Logo di Reti Medievali 

Didattica

spaceleftMappaCalendarioDidatticaE-BookMemoriaOpen ArchiveRepertorioRivistaspaceright

Didattica > Strumenti > Tolleranza e guerra santa nell'Islam > Documentazione 3, 5

Strumenti

Tolleranza e guerra santa nell'Islam

di Biancamaria Scarcia Amoretti

© 1974-2007 – Biancamaria Scarcia Amoretti


DOCUMENTAZIONE

3. Mediazione e fanatismo in seno alla comunità islamica
5. I fuorilegge

A esemplificare il punto di rottura fra mistica e ortodossia citiamo alcuni brani dagli Akhbār al-Hallāj, un testo di poco successivo alla morte (922) del grande mistico Hallāj. Il tema della non assoluta cogenza della legge dell'individualismo eroico del santo è esplicito in tutti i brani che seguono. D'altra parte non viene smentita la peculiare concezione islamica dell'unità e unicità divina, così come il riferimento al Corano è della più pura ortodossia. (Cfr. ed. e trad. L. Massignon e P. Kraus, Paris, 1936, pp. 55-56, 88, 91, 80).


Secondo che racconta Ibrāhīm b. Fātik, quando si condusse Hallāj al supplizio, questi guardò la forca e i chiodi ridendo tanto che gli vennero le lacrime agli occhi. Poi si voltò verso la folla, vide ash-Shiblī e gli chiese: «Hai con te il tappeto per pregare?». Quegli rispose affermativamente. Allora Hallāj lo fece stendere, e recitò una preghiera, con due prosternazioni…

Quand'ebbe concluso la preghiera, disse alcune cose che non ricordo, e poi: «Mio Dio, Tu che appari ovunque e da nulla dipendi, Ti scongiuro come garante di quanto mi devi e di quanto io Ti devo. La garanzia che io offro per quanto Ti devo è opposta alla Tua, perché la mia reca l'impronta dell'umanità, la Tua della divinità. Come la mia umanità si annulla nella Tua divinità senza mescolanza alcuna, così la Tua divinità si impossessa senza mescolanza della mia umanità.

Ti scongiuro anche per la perennità Tua che ricopre la mia temporalità, e per la temporalità mia nascosta tra le pieghe della Tua perennità: permettimi di ringraziarTi del favore che mi hai concesso, quando hai privato gli altri dei tratti del Tuo volto, e hai interdetto loro di immergere lo sguardo nelle profondità del Tuo mistero, che hai concesso a me. Costoro, Tuoi servitori, si sono adunati a uccidermi, per zelo nei Tuoi riguardi e per desiderio di avvicinarsi a Te. Perdonali, perché se Tu avessi loro svelato quello che a me hai svelato, non avrebbero agito come agiscono; e se Tu avessi sottratto ai miei sguardi quello che hai loro negato, non subirei la prova che ora affronto. Sia lode a Te, per quel che Tu fai, e lode a Te per quel che Tu decidi».

Poi tacque, e prese a discorrere con Dio in silenzio. Allora si fece a lui il carnefice…


Si tramanda da ‘Abdallāh b. Tāhir al-Azdī: Litigavo con un ebreo nel mercato di Baghdad, e mi capitò di chiamarlo cane. Passava di lì Hallāj, che mi rivolse uno sguardo indignato e mi disse: «Non abbaiare contro il tuo cane». E se ne andò. Finito il litigio, mi recai da lui. Entrai, ma egli distolse lo sguardo. Mi scusai e si calmò. Poi mi disse: «Figliolo, ogni fede viene da Dio, che a ogni gruppo ha assegnato un suo credo, per scelta non da esso gruppo determinata, ma ad esso gruppo imposta. Dunque, se alcuno rimprovera a un altro la vanità del suo credo suppone che egli l'abbia scelto liberamente, e in ciò consiste l'eresia dei qadariti, che credono nel libero arbitrio assoluto e sono i mazdei di questa nostra comunità. Sappi che Cristianesimo, Giudaismo, Islam e altre religioni, sono nomi diversi e appellativi diversi, senza per questo che il fine loro muti…».


Disse: II Corano esprime tutte le scienze. E le esprime in segni consonantici, in armonia tra loro. Questi provengono dalla Scrittura della linea dell'equilibrio. Fissa è la base, celesti sono le derivazioni. E attorno gravita la proclamazione della divina Unità.

© 2000
Reti Medievali
Ultimo aggiornamento: 14/02/07