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Didattica > Fonti > Istruzione e educazione nel Medioevo > V, 2

Fonti

Istruzione e educazione nel Medioevo

a cura di Carla Frova

© 1973-2005 – Carla Frova


Sezione V – Libri e biblioteche

2. Scambio di libri e di strumenti didattici

Uno scambio di lettere fra Gerberto di Aurillac, allora maestro a Reims e un monaco di Treviri, ci permette di seguire una curiosa vicenda. Il monaco aveva richiesto a Gerberto una di quelle sfere per cui andava famoso, che rappresentavano la volta celeste ed erano di valido aiuto allo studio dell'astronomia; il maestro chiede in cambio una copia dell'Achilleide, e, avendola ricevuta incompiuta (quale, come è noto, è stata lasciata da Stazio) se la prende con il suo corrispondente. E perde poi definitivamente la pazienza quando questi commette l'indelicatezza di ripresentare la sua richiesta in un momento particolarmente difficile per lo scolastico di Reims, quando è morto l'arcivescovo Adalberone ed è in questione la sua successione.

Fonte: lettere CXXXIV, CXLVIII, CLII, ed. e trad. francese J. Havet, Lettres de Gerbert, Parigi 1889; trad. inglese H. Lattin, The Ietters of Gerbert, New York 1961.


La sfera non te l'abbiamo mandata e non ne abbiamo per ora di pronte; d'altra parte non è un lavoro da poco, se consideri quanto siamo occupati nei pubblici affari. Se dunque ti interessa un oggetto di questa importanza, fa ricopiare con cura il volume dell'Achilleide di Stazio, e mandacelo. La sfera è un oggetto di troppo difficile esecuzione perché si possa ottenere gratis; ma con questo dono riuscirai a strapparlo.
Fratello carissimo, l'affetto che abbiamo per te ci rende particolarmente gradito l'invio dell'Achilleide, che però hai incominciato bene, ma hai lasciato a mezzo: la copia è incompleta. Noi, non immemori del tuo favore, abbiamo incominciato il lavoro - difficilissimo - della sfera; già l'abbiamo tornita e ricoperta con molta pazienza di pelle di cavallo. Se ti contenti di averla semplicemente colorata in rosso, puoi aspettarla per i primi di marzo; ma se la vuoi con l'orizzonte segnato e abbellita da diversi colori, temo che ci vorrà un anno di lavoro. D'altra parte siamo legati da un rapporto commerciale, e questa è la legge del dare e dell'avere: che chi nulla deve, nulla è tenuto a dare.

In questi affari che si trascinano da un'eternità, tanta era l'importanza e l'autorità del mio signore e padre Adalberone, che quando egli è ritornato a Dio, mi è sembrato che il mondo precipitasse nel caos primordiale.

In un tempo di così grave turbamento e, per così dire, di totale confusione, tu, dimentico di ogni umanità, hai avuto il coraggio di farti avanti con i tuoi desideri, con le tue richieste! Secondo te in un momento così decisivo avrei dovuto abbandonare i doveri pubblici e rifugiarmi nella filosofia? Non parlo a me, che ero sottoposto a continue minacce di morte: il padre Adalberone mi aveva designato come suo successore, godevo il favore di tutto il clero, di tutti i vescovi e di alcuni cavalieri, e i miei nemici non perdevano occasione di addossarmi la colpa di ogni azione che mi potesse rendere inviso.

Ebbene, tutti questi amici che con me avevano goduto la familiarità del padre Adalberone, che con me soffrivano, li avrei dovuti abbandonare per un pezzo di legno rotondo! Sopporta dunque con pazienza i ritardi imposti dalla necessità, aspetta tempi migliori, che possano far rifiorire gli studi, per noi già morti da tempo.

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UpUltimo aggiornamento: 01/09/05