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Didattica > Fonti > L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale > IV, 4

Fonti

L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale

a cura di Anna Maria Nada Patrone

© 1974 – Anna Maria Nada Patrone


Sezione IV – La cultura borghese

4. L'insegnamento scientifico

L'insegnamento scientifico e tecnico era tenuto in massima considerazione nelle scuole borghesi. Esso comportava non solo lo studio del calcolo, della contabilità (l'abbaco e l'algometria) e della geometria, ma anche di guide pratiche per il commercio, di cui si trovano numerosi esemplari negli inventori dei fondaci. Questi libri di mercatura prendevano in esame problemi di economia finanziaria, di cambio, di trasporti di merci. I libri di abbaco non furono che per un breve periodo redatti in latino, ben presto vennero scritti in volgare e vennero quasi obliterate le questioni di matematica teorica a tutto vantaggio delle lezioni di contabilità commerciale (cfr. lettura a).

Lapo Mazzei nella sua corrispondenza con Francesco Datini offre un'interessante testimonianza dell'importanza che i borghesi accordavano all'insegnamento scientifico secondario: infatti richiede con insistenza che il proprio figlio Piero, entrato come apprendista presso il Datini, abbia la possibilità di frequentare ancora le lezioni di abbaco per approfondire meglio le sue conoscenze dell'arte del calcolo (cfr. lettura b).

I maestri d'abbaco erano molto più apprezzati dalla classe borghese che i maestri di grammatica, come è anche dimostrato dai Ricordi di Paolo de' Sassetti che mostrano come una famiglia borghese si rivolse ad un maestro d'abbaco per misurare la superficie di un campo (cfr. lettura c).

Fonti: a) E. GARIN, Il pensiero pedagogico dell'Umanesimo, Firenze, Sansoni, 1958, p. XXVIII; b) LAPO MAZZEI, Lettere di un notaro a un mercante del secolo 14, a cura di C. GUASTI, Firenze, Le Monnier, 1880, vol. I, p 216; CH. BEC, Les marchands écrivains à Florence (1375-1434), Parigi, Mouton, 1967, p. 389.


a/ Considerato quanto sia utile, anzi necessaria, la scientia arithmetica al comercio humano et maxime a quegli che exercitano la mercatura, di che la cità fiorentina senza controversia fra l'altre tiene il principato e, veduto la grata e celebre audientia de gli studiosi adolescenti fiorentini, conosciuto adunque la teorica esser parte di philosophia, lasceremo la speculatione dessa a philosophanti et della pratica volendo qualche parte per utilitate degli artisti e mercanti descrivere, procederemo con exempli di monete, pesi e misure fiorentine.


b/ Se [mio figlio Piero] ora si leva dall'abaco, non ci va mese che tutto arà dimenticato, perché è in quella materia che se non vi si assoda su [1], perde tutto. Almeno dopo nona gli verrebbe andare all'abbacco e scrivere un puoco. E son certo che, pensando farmi bene, areste per male glen'avvenisse meno che bene, cioè che fosse ignorante.


c/ Richordanza che a dì 8 di settembre anno 1385 si misurò il luogho con case e con orto de' figliuoli rimasono di Federico Sassetti, posto nella pieve di Santo Stefano in Pane, luogho detto Macina, per le mani di Michele di Gianni chiamato di Monna Giera, maestro d'abacho, e trovossi pelle sue mani sanza la chasa e pezzo di terra staiora cientocinquantadue a misura di corda…

[1] Consolida con l'esercizio.

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UpUltimo aggiornamento: 01/09/05