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Fonti

L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale

a cura di Anna Maria Nada Patrone

© 1974 – Anna Maria Nada Patrone


Sezione III – La borghesia e la vita economica

6. Dichiarazioni pubbliche contro l'attività di un usuraio

Non soltanto la ricca borghesia, i grossi capitalisti, si dedicavano al prestito ad usura. L'organizzazione era capillare, nelle città, nelle campagne, nei piccoli borghi: la piccola usura fu spesso il primo passo per il formarsi di vaste attività imprenditoriali e da Marx è considerata la prima origine dell'accumulazione capitalistica.

Nelle campagne e nei borghi i prestiti, naturalmente di modesta, se non minima entità, erano offerti ai contadini, ai piccoli artigiani, ai bottegai per affrontare momenti difficili dell'attività lavorativa; di solito venivano richiesti nei mesi autunnali-invernali, con una minore incidenza nel periodo estivo, cioè nel momento del raccolto.

Gli usurai del contado, piccoli proprietari o mercanti, erano, se possibile, ancora più avidi di quelli cittadini a più largo giro d'affari. Queste pubbliche denunce dell'attività usuraia di un prestatore del contado, pur non precisando i termini di scadenza del prestito, indicano nel loro linguaggio monotono e scarno, la terribile pressione a cui si vedevano costretti gli abitanti di Borgo Castano in Lombardia di fronte alle pretese smodate (un interesse del quadruplo!) dell'usuraio locale.

Fonte: G. BARBIERI, Le origini del capitalismo lombardo, Milano, Giuffré, 1961, pp. 35-36.


Nel nome del Signore, nell'anno della sua nascita 1320, la domenica 24 del mese di febbraio, indizione terza.

Alla presenza del sottoscritto notaio e dei testi sottoscritti, Alberto, figlio del fu Giacomo, tintore di Borgo Castano, disse e dichiarò che Balzano di Castano, detto Zanino, era un pubblico usuraio e che prestava denaro ad usura e che si faceva fare i contratti con la somma quadruplicata rispetto a quella che realmente aveva dato «e questo so perché io stesso feci una carta di sedici lire terziole invece delle quattro lire terziole che mi diede».

Così Petrobello di Camara del suddetto Borgo Castano disse e dichiarò davanti a me notaio ed ai testi sottoscritti che quel Balzano gli prestò quattro lire per le quali gli fece fare una carta di dodici lire.

Così Alberto di Protasio del suddetto Borgo Castano disse e dichiarò di fronte a me notaio ed ai testi sottoscritti che ben sa che quel Balzano prestò ad Alberto, tintore del suddetto borgo Castano, quattro lire, per le quali fece una dichiarazione per quel Balzano di sedici lire.

Così Cantano Fenorio del suddetto Borgo Castano disse e dichiarò di fronte a me notaio ed ai testi sottoscritti che ben sa che quel Balzano prestò a Cenino Pico del suddetto Borgo quattro lire, per le quali quel Cenino fece una dichiarazione per il Balzano di sedici lire.

Così Pietro Cannenie, detto Lipcillo, del suddetto Borgo Castano, disse e dichiarò di fronte a me notaio ed ai testi sottoscritti che ben sa che il detto Balzano si fece fare numerose carte con una somma quadrupla di quella che aveva dato.

E di tutte queste cose, una per una, Guglielmo di Protasio del suddetto borgo richiese a me notaio sottoscritto di fare un pubblico strumento.

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UpUltimo aggiornamento: 01/09/05