Logo di Reti Medievali 

Didattica

spaceleftMappaCalendarioDidatticaE-BookMemoriaOpen ArchiveRepertorioRivistaspaceright

Didattica > Fonti > L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale > VI, 3

Fonti

L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale

a cura di Anna Maria Nada Patrone

© 1974 – Anna Maria Nada Patrone


Sezione VI – Momenti di vita familiare borghese

3. L'allattamento

Il già ricordato maestro Albino di Moncalieri, riferendosi ai primi giorni di vita del neonato, insiste sull'allattamento materno, quasi implicitamente fosse convinto della validità di quei concetti che saranno poi difesi nel secolo XIX dal Lambruschini e in questo secolo da Freud, cioè che l'allattamento materno non solo è l'alimento più idoneo e valido per il bimbo, ma è utile anche per lo sviluppo psichico dell'infante, che ha bisogno dell'affetto e del contatto con la madre. Nel caso che la madre non volesse o non potesse allattare il proprio bimbo l'Albini dà saggi consigli per la scelta della nutrice, che, in ambiente borghese, era spesso scelta tra le schiave.

Per la nutrizione del bambino l'Albini (e quindi la scienza del suo tempo) non è contrario all'allattamento sino ai tre anni, però, se si vuole abituare il bimbo ai cibi, appena abbia messo i denti, consiglia uova, brodo, carne pestata ed anche in queste norme dietetiche davvero non si allontana troppo da quelle suggerite dalla moderna pediatria.

Fonte: G. CARBONELLI, Il «De sanitatis custodia» di Maestro Giacomo Albini di Moncalieri, cit., pp. 57-58.


Se è possibile ed è nella consuetudine, è più conveniente per il bambino il latte della propria madre anziché quello della nutrice, infatti quello materno è simile al nutrimento con cui era nutrito nell'utero ed è verosimile che sia più simile alla composizione del suo organismo di quello di qualsiasi altra donna. Quindi il bambino non deve essere separato dalla madre,… perché il latte materno è il primo cibo a cui è già avvezzo, infatti nel ventre il bambino era nutrito con il sangue ed ora si nutre delle medesime sostanze di poco mutate nelle mammelle, così anche dopo la nascita continua ad avere lo stesso nutrimento…

Ma poiché molte volte l'allattamento è impedito, sia a causa di malattie, sia per altre cause, specialmente presso persone nobili e delicate, bisogna scegliere una nutrice secondo le norme più sotto riportate, che sono l'età, il carattere, l'aspetto fisico, la moralità, la forma delle mammelle, la qualità del latte, il tempo passato dopo il parto, la buona disposizione verso il bambino.

Deve essere dunque la nutrice giovane di età, tra i venticinque ed i trentacinque anni, perché questa è l'età della giovinezza, della salute e della robustezza…

Bisogna anche che la nutrice abbia una carnagione chiara, che sia di buon carattere, che abbia il petto breve ed ampio, il collo robusto, ma non molto carnoso, in modo che non sia macilenta ma neppure impedita da eccessiva pinguedine, infatti la bontà del carattere, la bellezza del colore e la conveniente forma delle membra testimoniano la buona conformazione del fegato e delle vene e conseguentemente la bontà del sangue e quindi la purezza del latte, dal momento che il latte è sangue diventato bianco.

La nutrice deve essere anche di buoni costumi, non deve lasciarsi trascinare da improvvisi sentimenti passionali, quali l'ira, il furore, la tristezza e simili, infatti modi siffatti alterano l'equilibrio ed indeboliscono il latte di cui il bambino deve nutrirsi. Perciò presso alcuni è proibito che le sciocche allattino, infatti hanno poca cura dei bambini che a volte traggono da esse le radici dei loro vizi.

… [Al bimbo] è sufficiente succhiare le mammelle due o tre volte al giorno nei primi mesi e non si permetta al bambino di riempirsi eccessivamente affinché il suo ventre non si dilati troppo, infatti da questo deriva molta aria da cui sono provocati dolori di ventre, insonnia e pianti…

La nutrice non deve ad ogni pianto porgere le mammelle al bambino e lasciarlo succhiare, perché a volte si lamentano per motivi diversi dalla fame, ma con voce carezzevole e melodiosa o movendoli delicatamente come in culla li deve calmare…

La nutrice inoltre quando si avvicina il tempo in cui il bimbo incomincia a parlare, deve rivolgerglisi con parole diverse e ripetute affinché sia spinto a parlare più presto.

© 2000
Reti Medievali
UpUltimo aggiornamento: 01/09/05