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Fonti

Istruzione e educazione nel Medioevo

a cura di Carla Frova

© 1973-2005 – Carla Frova


Sezione VII – L'Università

3. La Signoria di Firenze istituisce l'università in Pisa

Fin dal secolo XII fioriva a Pisa una famosa scuola di legge. Nel 1343 una bolla di Clemente VI istituì in questa città uno studio generale. Nel periodo della rivalità tra Pisa e Firenze, quest'ultima cercò di fondare un'università in concorrenza con la prima. Nella seconda parte del secolo XIV la peste e la decadenza politica portarono al declino e alla fine dell'università di Pisa, finché nel 1472 Firenze, che aveva conquistato la città rivale nel 1406, decise di restaurarvi lo studio, facendone il centro culturale dello stato.

Il documento della signoria qui riportato in parte indica i fini e le modalità di questa iniziativa.

Fonte: A. FABRONI, Historiae Academiae Pisanae, vol. 1, Pisa 1791, pp. 409-414.


a/ La scelta della località per lo Studio

Et perché alla Signoria di Firenze di tutti e grandi ornamenti solo mancha avere uno degno, et riputato Studio nelle sue Terre: però desiderando anchora in questa parte farla ornata, veduto nella Città di Firenze comodamente fare non si potrebbe per esserci gran carestia di case, et in tal modo, che numero grande di Scolari, quale a un riputato Studio da ogni parte suole conferirsi, non haverebbe non che a contento, ma neppure a necessaria sufficientia luogo per habitare, et il Popolo haverebbe delle case più carestia: aggiunto e diletti, et piaceri della Città, che agli Studj del tutto sono contrarij, e non essendo per dette, et altre cagioni luogo commodo per lo Studio la Città di Firenze, come la esperentia già altre volte, quando ci si è fatto lo Studio, la dimostrò, è necessario farlo in un'altra delle Terre della Signoria di Firenze, dove fussi più comodità et più utile di Comune, et esaminato tutto, e con buon numero di Savj Cittadini si cognosce per ciaschuno, che niuno luogo è più commodo a tale esercizio, anzi non si giudica non cen'essere se non uno solo, e questo è la Città di Pisa, la quale per sito di essa commodissimo per via di mare a tutti e Forestieri, che frequentano gli Studj, e per abundantia delle cose necessarie al vitto, et per larghezza, e copia d'habitazioni attissima da ciaschuno, et commodissima è riputata, et per essere Città celebre sarà più famoso lo Studio, d'onde risulterà immenso onore alla Città di Firenze: et per avere le Gabelle alte appartenenti al nostro Comune, utile grande arrecherà alla Città nostra, et essendo così, per tanto si provede per detto studio nel modo infrascritto…

b/ La Signoria assume l'onere finanziario dello Studio

In prima che per tempo d'anni cinque, da cominciare al di primo di Novembre prossimo futuro, s'ordini uno Studio Generale nella Città di Pisa in luogo, dove fussi più chommodo, nel quale si spenda quanto fussi di bisogno insino alla somma di Fiorini seimila di Sugello, e paghisi la detta spesa per Camarlingo generale delle Gabelle di Pisa, che pe' tempi sarà, durante detti cinque anni di qualunche denari per cagione del suo Camarlingatico alle sue mani perverranno per qualunque cagione, pagando con lo stanziamento deliberato secondo gli ordini, come di sotto si dirà, e netti e senza alcuna retenzione a quelli, che saranno suti condotti a leggere in Studio, et a ciascuno quella quantità, la quale ne' loro stanziamenti si conterrà.

Et per conservare il Monte della somma, che pel Camarlingo di Pisa per detto Studio si pagherà ciaschun'anno, s'intenda essere, e sia assegnato al detto Monte quello si ritrarrà, durante cinque Anni, dall'Arte della Lana degli Allumi di Volterra, d'onde si spera trarre, secondo un accordo già disegnato con detta Arte della Lana, o da detta Arte con altri, circa Fiorini Quattromila di Sugello ciaschun'anno. Et più s'intenda assegnato a detto monte per detta conservazione quello, che si trahe, e trarrà fra detto tempo de' Fitti delle Pasture, che erano de' Volaterrani, che è Fiorini settecento di Sugello in circa l'anno; et più s'intenda essere, e sia assegnato per detta conservazione ciascuno di detti Anni de' Denari dello Studio, Fiorini mille trecento di Sugello, che in tutto fa la somma di Fiorini seimila.

c/ La Signoria provvede allo Studio così come alle scuole di Grammatica della città

