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Didattica > Fonti > L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale > VI, 4

Fonti

L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale

a cura di Anna Maria Nada Patrone

© 1974 – Anna Maria Nada Patrone


Sezione VI – Momenti di vita familiare borghese

4. Il fidanzamento

Le disposizioni degli statuti comunali in materia matrimoniale non sono molto numerose e tacciono completamente degli sponsali o «matrimonio promesso nel futuro», in quanto in genere tali problemi generali erano contemplati nel diritto canonico e nel diritto romano. Con gli sponsali, premessa del matrimonio, il fidanzato inanellava la sposa e si fissavano per iscritto i patti nuziali. Iniziava da quel momento per la donna il dovere della fedeltà, la cui violazione prendeva già il nome di adulterio. Gli impegni di matrimonio erano veri e propri contratti di affari, redatti o in proprio dai futuri sposi (cfr. lettura a) o a loro nome dai rispettivi genitori (cfr. lettura b); la mentalità borghese interpreta infatti ogni momento della vita di un individuo secondo un metro mercantile.

Fonti: a) A. FERRETTO, Documenti intorno alle relazioni tra Alba e Genova, in «Biblioteca della Società Storica Subalpina», XXIII, Pinerolo, 1916, p. 245, doc. CCLXXXVIII (24 gennaio 1262); b) G. FALCO – G. PISTARINO, Il cartulario di Giovanni di Giona di Portovenere (secolo XIII), in «Biblioteca della Società Storica Subalpina», CLXXVII, Torino, 1955, p. 67, n. 83 (4 dicembre 1259).


a/ Nel nome di Cristo. Alla presenza dei testi infrascritti, Percivalle del Finale si fidanzò con Peronetta, figlia di Giraldino dei Gastaldi di Bologna, mettendo un anello d'oro con una gemma nell'anulare della detta Peronetta.

Rogato a Genova nella casa dell'abbate di S. Siro nella quale abita Imelda, vedova di Girardo maestro d'ascia e presenti i testimoni chiamati, cioè Bonanato di Alba, Isnardo Bandimento cordonario e Giovanni calzolaio di Rapallo. Nell'anno del Signore 1262, indizione quarta, 24 gennaio, di sera, dopo il suono della campana.


b/ In nome del Signore, Amen. In nome di Dio contraiamo [un atto di] matrimonio fra di noi Bovaghevena del fu Giovanni Maghigne e Marchesana coniugi, da una parte, ed io Benvenuto del fu Simone Castagna dall'altra, cioè noi coniugi predetti promettiamo e ci impegniamo con te detto Benvenuto di fare ed agire in modo che Verdetta nostra figlia ti prenda come marito e acconsenta ad averti come sposo e marito legittimo e promettiamo di darti come patrimonio e dote della stessa Verdetta trentuno lire di Genova, metà in denaro e metà in beni al momento in cui tu la sposerai e sarà celebrato il matrimonio e tu Benvenuto devi farci uno strumento di dote della stessa Verdetta secondo gli usi e le consuetudini genovesi.

A mia volta io predetto Benvenuto prometto e mi impegno con voi, predetti Bonaghevena e Marchesana, di prendere in moglie la vostra figlia Verdetta e di sposarmi legittimamente con lei nel termine o nei termini che decideremo tra di noi e di farle uno strumento dotale della predetta dote entro quindici giorni da quando sarà soddisfatto della predetta dote e questa mi sarà stata pagata o per un altro termine, se voi vorrete, secondo gli usi e le consuetudini genovesi.

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UpUltimo aggiornamento: 01/09/05