Logo di Reti Medievali

Didattica

Fonti

Istruzione e educazione nel Medioevo

a cura di Carla Frova

© 1973-2005 – Carla Frova


Sezione IV – Pedagogia e vita scolastica

1. Educazione barbarica

Procopio di Cesarea ci presenta, in forma aneddotica, gli ideali e i metodi che ispirano l'educazione di un giovane principe ostrogoto. Quella dello storico bizantino è la testimonianza di un osservatore estraneo, di ben diversa formazione e cultura, e come tale deve essere valutata; tuttavia non è animata da antipatia preconcetta e nella sostanza risulta verosimile. Interessante, per la storia dei provvedimenti di Teodorico in materia scolastica, la notizia del divieto che egli avrebbe stabilito per i Goti di mandare i propri figli alla scuola di lettere.

Fonte: PROCOPIO DI CESAREA, La guerra gotica, trad. it. di D. Comparetti, in Fonti per la Storia d'Italia, Roma 1895, libro I, cap. 2.


I, 2… Amalasunta volle che il figlio [1] fosse del tutto informato alla vita dei principi romani, ed anche impose che frequentasse la scuola di lettere. Scelti pure tre fra gli anziani Goti, da lei conosciuti come fra tutti più assennati e capaci, ordinò che vivessero con Atalarico. Ai Goti però questo non andava punto a’ versi, poiché, bramosi di malmenare i sottoposti, volevano che il loro principe regnasse piuttosto alla maniera barbarica. Ed una volta la madre in camera picchiò il figliuolo per certa sua mancanza, e quegli piangente se ne andò di là nella sala; i Goti che vi si trovavano l'ebbero assai a male e insolentendo contro Amalasunta affermavano voler essa che presto il figlio più non fosse, per isposarsi a un secondo marito e con quello regnare sui Goti e sugli Italiani. Raccoltisi i maggiorenti fra loro, recaronsi da Amalasunta lamentando che il loro re non fosse rettamente educato né come ad essi conveniva; dacché le lettere di troppo sono distanti dal valore e gli insegnamenti di uomini vecchi per lo più han per effetto la timidezza e la pusillanimità; colui adunque che abbia un dì a dar prova di coraggio nelle imprese e acquistarsi gloria, dover essere allontanato dal timore de’ precettore ed esercitato invece nelle armi. Aggiungevano che neppur Teodorico avea permesso che alcun goto mandasse i figli alla scuola di lettere, poiché, solea dire a tutti, se in essi si introduca il timore della sferza mai più non saran capaci di spregiare con forte animo spada e lancia; facevanle anco riflettere come il padre suo Teodorico fosse morto signore di tanto paese ed in possesso di un regno che già non era punto di sua spettanza, quantunque di lettere non avesse appreso neppur un poco. «Or dunque, o signora», dissero, «dai pur ora congedo a questi pedagoghi e fai che Atalarico si accompagni con suoi coetanei, i quali passando con lui la florida età lo incitino al valore secondo l'usanza barbarica».

[1] Atalarico.

© 2000
Reti Medievali
Ultimo aggiornamento: 01/09/05