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Fonti

L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale

a cura di Anna Maria Nada Patrone

© 1974 – Anna Maria Nada Patrone


Sezione VI – Momenti di vita familiare borghese

16. Lettere di condoglianza

Queste due lettere del secolo XV, scritte da due mercanti, sono un eccellente documento e dell'aspetto moralizzante e filosofico che caratterizzava il parlare familiare dei mercanti e della diversa posizione che i borghesi prendevano dinanzi alla morte.

Nella prima lettera, scritta da Giovanni Portinari al cognato in occasione della morte d'un nipotino, le considerazioni rimangono semplicemente di carattere familiare; nella seconda invece, inviata da Bernardo Portinari, fratello del precedente, allo stesso cognato in occasione della morte del padre, le preoccupazioni mercantili sono ben chiare: tali preoccupazioni per il profitto predominano sul dolore, perché il morto è un uomo d'affari che ha lasciato un patrimonio da amministrare.

Fonti: a) Archivio di Stato di Firenze, Strozziane, III serie, CXIII, n. 101 (25 agosto 1451), edizione in CH. BEC, Les marchands écrivains à Florence. 1375-1434, Parigi, Mouton, 1967, pp. 118-119; b) Ibidem, p. 119 (26 maggio 1436).


a/ O' visto chome Ubertino, tuo fanciullo, s'amalò alla fonte, ma non dice di che male e per modo che in pochi dì Domenedio se lo chiamò a ssé. Della qual cosa n'abiamo auti tutti e abiamo assai dolore e dispiacere, quanto di chosa ci potesse essere avenuto… Pure chonsiderando ch'a tutti ci chonviene andare a quel punto e, quanto più tempo ci presta, più pechati ne portiamo e più amaritudine portiamo in questo mondo misero, e ch'è suta volontà di Dio e a questo non è rimedio, vi priegho quanto so e posso siate chontento alla volontà di Dio e porti in pace. Ché per dispiacere e manichonia nollo riaremo, ma possiamo arogiere [1] al danno e nostro Singniore lo abbia per male. Sicché piacciati essere chontento alla sua volontà e preghiamo Iddio guardi te e gli altri. E simile chonforta la Lisa per nostra parte e ch'ella sia chontenta a quello piace al nostro Singniore e lui priegho vi inchuori e choncedavi degli altri, poi s'è voluto quello a ssè, perché… e' truovasi a pié di Dio e libero dalle pene di questo mondo misero. Or più non so che dirmi se no che priegho Iddio vi dia la pazienzia a voi e a noi e ch'assai passione ne portiamo. Christo vi guardi.


b/ Charo cogniato, a salvamento arivai qui, chome arai sentito ed arai auto la dolorosa nuova della perdita fatta del nostro charo padre, per la quale sono in gran passione, chome arai pensato. Né spettavo tal nuova e troppo gran danno ne riceviamo, nonostante l'età sua, ché le cose avean bisogno di lui anchora lungamente. Ma poi ch'è suto piacere di Dio torcelo, ci chonviene rassegnarci alla volontà sua e io chosì farò e attenderò a preghare per l'anima, la quale gli sia piaciuto ricevere nella sua gloria. E volessi Iddio mi fossi ritrovato alla sua fine a chonfortare chotesta nostra vedova madre, la quale penso ne resta mal paziente, ma chonfido in voi e negl'altri nostri parenti ed amici che l'avete chonsolata. E io per lettera la chonforto, poi che per altro modo nollo posso fare. E voi priegho l'abiate per rachomandata chome sempre l'avete suto e per lo simile Adoardo, al quale vi pregho tegniate le mani addosso a richordargli quello vi pare sia di bisognio per chonservare el pocho ci à lasciato, ché lui mi schrive farà tutto quello potrà e chosì credo farà ché conoscierà ora meglio il bisognio suo e nostro. E quando vedesti facessi l'opoxito e che fosse bisognio io tornassi di chostà per salvamento dello stato nostro, vi priegho me n'avisiate, ché verrei subito e sanza lungho dire.

Vi rachomando in tutta choscientia ché in voi chonfido più che in altri. E la Lisa chonfortate per mia parte: che voglia aver pazienzia alla volontà di Dio, non bisogna vi rachomandi.

[1] Aggiungere.

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UpUltimo aggiornamento: 01/09/05