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Il movimento crociato

di Franco Cardini

© 1972-2006 – Franco Cardini


Fonti e temi di ricerca

1. Le grandi collezioni

Dati i molteplici punti di vista dai quali le crociate potrebbero essere oggetto di studio, molti tipi di fonti sarebbero suscettibili di venire all'uopo utilizzati: anzi, una grave colpa della crociatistica fino al secolo scorso è stata quella di aver sopravvalutato le fonti narrative a scapito di quelle documentarie, per tacere le letterarie, le liturgiche, le giuridiche, le economiche, le iconografiche. Toccheremo qui panoramicamente alcuni dei temi che ancora sarebbero da mettere a fuoco: ma diamo innazitutto uno sguardo alle grandi collezioni di fonti edite – cronistiche in prevalenza – dedicate al nostro tema.

La prima di esse è: Gesta Dei per Francos sive orientalium expeditionum et regni Francorum Hierosolymitani historia a variis sed illius aevi scriptoribus litteris commendata, edidit J. BONGARS, Hannover, 1611. Il Bongars, calvinista e ammiratore di Enrico IV, dedicò al di lui figlio Luigi XIII questa raccolta di cronache crociate cui pose significativamente il titolo di Gesta Dei per Francos, già in uso presso i cronisti medievali, a significare quasi il dovere carismatico dei re di Francia di fungere da spada del Signore. Opera fortunata e ancor oggi famosa, quella del Bongars rivelò ben presto però i propri limiti poiché tra XVII e XVIII secolo l'erudizione storica segnò un formidabile e decisivo progresso sia con il gesuita Bolland e i suoi collaboratori, che con gli Acta Sanctorum impostarono lo studio scientifico dell'agiografia, sia con i benedettini della congregazione di San Mauro, i quali gettarono le basi metodologiche per il rinnovarsi dell'erudizione.

I padri Maurini pensavano forse, in un primo momento, solo a un'integrazione, revisione e riedizione su più solide basi critiche della fatica del Bongars: cominciarono a questo fine a raccogliere un vasto materiale che non si arrestava alle cronache ma si volgeva anche allo sfruttamento delle lettere e dei documenti diplomatici nonché alla ricerca degli inediti. L'appassionata opera in questo campo di Dom Georges-François Berthereau, insegnante di greco e di ebraico all'abbazia di Saint Denis, fece entrare una volta per tutte lo studio delle fonti orientali nel materiale necessario alla crociatistica. La Rivoluzione Francese e la morte dello stesso Berthereau il 26 maggio 1794 rischiarono di disperdere i risultati dell'annoso lavoro; per fortuna il materiale fu salvato dall'intervento di Silvestre de Sacy, che ne segnalò l'importanza in una lunga memoria comparsa sul «Magasin Encyclopédique» del 1801. Ora la collezione Berthereau – trentun volumi in-folio – si trova presso la Bibliothèque Nationale di Parigi che l'acquistò nel 1813. I Maurini possono quindi, come e più del Bongars, considerarsi gli autentici pionieri della crociatistica. Seguendo le loro orme e sfruttando a fondo le fatiche inedite del Berthereau e la collaborazione dell'orientalista J. T. REINAUD, lo storico J. F. MICHAUD poté pubblicare la raccolta Bibliothèque des croisades contenant l'analyse de toutes les chroniques d'Orient et d'Occident qui parlent des croisades, voll. 4, Paris, 1829². Questa raccolta in sé non può stimarsi molto felice – il Michaud, cultore entusiasta di storia crociata, è in realtà più un compilatore erudito che non un vero e proprio storico – ma ha il merito di sfruttare per la prima volta l'immenso tesoro raccolto dal Berthereau e di aprire così la strada al grande Recueil des historiens des croisades, edito a Parigi dal 1841 al 1906 per cura dell'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres e ricco di ben 16 grossi volumi distinti in cinque serie (Historiens occidentaux, voll. 5, 1844-1895; Historiens orientaux, voll. 5, 1872-1906; Historiens grecs, voll. 2, 1875-1881; Documents arméniens, voll. 2, 1869-1906; Lois. Les assises de Jérusalem, voll. 2, 1841-1843): di quest'opera la Gregg Press di Londra ha curato una bella ristampa anastatica in più maneggevole formato.

