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Fonti

Antologia di cronache italiane altomedievali

a cura di Luigi Andrea Berto

© 2000 – Andrea Berto per "Reti Medievali"


Erchemperto, Historia Langobardorum Beneventanorum

Autore: Erchemperto

Titolo dell'opera: Historia Langobardorum Beneventanorum, a cura di G. Waitz, in Monumenta Germaniae Historica, Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum saec. VI-IX, Hannover, 1878, pp. 231-264 [Nei Digital Monumenta Germaniae Historica: http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000858_00243.html?sortIndex=010:030:0001:010:00:00].

Bibliografia: G. Falco, Erchemperto, in Id., Albori d'Europa, Roma, 1947, pp. 264-292. H. Taviani-Carozzi, La principauté lombarde de Salerne (IXe-XIe). Pouvoir et societé en Italie lombarde méridionale, Roma, 1991, pp. 37-62. M. Oldoni, Erchemperto, in Dizionario biografico degli Italiani, Roma, 1993, vol. 43, pp. 66-71. In generale, per la storia di Benevento nell'alto Medioevo, vedi S. Gasparri, Il ducato e il principato di Benevento, in Storia del Mezzogiorno, II. Il Medioevo, 1, Napoli, 1988, pp. 83-146.

Le poche notizie disponibili sul monaco cassinese Erchemperto, vissuto nella seconda metà del IX secolo, ci provengono essenzialmente dalla sua opera. Esse indicano che Erchemperto non aveva condotto una vita ritirata in monastero, ma aveva svolto vari incarichi per conto del suo cenobio, i quali lo avevano portato a contatto con la realtà del suo tempo. Lo vediamo infatti alla guida di un convoglio di vettovaglie per il monastero, che fu vittima di un assalto di alcuni soldati bizantini al soldo del vescovo di Napoli e soprattutto impegnato in qualità di rappresentante del suo cenobio a Napoli e presso il papa. Il particolare che egli narri che il conte di Capua Atenolfo gli aveva confiscato una piccola cella, concessagli dal suo abate e che sembra fosse nelle vicinanze di Capua, pare suggerire che Erchemperto non avesse sempre vissuto in monastero.

Nel primo episodio in cui compare Erchemperto, risalente all'881, egli racconta che il conte di Capua Pandonolfo, dopo avere conquistato il castrum, dove si trovava, lo privò di tutti i beni che gli appartenevano fin dalla fanciullezza. Questo particolare ha fatto supporre che in quel periodo Erchemperto non fosse ancora diventato un religioso. In base a questa ipotesi Erchemperto avrebbe quindi deciso di farsi monaco quando era già un uomo maturo e falsa sarebbe dunque la notizia, riportata in un'opera cassinese di circa due secoli dopo, la quale riporta che Erchemperto era stato messo in monastero dal padre in giovane età.

Per quanto concerne la sua cronaca, essa è incompiuta e riporta avvenimenti che vanno dalla conquista del regno longobardo da parte di Carlomagno a pressappoco l'889. L'ambiente è quello del principato di Benevento e delle sue aree limitrofe. Pur essendo Erchemperto un monaco di Montecassino, il filo conduttore della sua opera non sono le vicende riguardanti il suo monastero, ma quelle concernenti i signori laici di quella zona.

La cronaca non ha alcuna dedica, ma ha la particolarità di cominciare con la dichiarazione degli intenti dell'autore. Erchemperto infatti riferisce che, a differenza di Paolo Diacono, il quale aveva narrato la storia dei Longobardi senza descrivere la fine del loro regno, poiché è tipico dello storico, che intende raccontare le vicende del proprio popolo, evidenziare esclusivamente i particolari utili ad aumentarne la sua gloria, non desidera raccontare i successi dei Longobardi di Benevento, ma come li ottennero gli altri, non la loro felicità, ma la loro miseria, affinché ciò potesse servire da monito ai posteri.


Erchemperto, Historia Langobardorum Beneventanorum

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UpUltimo aggiornamento: 25/01/12