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Didattica > Strumenti > Il movimento crociato > Testi, 11

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Il movimento crociato

di Franco Cardini

© 1972-2006 – Franco Cardini


TESTI

11. Le colonie latine

Furono soprattutto Genovesi e Pisani a occuparsi della Terrasanta; ma non vi mancavano colonie veneziane, mentre per tutto il secolo XII almeno restava anche qualche vestigia dell'antica potenza mercantile amalfitana. Più tardi, giunsero anche Catalani e Provenzali. Il primo dei nostri brani è il testo d'un'iscrizione che, su richiesta dei Genovesi, fu posta nella chiesa del S. Sepolcro (dal Codice diplomatico della repubblica genovese, a cura di C. IMPERIALE DI S. ANGELO, I, Genova 1936, n. 18, p. 23); gli altri due sono privilegi (da Archives de l'Orient Latin, II, Paris 1884, réimpr. anast., Bruxelles, 1964, p. 214; e da Documenti sulle relazioni delle città toscane coll'oriente cristiano e con i Turchi, a cura di G. MÜLLER, ed., anastatica, Roma, 1966, p. 8).


a) Nell'anno dell'Incarnazione del Signore millesimo centesimo quinto, il 26 maggio, essendo antistite della Chiesa di Gerusalemme il signor patriarca Daiberto, regnando Baldovino, dette Iddio la città di Acri al Suo glorioso Sepolcro per mano dei Suoi servi i Genovesi, i quali venuti con la prima spedizione dei Franchi virilmente giovarono nell'acquisto di Gerusalemme, di Laodicea e di Tortosa: da loro soli presero Solino e Gibeloth, aggiunsero all'impero gerosolimitano Cesarea e Assur. Pertanto a questo popolo glorioso il re Baldovino invittissimo dette in perpetuo possesso a Gerusalemme una via, un'altra in Giaffa e la terza parte di Cesarea, di Assur e di Acri.


b) … messer Guilielmus de Burgaro e messer Simon Malocellus, consoli e visconti in Siria per il comune di Genova, secondo il trattato del comune di Genova, hanno preso possesso materiale di metà della casa che è stata un tempo di Nicolas Antelmi, nella quale abitò messer Bonarellus. E dichiarano di aver accettato il possesso della detta metà per conto del comune di Genova e a nome del comune medesimo, e la tengono per la parte detta e la posseggono a vantaggio del detto comune di Genova e a nome del comune stesso, e hanno posto nella detta casa a vantaggio e a nome del comune di Genova il detto Bonarellus, che ha promesso di andarsene a discrezione del detto comune o del suo nunzio.

Fatto in Acri, sulla scala della detta casa, MCCXLVIIII, indizione sesta, XXIII giugno prima di terza. Io Castellinus de Paxano, notaio del sacro impero, ho rogato.


c) Nel nome della Santa e Indivisibile Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, amen.

Sia noto a tutti che io Amalrico, per la grazia di Dio conte di Ascalona, per volontà e sollecitazione del mio fratello e signore Baldovino re di Gerusalemme, dono, concedo e confermo a te, Villano venerabile arcivescovo di Pisa, insieme con i consoli di detta città e con i Pisani tutti, la metà di ogni diritto che mi spetta, e [concedo] che i Pisani possano entrare, uscire, comprare e vendere in Giaffa per terra e per mare.

Dono inoltre ai Pisani una piazza in Giaffa, affinché vi costruiscano case per sé e se ne servano come loro mercato. Concedo ai medesimi un'area per fabbricarvi una chiesa, se il signore e maestro della cristianità, il patriarca [di Gerusalemme], lo permetterà.

E affinché questo mio dono, concessione, conferma, possa rimanere in perpetuo stabile, sicuro e intatto, e non possa essere alterato né turbato dalla frode o dalla violenza di alcuno, corroboro questa carta col mio sigillo e la munisco dei sottoscritti testimoni: [seguono i nomi dei testimoni].

Dato in Ascalona, per mano del cancelliere Radulphus, il giorno IV dalle none di giugno (1157).

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UpUltimo aggiornamento: 20/06/06