La passione che la crociata suscitava nel clima romantico, insieme con le sollecitazioni nazionalistiche in esso implicite (continuando a vedersi la crociata come evento essenzialmente francese) e che il governo bonapartista prima, la destra revanscista poi avevano interesse a coltivare, fecero sì che gli studi aperti dalla pubblicazione del Recueil prosperassero e non si arrestassero al movimento crociato vero e proprio, bensì fossero indirizzate a meglio comprendere la realtà dei principati franchi di Terrasanta, cioè di quell'oriente latino che ormai si definiva con orgoglio «France d'Outremer». Nacque da tali istanze la Société de l'Orient Latin fondata da P. Riant che ne fu l'animatore instancabile e cui aderirono i crociatisti e gli orientalisti migliori, soprattutto francesi: da A. Molinier a H. Hagenmayer, da E. G. Rey a L. Mas Latrie, da R. Röhricht a G. Schlumberger. La Société si proponeva d'infrangere i limiti politico-religioso-militari della storia crociata tradizionale e recuperare di essa anche gli aspetti giuridici, sociali, economici, culturali: essendo a ciò indispensabili la preparazione e l'edizione di nuove fonti, uscivano – rispettivamente nel 1881 e 1884 – due volumi di studi e testi, le Archives de l'Orient Latin, cui faceva seguito nel 1893 la fondazione della «Revue de l'Orient Latin», che fra i molti suoi meriti aveva quello di non trascurare le scienze «ausiliari» quali archeologia, sfragistica, numismatica. Ci si preoccupava inoltre anche di chiarire gli aspetti meno conosciuti delle crociate posteriori alla prima, creando a tal uopo la collezione Publications de la Société de l'Orient Latin (distinta in: série historique, voll. 5, Genève, 1877-1887; série géographique, voll. 5, Genève, 1877-1879), la seconda serie della quale è preziosa altresì per la storia dei pellegrinaggi, argomento affine e spesso coincidente col nostro. Segnaliamo che parecchie di queste fonti sono oggetto, ai nostri giorni, di riedizioni scientificamente curate: ma su ciò non entriamo in particolari che al lettore di queste pagine potrebbero sembrare pedanti, e rimandiamo ai repertori citati al paragrafo 1 della Bibliografia. Quanto fin qui abbiamo detto vale per collezioni in tutto o in parte dedicate alle cronache, le quali del resto costituiscono il grosso delle fonti utilizzabili ai nostri fini; meno fortunati – e per quantità di fonti specifiche, e per edizioni relative – siamo per quanto concerne le documentarie: citiamo tuttavia la serie Documents relatifs à l'histoire des croisades edita a partire dal 1945 a Parigi per cura dell'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres (a tutto il 1957 erano usciti 6 volumi). Per la fine del Medioevo, preziosa è la serie Notes et extraits pour servir à l’histoire des croisades au XV.e siècle, a cura di N. Iorga, voll. 6, Paris-Bucarest, 1899-1916.

Naturalmente, però, non è da collezioni particolari che lo studioso dovrà attendersi la soluzione dei suoi problemi. Vi è una quantità di riferimenti alla crociata in documenti già editi o regestati quali quelli pontifici, o quelli comunali, quelli di enti particolari come gli ordini religiosi, abbazie ecc., quelli di tipo commerciale; e lo stesso può dirsi per parecchi documenti d'archivio: per esempio un più o meno ingente lascito in denaro pro passagio generali sitrova di frequente nei testamenti del Duecento. Si tratta purtroppo di ricerche da condurre senza la guida di pubblicazioni o di raccolte specializzate, ma che tuttavia sono possibili almeno al livello di sondaggio monografico, sia pure senza ambizioni di completezza, le quali ultime potrebbero esser giustificate solo da ricerche d'équipe, «a tappeto».

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UpUltimo aggiornamento: 20/06/06