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Didattica > Fonti > Istruzione e educazione nel Medioevo > II, 5

Fonti

Istruzione e educazione nel Medioevo

a cura di Carla Frova

© 1973-2005 – Carla Frova


Sezione II – La scuola cristiana

5. I vescovi trascurano la scuola

Nell'agosto 822 Ludovico il Pio radunò i massimi esponenti laici ed ecclesiastici del regno in una assemblea, che fu al tempo stesso placito e concilio, ad Attigny. Ai vescovi dovette ricordare con una certa energia, nello spirito dei capitolari e delle encicliche di Carlomagno, i loro doveri di far funzionare le scuole, che evidentemente avevano alquanto trascurato (tra l'altro per la prima volta si fa qui accenno a difficoltà finanziarie). Gli atti del Concilio recano infatti ampie ammissioni della negligenza passata e impegni per il futuro. Impegni che dovettero essere richiamati pochi anni dopo (v. Admonitio ad omnes regni ordines nella sezione dedicata alla legislazione statale). Questi documenti rivelano una crisi del programma di restaurazione scolastica fondato sulle strutture organizzative della chiesa come era stato concepito da Carlomagno: siamo alla vigilia del Capitolare Olonese di Lotario.

Fonte: Concilium Attiniacense, capitoli II-IV, in Monumenta Germaniae Historica, Legum Sectio III: Concilia, tomo II, parte II, pp. 471-472.


È chiaro che la salvezza del popolo dipende in primo luogo dall'istruzione religiosa e dalla predicazione; la predicazione d'altra parte non può essere svolta come si deve se non da coloro che siano debitamente istruiti: è pertanto necessario che le singole sedi vescovili siano organizzate in modo tale da assicurare per il presente l'eliminazione delle più gravi manchevolezze e per il futuro il maggior vantaggio della Santa Chiesa. Come ciò possa e debba farsi, sarà spiegato nel capitolo seguente.

Alla riorganizzazione delle scuole, che fino ad ora non hanno avuto da noi tutta l'attenzione che avrebbero meritato intendiamo dunque dedicare la massima cura. Vogliamo che chiunque, in età minore o maggiore, sia destinato a ricoprire una qualche funzione nella chiesa, possa disporre di un luogo ove compiere la sua educazione e di un maestro preparato. Toccherà ai genitori o ai signori di ciascuno a provvedere al vitto e al mantenimento, in modo che non manchino di nulla e non abbandonino lo studio della dottrina sacra a causa delle difficoltà materiali. Nei casi di parrocchie molto estese potrà risultare impossibile radunare tutti gli scolari in un'unica località, poiché ciò non consentirebbe agli incaricati di provvedere loro quanto sopra stabilito: le scuole potranno perciò essere istituite, a seconda di quanto suggerisca la necessità e l'opportunità, in due, tre, o più sedi.

Un insegnamento di questo genere, d'altra parte, non può essere utilmente impartito se non si offre al tempo stesso, a coloro che devono insegnare, l'opportunità di apprendere. I signori devono dunque provvedere a che questa sia assicurata a quei vescovi ai quali manca del tutto o quanto meno in gran parte la possibilità di intraprendere nelle loro diocesi una azione in tal senso. Coloro che hanno sotto la loro giurisdizione affari ecclesiastici o chiese battesimali, debbono essere in grado di adempiere in maniera ineccepibile l'ufficio della predicazione.

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UpUltimo aggiornamento: 01/09/05