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Il movimento crociato

di Franco Cardini

© 1972-2006 – Franco Cardini


TESTI

19. Come si predicava la croce

Diamo tre esempi di come avveniva la propaganda crociata. Il primo è un exemplum del celebre predicatore domenicano Stefano di Borbone (da Anecdotes historiques, légendes et apologues tirés du recueil inédit d'Etienne de Bourbon dominicain du XIIIe. siècle, publiés par A. LECOY DE LA MARCHE, Paris; 1877, pp. 37-38), l'altro è una traccia di argomentazioni che il predicatore può seguire, tratta da un manuale sempre domenicano (da A.LECOY DE LA MARCHE, La prédication de la croisade au XIII siècle, «Revue des Questions Historiques», XLVIII, 1890, p. 24). Il terzo ed ultimo brano ci trasporta invece dall'atmosfera dugentesca a quella quattro-cinquecentesca: si tratta del resoconto cronistico di una predica tenuta a Siena in un momento in cui, dopo la caduta di Costantinopoli in mano turca nel 1453, l'Europa era di nuovo attanagliata dal terrore (da SIGISMONDO TIZIO, Historiae Senenses, copia manoscritta del secolo XVII, Siena, Biblioteca Comunale, t. IV, c. 346 sgg.). Purtroppo, per ragioni di spazio, non possiamo riportare anche la descrizione della processione che seguì alla predica per implorare da Dio il successo della crociata, e che sarebbe stata altrettanto significativa.


a) Sembra che la croce presa in suffragio loro (dei defunti), soprattutto la crux transmarina, giovi loro o alla salvezza completa o alla mitigazione della pena… L'abate di Morback narrava in presenza dell'arcivescovo di Treviri – e diceva di essere stato sul luogo dell'accaduto – che dalle sue parti al tempo in cui si predicava la crociata d'oltremare avvenne che un tale, passando per un'oscura foresta, s'imbatté in tre cavalli neri come carbone che si dilaniavano a vicenda, e dietro di loro ne scorse un quarto della medesima specie che portava in groppa una figura umana, la quale si lamentava in modo tale da suscitare la più viva pietà. E chiedendo il cavaliere al passeggero se aveva visto altri tre a cavallo come lui, questi gli rispose di aver notato solo tre cavalli neri: al che [il cavaliere] proruppe in grida strazianti, chiamando se stesso disgraziato e privo di aiuto. Il passeggero volle sapere allora il motivo di tanta disperazione: e quello gli rispose che fino ad un momento prima aveva avuto tre compagni di sventura, come lui spaventosamente torturati da altrettanti demoni sotto forma di neri destrieri: essi erano appunto le cavalcature che il passeggero aveva veduto senza cavaliere, perché gli amici dei tre avevano preso in loro suffragio la croce oltremarina, grazie alla qual cosa essi erano stati liberati dalla signoria dei demoni mentr'egli solo vi rimaneva: e perciò chiamava se stesso infelice, per essere rimasto solo [in quelle condizioni] a causa della mancanza di amici.

Il viandante gli domandò allora se sarebbe stato liberato, nel caso in cui qualcuno avesse preso la croce in suo suffragio; e il defunto rispose che certamente sarebbe stato così, ma che purtroppo egli non aveva neppure un amico nel mondo dei vivi che sarebbe stato disposto a farlo. Ma l'altro, preso da compassione per lui, si chinò a terra, strappò un filo d'erba e se ne fece una croce esprimendo dinanzi a Dio il voto di compiere il pellegrinaggio per la salute di quell'anima e di prendere la croce secondo le regole formali da un sacerdote se il Signore l'avesse liberata.

Accadde allora che [il cavaliere] all'istante disparve rendendogli grazie, mentre il cavallo si dette alla fuga fremendo terribilmente e lacerando a morsi le sue stesse carni; nel luogo dove l'anima sofferente era apparsa, rimasero solo alcune ossa di abbagliante candore. E subito il viandante si affrettò a cercare un sacerdote, prese dalle sue mani la croce e lo guidò in solenne processione con tutto il popolo fino al luogo del prodigio, dove trovarono le ossa del defunto e le seppellirono.


b) … Vedete, carissimi, dove conducono le troppo spesso ingiuste guerre mondane e dove invece quella di Cristo, la più legittima di tutte. Nelle prime molti si lasciano coinvolgere a causa della loro amicizia con qualche personaggio: possa la vostra amicizia con Gesù persuadervi a intraprendere la seconda. Essi sono mossi dal desiderio d'una gloria vana: voi lasciatevi condurre da quello della patria celeste. Essi sono spinti dai bisogni quotidiani giacché non hanno sovente altra risorsa: voi dovete badare invece ai soli bisogni dell'anima vostra.

