Logo di Reti Medievali 

Didattica

spaceleftMappaCalendarioDidatticaE-BookMemoriaOpen ArchiveRepertorioRivistaspaceright

Didattica > Fonti > Antologia di fonti sulla corte di Bisanzio > Fonti, 8

Fonti

Antologia di fonti sulla corte di Bisanzio

a cura di Giorgio Ravegnani

© 2000-2005 – Giorgio Ravegnani per “Reti Medievali”


PARTE II: LE FONTI

8. La ricostruzione del Gran Palazzo

L'attività edilizia è un altro aspetto caratteristico dell'epoca giustinianea. L'imperatore dispose infatti un programma di costruzioni in tutto l'impero, volto in particolare al consolidamento della difesa territoriale, con l'edificazione o il restauro di città fortificate e castelli, ma che non trascurò l'edilizia civile e religiosa. Si devono a lui numerose chiese di Costantinopoli, fra cui in particolare S. Sofia, che venne integralmente ricostruita dopo l'incendio che seguì alla rivolta di Nika. Un intervento si ebbe anche al Gran Palazzo, ugualmente danneggiato dalle fiamme, con l'edificazione di un nuovo vestibolo, ornato di marmi e di mosaici che celebravano i trionfi dell'imperatore. La testimonianza letteraria di quest'opera oggi scomparsa, pur nello stile celebrativo, richiama alla mente per una ricostruzione ideale i famosi mosaici ravennati.


Non molto lontano da questa piazza [1] si trova la dimora imperiale. Il Palazzo è pressoché interamente nuovo e, come già ho detto, è stato costruito dall'imperatore Giustiniano. È impossibile descriverlo a parole, ma sarà sufficiente che i posteri sappiano che è tutto opera dell'imperatore. Come si suol dire: «conosciamo il leone dagli artigli», così anche chi leggerà il mio scritto conoscerà l'imponenza di questo palazzo dal vestibolo. Tale vestibolo ha nome Chalké [2]. Si hanno quattro muri diritti, alti fino al cielo, che formano un quadrato; sono uguali in tutto fuorché nella lunghezza dei lati nord e sud, che sono leggermente più corti. Intorno a ogni angolo sporge una costruzione di pietre disposte con molta cura che si innalza insieme al muro dal pavimento fino alla cima, di forma quadrata , ma connessa al muro con un lato. Non turba la bellezza del posto, ma al contrario conferisce a questo un po' più di bellezza a causa dell'armonia che deriva dalla forma simile. Su questi poggiano otto archi: quattro sostengono la copertura centrale dell'edificio che si protende in alto a forma di cupola ; gli altri, di cui due si trovano nel lato sud e due in quello nord e si appoggiano sul muro vicino, reggono la copertura intermedia curvata a forma di volta. Tutto il soffitto è decorato con figure realizzate non con la cera fusa e colata sulla superficie bensì adattando pietruzze sottili e ornate con colori di ogni genere. La decorazione, fra l'altro, mostra anche figure umane. Ne descriverò il contenuto. Su entrambi i lati si vedono scene di guerra e di battaglia e la conquista di numerosissime città sia in Italia che in Africa. L'imperatore Giustiniano vince per mano del suo generale Belisario e il generale avanza verso l'imperatore, conducendo tutto l'esercito intatto e gli offre come preda re, regni e tutto quanto è considerato straordinario fra gli uomini. Nel mezzo si trovano il sovrano e l'imperatrice Teodora, entrambi con aspetto soddisfatto e in atto di celebrare il trionfo sul re dei Vandali e dei Goti che vengono verso di loro come supplici e prigionieri. Intorno a loro i senatori romani, tutti in festa. Questo infatti mostrano le pietruzze che leggiadramente fioriscono sui loro volti. Esse esultano e sorridono rendendo all'imperatore onori simili a quelli divini per lo splendore delle sue gesta. L'interno, fino alle pietruzze in alto, è completamente rivestito con marmi magnifici, non soltanto le pareti ma anche tutto il pavimento congiunto a queste. Alcune lastre del marmo ivi esistente assomigliano allo smeraldo della pietra di Sparta, altre ricordano la fiamma del fuoco; la maggior parte però sono di colore bianco, non uniforme ma ondeggiante con venature centrali cerulee.

Procopio, Sugli edifici, I, 10.
(in Procopii Caes., Opera Omnia, IV, a cura di J. Haury e P. Wirth, Lipsia 1964).

[1] L'Augusteon, una grande piazza cinta da portici, davanti all'ingresso principale del Gran Palazzo.

[2] «Chalké» è parola greca che significa «bronzo». L'edificio, che formava il vestibolo del Gran Palazzo, era così detto o per le tegole di bronzo dorato o, anche, per il cancello di bronzo che ne chiudeva l'accesso.

© 2000
Reti Medievali
UpUltimo aggiornamento: 25/04/2005