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Didattica > Strumenti > Tolleranza e guerra santa nell'Islam > Documentazione 1, 10

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Tolleranza e guerra santa nell'Islam

di Biancamaria Scarcia Amoretti

© 1974-2007 – Biancamaria Scarcia Amoretti


DOCUMENTAZIONE

1. L'Islam e l'Occidente
10. La contraffazione cristiana dei testi sacri

II testo che segue fa il punto sull'idea islamica della contraffazione dei testi sacri giudaici e cristiani. Quest'idea, se così si può chiamare, è frutto della delusione di Maometto per non essere stato accettato dalle due comunità e, allo stesso tempo, della sua reiterata volontà di considerarsi nella scia e dentro l'area delle altre due religioni monoteistiche; in pratica è uno strumento per poter lanciare il proprio appello senza violentare l'Altro, riconosciuto per quello che è. Il testo è della seconda metà del X secolo ed è tratto da Shifa’ al-gialil di ‘Abdallāh b. ‘Abd al-Malik Giuwaynī, Imām al-Haramayn, ed. M. Allard, Beyrouth, 1968, pp. 39 e 49-50.


Passaggi molto chiari del Corano danno informazioni sicure e testimoniano che i testi della Thora e del Vangelo contengono menzione del Principe degli Inviati (la preghiera di Dio su di lui), ed è questo fatto che ha portato i dotti musulmani ad affermare che tali testi sono stati alterati… In effetti, ebrei e cristiani negano l'annuncio di Maometto e si aiutano per questo con argomenti che sono come un «miraggio nel deserto che l'uomo assetato prende per acqua, ma quando arriva trova il nulla» (Cor., 24/39). Analizziamo questi argomenti, e vedremo che ebrei e cristiani hanno condotto un esame insufficiente sui metodi atti a prendere conoscenza del fatto, e che essi si rifanno ai loro grandi, i quali erano ignoranti e hanno perseverato nella loro ignoranza… Quello che stupisce presso ebrei e cristiani è che ammettano l'alterazione ma diano poi dell'insensato a chi quella sostiene. Discutono sull'impossibilità d'alterazione dopo averne ammessa l'effettiva realtà. Secondo loro, tale impossibilità condiziona l'affermazione del fatto dell'alterazione. Essa risulterebbe dalla recensione di tutti gli esemplari della Thora e del Vangelo dispersi nelle contrade della terra e per la sua immensità, e dalla sicurezza che ogni individuo appartenente a queste religioni, sapiente, casto, pio o peccatore che sia, si riveli docilmente unanime e concorde su un'unica opinione e su una espressione comune, nonostante lo scarto con chi la pensa diversamente…

Che ebrei e cristiani siano d'accordo sulla possibilità di alterazione nei testi sta nel fatto che per loro gli esemplari della Thora che posseggono gli uni e gli altri contengono passi palesemente menzogneri… Secondo i cristiani, e qui sta il loro motivo di divergenza, la Thora dimostra che il Cristo doveva giungere al tempo in cui è effettivamente esistito, e gli esemplari della Thora in mano loro confortano questa tesi. Pretendono dunque che gli ebrei hanno alterato le copie in loro possesso per non riconoscere la missione di Cristo. Gli ebrei pretendono il contrario, che i cristiani hanno alterato il testo, dovendo il Cristo venire nella settima era… In pratica, le due parti concordano nell'affermare che i testi sono stati effettivamente alterati, ma si danno in questo modo sostegno l'un l'altra…

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Ultimo aggiornamento: 14/02/07