Per mezzo delle guerre ordinarie, il Diavolo precipita molta gente all'inferno: viceversa, con questa guerra santa, è il Signore che vi attira in Cielo. Io vi prometto da parte del Padre, Figlio e Spirito Santo che tutti coloro i quali s'impegneranno in questa guerra, se morranno in battaglia dopo essersi pentiti e confessati dei loro peccati, entreranno in possesso del regno che il Signore ci ha conquistato per mezzo della croce, ed ecco che ora io vi concedo l'investitura feudale di quel regno per mezzo della croce stessa, la croce che vi tendo. Venite, dunque, e nessuno rifiuti un'investitura così gloriosa, una garanzia tanto formale e sicura del trono che vi attende lassù!


c) … Alessandro da Bologna, domenicano e professore di sacra teologia, uomo illustre per dottrina e discrezione, che aveva grandissime doti di senno e piaceva molto ai Senesi, predicò in duomo ai Senesi stessi durante la quaresima. Nella settimana santa giunse poi un altro predicatore, un Napoletano sempre dell'ordine di san Domenico, a nome Giovanni, ch'era stato da papa Niccolò incaricato di diffondere in Italia le notizie relative alle sofferenze dei cristiani a causa dell'infuriare dei Turchi: in quella settimana, appunto, egli teneva su quell'argomento mirabili preghiere nella chiesa di Santo Spirito.

Dopo la Pasqua, che quell'anno fu il 28 marzo, nei giorni di lunedì e martedì predicò a tutto il popolo in piazza [del Campo] e i Senesi, trascinati dalla sua dottrina ed eloquenza meravigliose, decretarono di indire pubbliche celebrazioni religiose e preghiere in città.

Quindi, stabilite queste cose, poiché a causa di certi cattivi umori Giovanni aveva dovuto sopportare un'operazione chirurgica alla lingua, il quattro aprile fu Alessandro a predicare in piazza, stabilendo con grande devozione l'ordine e il modo delle cerimonie e delle preghiere, a organizzare le quali furono designati moltissimi cittadini. Spingevano soprattutto a ciò la paura dei Turchi e la compassione dei cristiani oppressi; le stragi e le atrocità erano state descritte dal medesimo Giovanni, che aveva – lui e i molti che lo seguivano – una croce rossa sul petto, e commuoveva gli animi dei cristiani sia con il suo raffinato sapere sia con gli episodi riguardanti i Turchi che narrava.

Raccontava infatti che i nemici della croce di Cristo avevano occupato molte città cristiane, distrutto, violato, stuprato le fanciulle, condotti schiavi gli abitanti in luoghi lontani, insultato le immagini dei santi e della Vergine, profanato le reliquie venerande e infine oltraggiato una sacra effigie del crocifisso ch'egli mostrava e alla quale avevano calzato un berretto in segno di ludibrio, dopo averla sputacchiata e beffeggiata a mo' di giudei. Inoltre, il loro re aveva personalmente trucidato molti cristiani dopo averli scherniti, e aveva mandato cinquecento fanciulle e altrettanti ragazzi in dono al sultano d'Egitto in perdizione non solo dei corpi, ma delle loro stesse anime. E quel tiranno, che è circa trentenne, non avrà pace finché non avrà invaso Roma, occupato tutta l'Italia e cancellato la religione cristiana dalla faccia della terra.

Narrando queste e altre cose del genere, tali da atterrire l'uditorio, [il predicatore] si scagliava contro la pigrizia dei cristiani, ne esecrava i peccati e il fatto che la fede cristiana fosse in cattivo stato e in grave pericolo di andare in rovina e financo di sparire se non si fosse subito provveduto.

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UpUltimo aggiornamento: 20/06/06