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Tolleranza e guerra santa nell'Islam

di Biancamaria Scarcia Amoretti

© 1974-2007 – Biancamaria Scarcia Amoretti


DOCUMENTAZIONE

1. L'Islam e l'Occidente
3. Trattato di ‘Umar con il Patriarca di Gerusalemme

Un documento fondamentale per sostenere che lo scontro armato si riverbera nella realtà dei fatti in un incontro arabo con la civiltà cristiana di Siria è rappresentato dal testo dell'accordo firmato tra il califfo ‘Umar e il Patriarca di Gerusalemme nel 638. Questo testo sarà oggetto di meditazione da parte dei giuristi che teorizzeranno delle soluzioni auspicabili per la guerra santa o guerra legale, e delle garanzie da offrirsi al vinto. La preferenza data all'accordo, come sbocco di pace, piuttosto che a una conquista che facesse seguito a un assedio, diventerà una costante nel mondo islamico. Una motivazione meramente tattica, quand'anche fosse invocabile all'epoca del trattato, non è valida per le epoche posteriori. Il trattato diventa il modello per eccellenza della conclusione della guerra, a cui il buon guerriero e il buon generale devono tendere. Nel caso specifico di Gerusalemme, il privilegio concesso alla maggioranza cristiana della città comporta una punta antiebraica. A spingere i musulmani in questo senso i cristiani si adopereranno durante tutto il periodo della conquista della Siria. Per il testo arabo, vedi Tabarī, Ta’rīkh, V, 2405-2406.


Nel nome di Dio, clemente, misericordioso,

Questo è quanto ‘Umar, principe dei credenti, ha garantito al popolo di Aelia [Gerusalemme].

Ha garantito le loro vite, la proprietà, le chiese, le croci: le loro chiese non saranno abitate da stranieri, né saranno distrutte, né rovinate in alcuna parte; e così le loro croci o proprietà.

Non saranno perseguitati per la loro religione, né molestati.

Agli ebrei non sarà permesso di vivere con loro a Gerusalemme.

Gli abitanti di Aelia pagheranno un tributo della stessa entità di quello pagato dagli abitanti di Madā’in.

Dovranno esigere che bizantini e ladri lascino la città.

Se costoro se ne andranno, saranno sicuri della loro vita e delle loro proprietà fino a che raggiungeranno il loro paese.

Ma ai bizantini che preferiranno restare, verrà data garanzia se accetteranno gli stessi impegni di coloro ai quali, tra gli abitanti di Aelia, compete il tributo.

Coloro, tra gli abitanti, che vorranno seguire Bisanzio, avranno sicure vita e proprietà, purché lascino le loro chiese e le loro croci.

Quelli del contado che si trovavano prima in città potranno, qualora lo desiderino, restare con gli stessi obblighi di coloro cui s'addice il tributo; quelli che preferiranno seguire Bisanzio, lo facciano, e chi vuole ritornare alla sua terra, vi torni entro il tempo del raccolto.

Questo documento è munito della garanzia di Dio, del suo apostolo, dei califfi, e dei credenti, sempreché gli abitanti ottemperino al loro dovere di pagare il tributo.

© 2000
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Ultimo aggiornamento: 14/02/07