio sia con voi!».

Dopo aver parlato loro se ne andò in processione alla chiesa [21]. Entrò attraverso il nartece lasciando dapprima la corona nel mutatorio [22]. Il preposito la prese e gliela diede ed egli la depositò sull'altare. Il sovrano offrì i doni ed entrò nel mutatorio, prese la corona e se la mise in capo. Tornato indietro, promosse solennemente il prefetto, diede congedo all'assemblea e trattenne a convito i dignitari.

Pietro Patrizio, Sulla scienza politica, 92.
(in Constantini Porphyrogeniti de cerimoniis aulae byzantinae, I, a cura di I. I. Reiske, Bonn 1829).

[1] Il triklinos dei XIX letti, un edificio del complesso del Gran Palazzo di Costantinopoli, così detto per la presenza di diciannove mense attorno alle quali prendevano posto gli invitati ai banchetti imperiali.

[2] Una piattaforma esistente nell'ippodromo, in cui si schieravano i soldati.

[3] Il kastresios era un dignitario eunuco.

[4] Eufemio, patriarca di Costantinopoli dal 489 al 495.

[5] Auguri di vittoria e di lunga vita sono tipici delle acclamazione rivolte agli imperatori.

[6] I libellenses erano impiegati alle dipendente del magister officiorum che si occupavano essenzialmente delle petizioni giudiziarie. In questo caso fungono da portavoce della sovrana.

[7] I cursores dovevano essere messaggeri imperiali.

[8] All'interno del Gran Palazzo.

[9] Un altro edificio del complesso palatino.

[10] I silenziari erano impiegati palatini addetti al Concistoro.

[11] Protettori e domestici erano reparti della guardia imperiali e i conti (comites) i loro ufficiali.

[12] Il Concistoro, un edificio del Gran Palazzo.

[13] Silentium cum conventu: una riunione congiunta di concistoro e senato, i due consigli dell'imperatore.

[14] Il Triklinos dei XIX letti.

[15] Il Kathisma era la tribuna, in comunicazione con il Gran Palazzo, dalla quale il sovrano assisteva agli spettacoli dell'ippodromo.

[16] La sollevazione sullo scudo, rituale di origine germanica, era in questo periodo un atto essenziale della proclamazione di un nuovo imperatore.

[17] Il campiductor, un sottufficiale istruttore, in questo caso del reparto dei Lanciarii. Questi pone in capo ad Anastasio una decorazione in forma di collana (il maniakis), simboleggiando una delega di potere da parte dell'esercito. Si tratta ugualmente di un atto essenziale della cerimonia di intronizzazione del quinto-sesto secolo.

[18] Sevasté è l'equivalente greco di auguste.

[19] Il libellensis, al quale è formalmente consegnata una supplica per la richiesta di donativi.

[20] Come donativo.

[21] S. Sofia.

[22] Dove i sovrani si cambiavano d'abito.

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UpUltimo aggiornamento: 25/04/2005