Et perché gli è necessario avere nella città di Firenze almeno tre, o quattro Maestri, che insegnino Grammatica, e qualcheuno, che dia lume degli Oratori, et Poeti, e degli ornamenti della lingua latina a quegli Cittadini, che più oltre non vogliono seguitare gli Studj, però si provvede: che per gli Ufficiali dello Studio, de' quali di sotto si dirà, s'abbia non solamente a provvedere di quelli, che legghino nello Studio a Pisa nelle Facoltà necessarie negli Studj Generali, et degni, ma ancora di quegli, che nella Città di Firenze addottrinino nel modo detto e Cittadini Fiorentini, e chi nella Città di Firenze abitasse; potendo per tale opera spendere della detta somma de' Fiorini seimila et più Fiorini quattrocento…

d/ Lo studio controllato dagli Ufficiali della Signoria

Diputisi per detto Studio pel Consiglio del Cento gli Uffiziali nel modo infrascritto, cioè ottenuta che sarà la presente provvisione, secondo la deliberazione de' Signori Priori, e Gonfaloniere di Giustizia pe' tempi esistenti s'elegga cinque Cittadini Fiorentini abili agli Uffici del Comune di Firenze, cioè uno per Quartiero del Membro de' Maggiori, et uno per tutta la Città pel Membro de' Minori, diputandosi detti Ufficiali, et ciascuno di loro di quella età, et in quel modo, e forma, et con quelli Divieti prima, et poi, che e come da detti Signori, et le due Parti di loro sarà deliberato, et ordinato.

Duri l'Ufficio di quelli, che prima saranno eletti, per tempo da cominciare il dì immediate dopo la loro electione, et da durare per insino al dì primo di Novembre proxime futuro 1473, nel tempo che debbe cominciare lo Studio a Pisa nel modo sopradetto, et un'anno più: Potendosi a detti Ufficiali di tempo in tempo prolungare il loro Ufficio per un'anno per volta pe' Signori, et Collegi, e le due Parti di loro, o di nuovo eleggere altri Ufficiali del Consiglio del Cento d'Anno in Anno, et osservato la forma, et ordine sopradetto; et in luogo di qualunche de' detti Ufficiali, el quale per alchuna cagione vacasse durante il suo Ufficio, si deputi lo scambio del medesimo Quartiere, et Membro, et osservato la forma et ordine soprascripto, e pel resto del tempo.

Habbino e detti Ufficiali, et le due Parti di loro durante il tempo del loro Ufficio, pienissima auctorità circa l'eleggere de' Doctori, et altri, che habbino a leggere nello Studio di Pisa, o a insegnare, et leggere a Firenze, potendo eleggere per ciascuna Facultà quel numero di Doctori, et altri, et con quello salario per ciaschuno, e per ciaschun Anno, e per quel tempo ciaschuno, che a loro parrà, non passando il tempo di detti cinque anni la spesa sopra ordinata, et in quel modo, e forma, che, et come a loro parrà, et piacera, et liberamente vorranno. Non potendo però eleggere per lo Studio a Pisa alchuno Cittadino Fiorentino abitante al presente nella Città di Firenze.

Et più abbino piena autorità di eleggere, et deputare i Ministri necessarj per lo Studio così a Pisa, come a Firenze, et più abbino autorità di poter fare gli Stanziamenti a quelli, che avessino a leggere, et agli altri Ministri per lo Studio, o per detti Uffiziali necessarj di tempo in tempo, secondo che nelle electioni sarà suto ordinato, et spendere quello, che fussi necessario per le spese di tale Ufficio; et più abbino auctorità e detti Ufficiali, intendendo questo solo ne' primi Ufficiali, e durante il tempo principale del loro Uffizio, di fare qualunche ordini, e provvisioni circa il detto Studio per a Pisa, et Firenze, et suoi Membri per ordinarlo, et riformarlo, et circa l'osservantie, et Solennità, Lectioni, Precetti, et Dottrina, et circa qualunque altra cosa a ciò necessaria, o appartenente, o da quelle dependenti, quello et quanto a loro parrà utile, e conveniente, o come liberamente vorranno.

Et più sieno tenuti detti Ufficiali dello Studio fare ordinare il luogo in Pisa commodo per detto Studio, et farlo assettare in buona forma in modo, che sia commodo a tutte le Facoltà, et tutto questo faccino più presto si potrà, et intorno a ciò abbino pienissima auctorità…

Et se durante i detti cinque anni di detto Studio non si spendessi, o per vacazione rispetto a Peste, o per altro giusto impedimento, o per alchuna altra cagione l'ontero della somma di sopra ordinata, allora et in tal caso tutto quello, che vi avanzasse ciaschun'anno per gli Ufficiali del Monte si spenda in crediti di Monte sopportante, et cresca il Monte dello Studio, et questo sia Penale, come il Monte delle Fanciulle, et così s'osservi.

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UpUltimo aggiornamento: 01/09/05