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Didattica > Fonti > L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale > VI, 11

Fonti

L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale

a cura di Anna Maria Nada Patrone

© 1974 – Anna Maria Nada Patrone


Sezione VI – Momenti di vita familiare borghese

11. La moda borghese

Queste pagine del cronista Giovanni Villani sembrano riecheggiare i nostalgici versi danteschi nel canto di Cacciaguida, tuttavia danno un colorito e preciso ritratto della moda borghese. La borghesia nella prima metà del Trecento aveva raggiunto ormai il suo pieno rigoglio economico e sociale ed era più che mai sensibile al fasto ed alle sue manifestazioni esteriori, come prova del proprio benessere e del proprio prestigio. Gli oggetti che il Villani descrive ccn la precisione di un uomo di commercio sono sete, zendadi, ciambellotti, oro, argento, perle, pietre preziose; si direbbe quasi che il Villani, pur nell'intenzione di disapprovarle, voglia mettere l'accento su tutte le ricche e belle cose che i fiorentini potevano sfoggiare (cfr. lettura a). Notevolmente più modeste le possibilità di un borghese torinese, che pur apparteneva ad una delle più potenti e ricche famiglie della città subalpina. Nella denuncia fiscale da lui fatta (e pur tenendo conto dei possibili, anzi probabili, silenzi per evadere il fisco) la sua abitazione appare non molto diversa da una casa del contado, munita di fienile e di rustico (come del resto dovevano presentarsi tutte le case borghesi della Torino medievale, città ancora nel Trecento strettamente legata all'economia agricola). La moglie, a differenza delle agghindate dame fiorentine sue contemporanee, non possedeva che una collana di perle e una cintura di seta con fregi in argento, cioè una minima parte degli ornamenti che nello stesso periodo poteva sfoggiare una donna di Firenze (cfr. lettura b).

Fonti: a) G. VILLANI, Historie fiorentine, cap. CLII; b) F. COGNASSO, Il patrimonio di un giurista torinese al principio del '300, in «Bollettino Storico Bibliografico Subalpino», LXI, 1963, pp. 97-111.


a/ Nel detto anno [1330] in calende d'aprile essendo le donne di Firenze molto trascorse in soperchi ornamenti di corone e di ghirlande d'oro e d'argento e di perle e di altri divisati [1] ornamenti di testa e di grande costo e simile di vestimenti intagliati di diversi panni e di diversi drappi rilevati di seta di più maniere con fregi di perle e di bottoncini d'argento e dorati, spesso a quattro o sei fila accoppiati insieme, e fibbiali di perle e di pietre preziose al petto con diversi segni e lettere. E per simile modo si facevano conviti disordinati di nozze e delle spese e d'altre più soperchie e disordinate vivande. Fu sopra ciò provveduto e fatto per certi ufficiali alcuni ordini molto forti che niuna donna potesse portare niuna corona né ghirlanda d'oro né d'argento né di perle né di pietre né di vetro né di seta né niuna similitudine di corona né di ghirlanda, eziandio di carta dipinta, né rete né trecciere [2] di nulla specie se non semplici; né nullo vestimento intagliato né dipinto con niuna figura se non fosse tessuto, né nulla ad dogato [3] né traverso [4], se non semplice partito [5] di due colori; né nulla fregiatura, né d'oro, né d'argento, né di seta, né niuna pietra preziosa, né eziandio smalto, né vetro; né di potere portare più di due anelli in dito, né nullo scheggiale [6] né cintura di più di dodici spranghe d'argento; e che dall'ora innanzi nessuna si potesse vestire di sciamito [7] e quelle che l'avevano il dovessero marchiare, acciò che altri non lo potesse fare; e tutti i vestimenti di drappi di seta rilevati furono tolti e difesi [8]; e che nulla donna potesse portare panni lunghi di dietro più di due braccia, né scollato più di un braccio e quanto il capezzale [9]; e per simile modo furono difese le gonnelle e robe divisate ai fanciulli e fanciulle; e tutti i fregi, eziandio ermellini, se non ai cavalieri e a loro donne, e agli uomini, tolto ogni adornamento e cintura di argento e giubbetti di zendado a di drappo o di ciambellotto[10]. E fu fatto ordine che nullo convito si potesse fare di più di tre vivande e a nozze avere di più di venti taglieri e la sposa menare seco sei donne e non di più;…


b/ Per prima cosa una casa con torre, con solaio, con una loggia nel cortile, un fienile, un rustico, la propria strada, accessi ed uscite, tutto ciò che vi è davanti e ciò che vi è dietro, proprietà che posseggono ed abitano nella città di Torino, nel quartiere di Porta Nuova nella parrocchia di S. Gregorio…

Ugualmente il detto signor Ruffino Borghese denuncia a nome suo e della moglie e a proprio nome che la detta moglie possiede una collana di perle del valore di più di 40 soldi astesi, la qual collana denuncia anche la signora Bianchetta.

Ugualmente una cintura di seta con parti e guarnizioni in argento del valore superiore a 40 soldi astesi che la stessa signora Bianchetta usa normalmente e come oggetto di uso personale la signora Bianchetta la denuncia.

[1] Di varia foggia.

[2] Tipi di passamaneria.

[3] Diviso a doghe, cioè a strisce, a fregi verticali.

[4] Diviso a strisce longitudinali.

[5] Diviso.

[6] Cintura di cuoio o stoffa preziosa con fibbia metallica di smalto o ornata di pietre preziose, cui gli uomini appendevano la spada o il corno da caccia, le donne la borsa, uno specchio, il necessario per cucire.

[7] Tessuto vellutato.

[8] Proibiti.

[9] Colletto.

[10] Tessuto di peli di cammello.

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UpUltimo aggiornamento: 01/09/05