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Fonti

L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale

a cura di Anna Maria Nada Patrone

© 1974 – Anna Maria Nada Patrone


Sezione III – La borghesia e la vita economica

4. Comportamento dei mercanti nelle terre di conquista

Pietro Azario, cittadino e cronista novarese del sec. XIV, in questo sapido ritratto dei mercanti milanesi non riesce a nascondere il suo astio ed il suo disprezzo per coloro che sfruttano le ricchezze della sua patria. I suoi sarcasmi pesanti, talvolta anche triviali, mettono in risalto la personalità dei mercanti lombardi che, pur assumendo atteggiamenti esteriori da guerrieri, non dimenticano l'innata ingordigia di denaro.

Fonte: PIETRO AZARIO, Liber gestorum in Lombardia, a cura di F. COGNASSO, in R.I.S. 2, Bologna, Zanichelli, 1939, p. 70.


Ed è da rilevare che i mercanti di Milano, nonostante portino lunghe barbe, per sembrare valorosi, prendevano e prendono castelli da custodire come se fossero osterie, e cercano di non far vedere che usano le tessere [1] per calcolare e vendono focacce e torte del valore di un soldo al prezzo di quattro soldi, ingannando il signore di Milano e le città, mettendosi in combutta con gli artigiani fuggitivi per guadagnare, senza badare se gli ufficiali abbandonino il loro servizio o facciano soltanto delle parate.

E, quando vogliono la paga, osano dire che lo sterco umano è una torre e, se è loro utile, possono dire che un'altissima torre è sterco umano. Mai, pur con le loro lunghe barbe, si impegnano a combattere, ma piuttosto si affrettano a fuggire con le loro tessere e di queste si occupano più che dei castelli.

[1] La tessera era un legnetto diviso nel senso della sua lunghezza in due parti, sulle quali si facevano tacche o segni come prova di prestiti concessi.

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UpUltimo aggiornamento: 01/09/05