Fonti
Pisa e il Mediterraneo
Antologia di fonti scritte, dal secolo IV alla metà del secolo XII
scelte da Michele Campopiano e Catia Renzi Rizzo
© 2005 - Michele Campopiano e Catia Renzi Rizzo
per “Reti Medievali”
(A)
Idrîsî, La première géographie de l'Occident, présentation, notes, index, chronologie et bibliographie par
H. Bresc et A. Nef, traduction du chevalier Jaubert, revue par A. Nef, Paris 1999, p. 372 (traduzione dal
francese di M.C. e C.R.R.).
(B)
Abou Chamah, Livre des deux Jardins, ou histoire des deux règnes, in Recueil des Historiens des Croisades,
Historiens Orientaux, T. IV, Paris 1898, pp. 177-178 (traduzione dall'arabo di M. C.).
Il secolo XII è stato concordemente considerato l'età d'oro’ della
storia pisana, e il giudizio deriva dalla facile constatazione che in quel secolo Pisa fu davvero
all'apogeo della sua espansione marittima, e al centro di una fitta rete di relazioni commerciali, rese
possibili, precedute ed accompagnate, dalla sua attività militare nell'XI secolo e all'inizio
del XII.
Come Genova e come Venezia, pur se diverse furono le loro storie interne e le radici delle rispettive
espansioni, Pisa vista dall'esterno, dal versante ‘musulmano’, doveva apparire, come le
altre due città marinare, possente e insieme splendida, ma, forse, ancora più aggressiva e
imprevedibile delle altre due (A). E del resto la sua vicenda mediterranea,
accanto a motivazioni di carattere religioso, accanto all'obiettivo di conquistare o mantenere
libertà di navigazione, evidenziò ben presto l'esigenza di conquiste a carattere commerciale,
che si esplicarono nella possibilità di frequentare porti, nella ricerca di clausole doganali
favorevoli, nella esigenza di installare fondaci e colonie mercantili. E quindi ad una fase essenzialmente
“guerriera”, come quella dell'XI secolo, seguì una progressiva razionalizzazione dei rapporti,
che diventarono quasi amichevoli, secondo regole che -seppur concordate- il ‘musulmano’ ci tiene a
considerare ‘proprie’ (B).
(A)
Pisa è una delle città più importanti e celebri del paese dei cristiani. Il suo territorio
è vasto, i suoi mercati fiorenti, le sue dimore ben popolate, i suoi giardini e verzieri numerosi, le
sue coltivazioni ininterrotte. Il suo stato è possente e la sua storia ammirevole. Le sue fortificazioni
sono alte, le sue terre fertili, le sue acque abbondanti. I Pisani hanno navi e cavalli, pertanto sono pronti a
lanciare spedizioni marittime e ad attaccare le altre località. Questa città si trova sulle rive
di un fiume considerevole che viene dalle montagne della Lombardia, e sulle sue rive vi sono mulini e
giardini.
Idrîsî, La première géographie de l'Occident, présentation, notes, index, chronologie et bibliographie par
H. Bresc et A. Nef, traduction du chevalier Jaubert, revue par A. Nef, Paris 1999, p. 372 (traduzione dal
francese di M.C. e C.R.R.).
(B)
Tra questi eserciti ci sono quelli dei Veneziani, dei Pisani e dei Genovesi. Tutti costoro a volte si
comportavano da aggressori e non si resisteva alla ferocia delle loro devastazioni nè si spegneva la
scintilla della loro malvagità; talvolta erano viaggiatori e dominavano sull'Islam importando beni,
senza che li raggiungesse la temibile mano dei regolamenti. Non vi è tra loro chi ora non porti nel
nostro paese gli strumenti per combatterli ed esercitare contro di loro la Ğihād, e non cerchi di guadagnare
il nostro favore offrendo le produzioni più rare e le ricchezze delle proprie terre. Con tutti loro è
stato stabilito un vincolo d'amicizia ed è stata ordinata la riappacificazione, in accordo a ciò che
noi vogliamo ed essi aborriscono e conformemente a ciò che noi preferiamo e loro non amano.
Abou Chamah, Livre des deux Jardins, ou histoire des deux règnes, in Recueil des Historiens des Croisades,
Historiens Orientaux, T. IV, Paris 1898, pp. 177-178 (traduzione dall'arabo di M. C.).
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