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Didattica > Fonti > Istruzione e educazione nel Medioevo > IV, 3

Fonti

Istruzione e educazione nel Medioevo

a cura di Carla Frova

© 1973-2005 – Carla Frova


Sezione IV – Pedagogia e vita scolastica

3. Peripezie di uno studente

Nonostante la difficoltà delle comunicazioni, non era infrequente, anche nell'alto medioevo, il caso di studenti che, attratti dalla fama di qualche maestro, si spostassero da una scuola all'altra per soddisfare i loro interessi di studio. Il monaco Richero, allievo di Gerberto a Reims sul finire del secolo, racconta il suo avventuroso viaggio a Chartres, città la cui scuola episcopale era in quel tempo famosa per l'insegnamento della medicina.

Fonte: RICHERO, Historia Francorum, libro IV, cap. 50, edizione e traduzione francese di R. Latouche, in Les classiques de l’histoire de France au Moyen Age, 12 e 17, Parigi 1930 e 1937.


Immerso negli studi liberali, ero tutto preso dal desiderio di apprendere la logica di Ippocrate di Cos, quando, un giorno, nella città di Reims, incontrai un cavaliere di Chartres. Gli domandai chi fosse, chi fosse il suo signore, per che scopo e donde venisse; mi rispose che era inviato da Eribrando, chierico di Chartres, e che voleva parlare a Richero, monaco di St. Remi. Subito io, colpito dal nome dell'amico e dallo scopo della missione, mi presentai come colui che cercava. Lo abbracciai e ci ritirammo in disparte. Mi mostrò una lettera, che mi invitava a venire a leggere gli «Aforismi». Pieno di gioia mi cercai un servitore e, in compagnia del cavaliere di Chartres, mi apprestai a partire per quella città.

Mi congedai dal mio abate, dal quale ebbi come tutto aiuto per il viaggio una bestia da soma. Così, sprovvisto di denaro, di abiti di ricambio e di altri oggetti necessari, raggiunsi Orbais, monastero famoso per la sua ospitalità; di qui riconfortato dall'accoglienza dell'abate D. e rifornito dalla sua generosità, il giorno successivo ripartii alla volta di Meaux. Ma, essendomi addentrato con i due compagni nei tortuosi sentieri dei boschi, quante avventure! A un bivio, sbagliammo strada, e facemmo un giro vizioso di sei leghe. Dopo Château-Thierry la bestia, che prima sembrava un bucefalo, cominciò ad andar più adagio di un somarello. Il sole aveva cominciato a declinare, l'aria era carica di pioggia, si avvicinava il tramonto, quando il nostro valoroso destriere, stremato da uno sforzo supremo, venne meno tra le gambe del servo che lo montava, crollò al suolo e, come colpito dal fulmine esalò l'ultimo respiro a sei miglia dalla città. Chi si è trovato in simili frangenti e può richiamarsi a casi analoghi può rendersi conto di quale sia stata allora la nostra agitazione, la nostra ansia. Il servo, inesperto delle difficoltà di un viaggio di quel genere, stanco morto, si era buttato a terra vicino alla cavalcatura perduta. Accanto a lui, i bagagli, che non sapevamo ormai come trasportare. Pioveva a rovesci; il ciclo era nero di nuvole; con il tramonto, stavano per scendere le tenebre.

In quei frangenti, Dio venne in soccorso alla mia esitazione. Lasciai sul posto il servo con i bagagli; gli spiegai che cosa doveva rispondere alle domande di eventuali passanti; lo esortai a resistere al sonno che ormai lo prendeva, e, accompagnato soltanto dal cavaliere di Chartres, raggiunsi Meaux. A mala pena, nella luce incerta, distinguevo il ponte sul quale mettevo i piedi; ma aguzzando la vista, mi accorsi di un nuovo incidente. Era pieno di tanti e tali buchi, che quel giorno quelli che non potevano fare a meno di incontrarsi con i cittadini avevano faticato a passarci. Il cavaliere di Chartres, pieno di iniziativa e pratico di viaggi, si diede d'attorno a cercare una barca. Non trovandola, decise di ritentare la sorte sul ponte e ottenne dal cielo che i cavalli potessero attraversarlo senza danni. Nei buchi, metteva sotto le zampe dei cavalli lo scudo, o sistemava le tavole fuori posto: così, ora curvo, ora in piedi, ora adagio adagio, ora di corsa, riuscì a passare, con i cavalli e con me.

Era scesa minacciosa la notte, avvolgendo il mondo di cupa caligine, quando entrai nella basilica di St. Faron; i fratelli erano ancora intenti a preparare la bevanda della carità. Quel giorno avevano cenato solennemente, dopo aver letto il capitolo relativo al cantiniere del monastero: perciò bevevano così tardi. Mi accolsero come un fratello, mi intrattennero con dolci parole, e mi rifocillarono con abbondanti cibi. Rimandai il cavaliere di Chartres con i cavalli al servo lasciato per strada; dovette di nuovo affrontare le insidie del ponte appena passato e con lo stesso sistema lo attraversò; a notte inoltrata, dopo aver vagato a lungo, raggiunse il servo. Lo aveva trovato a fatica, dopo averlo a più riprese chiamato a gran voce. Lo prese con sé e, giunto presso la città, timoroso delle insidie del ponte, che sapeva per esperienza temibilissime, si rifugiò in una capanna con il servo e i cavalli; così, dopo esser rimasti a digiuno per tutto il giorno, quella notte si ritrovarono lì a dormire, non a cenare. Ed io, che notte d'insonnia! Quanti affanni! Li può immaginare chi sia stato qualche volta tenuto sveglio dalla preoccupazione per i propri cari. Giunse infine il sospirato mattino, ed essi, stremati dalla fame, finalmente mi raggiunsero. Anche a loro fu portato da mangiare: e i cavalli ebbero biada in quantità. Lasciai all'abate Agostino il servo, ormai appiedato, e accompagnato dal solo cavaliere, raggiunsi rapidamente Chartres. Di là mandai dei cavalli, con i quali feci venire da Meaux il servo.

Riavutolo con me e dissipata ogni preoccupazione, mi diedi con impegno allo studio degli aforismi di Ippocrate sotto la guida di Eribrando, una persona tanto generosa quanto sapiente. Qui però trovai soltanto la diagnosi delle malattie, e poiché questo solo aspetto della conoscenza delle malattie non appagava il mio desiderio, gli richiesi di poter leggere anche il libro che si intitola «Concordanza di Ippocrate, Galeno e Sorano». Ottenni quanto desideravo, poiché quell'uomo espertissimo nella scienza conosceva perfettamente le proprietà farmaceutiche, la botanica e la chirurgia.

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UpUltimo aggiornamento: 01/09/05