Logo di Reti Medievali 

Didattica

spaceleftMappaCalendarioDidatticaE-BookMemoriaOpen ArchiveRepertorioRivistaspaceright

Didattica > Strumenti > Agricoltura e società nel Medioevo > Documenti, 15

Strumenti

Agricoltura e società nel Medioevo

di Giovanni Cherubini

© 1972-2006 – Giovanni Cherubini


Documenti

15. Consigli sull'aratura in un trattato di agronomia inglese del XIII secolo

Da R. GRAND-R. DELATOUCHE, Storia agraria, cit., pp. 267, 273.


Circa gli aratri, i carri e altri «utensili» necessari alle attività del manor, dovete fare un calcolo a questo modo: se le vostre terre sono divise in tre parti, l'una seminata in inverno, l'altra in quaresima, la terza a maggese d'estate, la charruée (superficie per il cui lavoro è necessario un aratro) è di 180 acri di terra; e se le vostre terre sono divise in due, come sono in molte regioni, una parte seminata d'inverno e di quaresima e l'altra a maggese, la charuée sarà di 1200 acri di terra[…]. Sappiate che un acro equivale a quaranta pertiche di lunghezza e quattro di larghezza; voi farete trentatré giri per arare il vostro acro; se fate una riga più stretta, farete trantasei giri. Quando il vostro acro sarà arato, voi avrete fatto settantadue solchi, cioè sei leghe – dodici solchi fanno una lega. Il cavallo o la bestia che non potesse tenere il passo per fare tre leghe di lavoro e riposarsi alla nona, cioè alle quindici pomeridiane, sarà un ben misero animale. E io vi mostrerò che non si può fare tanto: perché voi sapete bene che nell'anno vi sono cinquantadue settimane; detraete otto settimane per le feste e altre distrazioni, restano quarantaquattro settimane lavorative. In tutto questo tempo, l'aratro non dovrà fare per lavori di semine d'inverno o di quaresima che tre turni e mezzo di rotazione al giorno e per la terza aratura un acro. Vedete bene che un aratro può fare questo in un giorno.

© 2000
Reti Medievali
UpUltimo aggiornamento: 26/06/06