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Didattica > Fonti > L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale > I, 9

Fonti

L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale

a cura di Anna Maria Nada Patrone

© 1974 – Anna Maria Nada Patrone


Sezione I – La borghesia e l'avvento del comune

9. Il comune delle Arti

L'istituzione e l'organizzazione del priorato delle Arti a Firenze nel 1282 non fu un'istituzione completamente nuova (in quanto già esisteva dal 1193) né originale, in quanto in moltissimi altri comuni esistevano delle associazioni di arti rappresentate da ufficiali che avevano, a seconda dei luoghi, maggiore o minore ingerenza negli affari pubblici.

I priori del 1282 possono essere quindi considerati l'anello di una lunghissima catena, ma differiscono da quelli che li hanno preceduti perché essi costituiscono il potere centrale e la magistratura suprema del comune, mentre i loro predecessori erano unicamente una magistratura secondaria con la esplicita funzione di rappresentare gli interessi delle arti nei consigli del comune.

Si deve tener presente che i priori erano popolani, ma dovevano essere artefici e mercatanti, come dice il Villani (Cronica, cap. VII), cioè dovevano far parte del popolo grasso.

I priori del 1282 furono cioè un'espressione della borghesia, rappresentando in un primo tempo (il debil principio del Compagni) le arti di Calimala, del Cambio e della Lana, a cui dopo pochi mesi si associarono quelle dei medici e degli speziali, di Por Santa Maria, dei vasai e dei pellicciai. I priori in questa occasione furono portati a sei e fu loro affidata la direzione del Comune.

La descrizione viva e sentita del Compagni può trovare una sua conclusione nel lucido giudizio del Salvemini (Magnati e popolani in Firenze dal 1280 al 1295, Torino, Einaudi, 1960, p. 135): «quando il tarlo della decadenza cominciò ad investire anche la borghesia fiorentina – allora anche la costituzione politica creata dalla borghesia cominciò a disorganizzarsi, a funzionare in modo incomposto, a sfasciarsi. Essa era in principio il miglior vestito che la borghesia potesse darsi: quando col passar del tempo il corpo si ammalò; anche il vestito divenne buono a nulla».

Fonte: DINO COMPAGNI, Cronica fiorentina, a cura di G. LUZZATTO, Torino, Einaudi, 1968, libro I, capp. IV-V, pp. 13-15.


(cap. IV) … E tanto crebbe la baldanza de' popolani co' detti tre [cittadini capi delle arti], vedendo che non erano contesi [1], e tanto li riscaldarono le franche parole de' cittadini, i quali parlavano della loro libertà e delle ingiurie ricevute; e presono tanto ardire, che feciono ordini e leggi [2], che duro sarebbe suto di rimuoverle. Altre gran cose non feciono, ma del loro debile principio ferono assai. Il detto uficio fu creato per due mesi, i quali cominciarono a' dì XV di giugno 1282. Il quale finito, se ne creò sei, uno per sestiero [3], per due mesi, che cominciarono a' dì 15 d'Agosto 1282 e chiamaronsi priori dell'arti: e stettono rinchiusi nella torre della Castagna appresso alla Badia, acciò che non temessono le minacce de' potenti e potessono portare arme in perpetuo: e altri privilegi ebbono e furono loro dati sei famigli e sei berrovieri [4].

(cap. V) Le loro leggi in effetti furono che avessono a guardare l'avere del comune e che le signorie [5] facessono ragione a ciascuno e che i piccoli ed impotenti non fussono oppressi da' grandi e potenti. E tenendo questa forma era grande utilità del popolo: ma tosto si mutò, però che i cittadini che entravano in quello ufficio non attendeano a observare le leggi, ma a corromperle. Se l'amico o il parente loro cadea nelle pene, procuravano con le signorie e con gli ufficiali [6] a nascondere le loro colpe, acciò che rimanessono impuniti. Né l'avere del comune non guardavano, anzi trovavano modo, come meglio il potessono, di rubare: e così dalla camera del comune [7] molta pecunia traevano sotto pretesto di meritare [8] uomini che l'avessono servito. Li impotenti non erano aiutati, ma i grandi gli offendevano, e così i popolani grassi che erano negli uffici e imparentati co' grandi: e molti per pecunia erano difesi dalle pene del comune in che cadevano. Onde i buoni cittadini popolani erano malcontenti e biasimavano l'uficio de' priori…

[1] Non trovavano opposizioni da parte dei grandi.

[2] Sono i primi ordinamenti antimagnatizi.

[3] Il sestiero era una delle sei parti in cui era divisa Firenze (S. Pancrazio, Oltrarno, San Pier Scheraggio, borgo San Giovanni, Porta del Duomo, Porta San Pietro).

[4] I berrovieri erano guardie, birri, servi armati.

[5] Le signorie erano i magistrati incaricati dell'amministrazione della giustizia, cioè il podestà ed il capitano di giustizia.

[6] I giudici ed altri funzionari che il podestà ed il capitano dovevano condurre con sé quando assumevano il loro ufficio.

[7] L'erario.

[8] Ricompensare.

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UpUltimo aggiornamento: 01/09/05