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Tolleranza e guerra santa nell'Islam

di Biancamaria Scarcia Amoretti

© 1974-2007 – Biancamaria Scarcia Amoretti


DOCUMENTAZIONE

1. L'Islam e l'Occidente
5. Eraclio e i vescovi di Siria

I cristiani contemporanei ai primi califfi, e al primo espandersi dell'Islam non possono non considerare il monoteismo islamico come un progresso rispetto alle precedenti condizioni degli arabi. È vero che essi rimangono depositari della perfetta conoscenza, ma i musulmani vengono messi sullo stesso piano degli ebrei, e riconosciuti così come parte della famiglia monoteistica. Nel testo che riportiamo, tratto dalla Cronaca di Séert, Patrologia Orientalis, ed. Scher, XIII, 1919, p. 626, la concezione di medianità tra il bene e il male attribuita all'Islam è particolarmente interessante, perché ammette un'eventuale possibilità di sviluppo, che per il cristiano è naturalmente conversione alla sua religione, ma che comunque non viene esclusa come invece occorrerà più tardi.


In quei giorni, Eraclio, essendo venuto a conoscenza di ciò che era capitato ai suoi partigiani, e avendo saputo della conquista araba dell'impero persiano, radunò ad Antiochia tutti i vescovi di Siria e domandò loro di esprimere la propria opinione riguardo agli Arabi che erano appena apparsi sulla scena, riguardo al loro regno e alle allusioni loro riservate dalle Sacre Scritture. Ognuno disse il suo pensiero. Allora egli parlò ai vescovi riuniti e ai generali che erano presenti: «Questo popolo è come la sera, che sta a mezza strada tra il giorno e la notte, e non è luminosa né scura; questo popolo non è né rischiarato dalla luce di Nostro Signore il Cristo, sole dell'universo, ne è sprofondato nelle tenebre dell'idolatria». Dopo questo discorso, i vescovi l'informarono sulla benedizione che Abramo aveva dato a Ismaele e di cui parla il Pentateuco, e gli dissero che l'apparizione del loro regno doveva avere luogo di necessità. Eraclio ordinò alle sue genti di non opporsi al comando di Dio lottando contro questo popolo, ma di limitarsi semplicemente a difendere le città e le province loro affidate, e nel caso quelli l'avessero preteso, di pagar loro tributo.

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Ultimo aggiornamento: 14/02/07