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Fonti

L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale

a cura di Anna Maria Nada Patrone

© 1974 – Anna Maria Nada Patrone


Sezione VI – Momenti di vita familiare borghese

14. Gli scacchi sentimentali di un borghese

Lippo di Fede del Sega non fu certo un grande mercante, si dedicò infatti in modesta misura e senza ottenere clamorosi successi, al cambio del denaro in Firenze e al prestito usuraio in Francia. Proprio la sua mediocrità è significativa ed esemplare: egli è quasi uno specchio della piccola borghesia del secolo XIV. Il suo fallimento come uomo e non solo come mercante (che ci prova che solo i più abili ed astuti in assoluto riuscivano nei loro affari) ci è dimostrata anche dalla conclusione delle sue avventure sentimentali: dopo la morte della prima moglie Gemma, egli sposò in seconde nozze la giovanissima monna Bernarda, sorella di un sensale, che gli portò una buona dote, ma tale matrimonio fu un grosso fiasco: la differenza di età era troppo grande, il vecchio Lippo era considerato ributtante dalla giovane Bernarda: dopo liti violente (cfr. lettura a) si giunse quindi nel 1358 ad una separazione con conseguente restituzione della dote. Lippo, sull'orlo del fallimento nei suoi affari, disilluso e solo, quattro anni più tardi, ormai quasi ottantenne, fu vittima del demone del tramonto e tentò, quasi ultima affermazione di prestigio, di violentare una fanciulla minorenne di modeste condizioni, andando incontro ad un mortificante processo e ad una condanna!

Fonti: a) CH. M. DE LA RONCIÈRE, Un changeur florentin du Trecento: Lippo di Fede del Sega (1285 env. – 1363 env.), Parigi, SEUPEN, 1973, p. 245; b) Ivi, p. 247.


a/ 1355. Venerdì santo III d'aprile, ano detto, a mattino disse la ciecha falsa Bernarda che Filippo non n'avea trovato né chane né changna che mi volesse per suo marito altro ch'ella ed ella ne fu ingagnata perch'ella si fidò della Franciescha [1]; s'ella ciecha e mezza femina malsana n'avesse inchesto, averebbe saputo tanto di me che no m'areverebbe tolto. Quella gentile tessitrice e pettinagliola [2], gretta, pidocchiosa, righatiera, rubatore di suo primo marito e secondò il cruccio tanto che si levò una notte ed andossene a Sampiero a Ssieve e in quell'aqua s'andò a neghare [3]: vedete bene chom'io sono istato choncio avere tolta così fatta femmina. Per lo dì ch'era, non volli avere parole cho llei: dissi ch'andasse a la maledizione di Dio ed uscimene fuori e partimi da quella falsa malvagia gretta tessitore, pettinagnola, mangiacarne ed uova e de di' di quaresima e fignesi d'aver male si pare bene il male ch'ell'a ongne dì va per tutta Firenze rischotendo i denari di suoi pettini [4].

Mercholedì XIII aprile 1355 disse il mignatta Sciacciatopi [5], ch'io ero al fuocho, ed egli entrò dentro i' mia magione e dissemi villania e chi era u chattivo e uno pazzo e una bestia e se m'avesse chonosciuto non m'averebbe data la fante sue per moglie, no ch'ella ciecha sua serocchia [6]; nogli rispuosi sarebbe issuto la mala sera o per me o per lui [7].

Primo di febbraio 1355 disse la gretta pidocchiosa e cieca e guastatore di suoi mariti ch'el ciesso dov'ella chacava era più bello ch'io non avea la boccha mia.

Disse la ciecha e falsa Bernarda ch'el più procciano parente [8] ch'io avea al mondo l'avea detto venerdì XV di gennaio 55 chi'o andava in Francia per lo pane per Dio [9] e non n'avea che manichare. Anche disse chella Franciescha pregava Idio ch'io tornasse in chamiscia ed io era tornato ignudo e m'avea mandato a Pisa un paio di brache. Anchor disse la falsa e disleale ciecha Bernarda giovedì 14 d'aprile ch'i' era un vecchio rimbambito e non mi volea prestare una tovagla, fu presso ad avere la mala giornata se no lla m'avesse prestata.

… 1357 Mercholedì e giovedì XXII e XXIII di febbraio se n'andò dona Bernarda e partisi da me per carta facta di ser Alessandro popolo di Sant'Ambrogio dinaschosamente e portone più chose oltra patta ch'avamo fatti insieme 19 di febraio, anno detto, qui apresso saranno scritti chome dice la charta.


b/ [Sentenza del 5 febbraio 1363 pronunciata dal podestà di Firenze]

In nome di Dio, Amen… Noi Quirico cavaliere e podestà… le infrascritte condanne e sentenze per le condanne contro gli infrascritti uomini pronunciamo…: Lippo di Fede del popolo di San Pietro Maggiore in Firenze processiamo in seguito all'accusa fatta da Benedetto del fu Baldino del detto popolo di San Pietro Maggiore in Firenze, padre e congiunto di Leonarda, figlia sua, del predetto popolo, di fronte a noi ed alla nostra curia.

[Istituiamo questo processo] perché nel luogo e nel tempo specificati nella denuncia il detto Lippo in piena coscienza e contro le disposizione della legge e degli ordinamenti del comune di Firenze, rapì la detta vergine Leonarda, di onesta condotta, con l'intenzione di farle violenza nella casa del detto Lippo e non fu merito suo se non le fece violenza, contro la volontà della stessa Leonarda…,

E consta a noi ed alla nostra curia che tutte le cose predette, una per una, sono vere, come risulta dalla confessione dello stesso Lippo, fatta davanti al nostro giudice ed alla curia, spontaneamente, al quale Lippo fu dato e concesso un certo tempo, ormai trascorso, perché preparasse la sua difesa e nulla fece se non di provare che la detta Leonarda era di condizioni sociali inferiori a quelle del detto Lippo, come è contenuto negli atti nostri e della curia…

Perciò noi Quirico cavaliere e podestà di Firenze … in vigore della nostra autorità… il detto Lippo accusato… condanniamo al pagamento di settantacinque lire da pagare al comune di Firenze…

[1] Francesca era la sorella di Lippo.

[2] Bernarda aveva portato in dote molti pettini per tessere.

[3] Tanto andò fuori di sé, che si levò di notte e andò a gettarsi nelle acque del Sieve a Sanpiero.

[4] Costei che mangia carne ed uova in tempo di quaresima, fingendo di essere malata, pur andando tutti i giorni a Firenze per ritirare il denaro dei suoi pettini.

[5] Fratello di monna Bernarda.

[6] Non mi avrebbe dato una sua serva per moglie, altro che quell'idiota di sua sorella!

[7] Non gli risposi, per evitare incidenti a me o a lui.

[8] Il mio parente più prossimo.

[9] Andavo mendicando.

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UpUltimo aggiornamento: 01/09/05