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Didattica > Strumenti > Agricoltura e società nel Medioevo > Documenti, 27

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Agricoltura e società nel Medioevo

di Giovanni Cherubini

© 1972-2006 – Giovanni Cherubini


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27. Ripercussioni delle fluttuazioni demografiche sul contratto mezzadrile

I due brani seguenti sono tratti rispettivamente dalla Cronaca di Marchionne di Coppo Stefani (Rerum Italicarum Scriptores, 2ª ed., XXX, parte 1ª, p. 232) e dai Motti e facezie del Piovano
Arlotto (ed. di G. Folena, Milano-Napoli, 1963, p. 218). Dalle parole dello Stefani, sia pure con l'accentuazione scandalizzata del cittadino, risultano le maggiori richieste dei mezzadri in conseguenza della decongestione demografica provocata dalla «peste nera» del 1348. Dalle parole del piovano risulta invece che nella seconda metà del secolo successivo (a tale periodo sono databili i Motti e facezie) la situazione era di nuovo peggiorata. Il piovano, che poteva parlarne per conoscenza diretta (pare fosse nato nel 1396), ne attribuisce esplicitamente l’origine all'aumento della popolazione contadina. Gli studi recenti comprovano che in verità, verso il 1450, la tendenza demografica si era, in Toscana, forse da un paio di decenni, di nuovo invertita e si registrava una crescita della popolazione. Questi due documenti «indiretti» non possono naturalmente avere altro che un valore indicativo, mentre sarebbero indispensabili, per valutare l'effettiva incidenza dei fenomeni che essi fanno intravedere, ricerche su fonti «dirette» e utilizzabili statisticamente.


a) Nel detto anno [1348], essendo ristata la mortalità […], in Firenze … li sarti erano sì forte smisurati ne' pagamenti chenon si potevano contentare… Li fanti e fante erano sì spiacevoli con grandissimi prezzi che convenne farvi grosse pene a raffrenarle. Li lavoratori delle terre del contado volieno tali patti che quasi ciò che si ricogliea era loro si potea dire. E avevano imparato a tôrre li buoi dall'oste a rischio dell'oste poi le buone opere e li belli dì a prezzo atavano altrui, e anco ire a sconfessa li presti e pagamenti. Di che fu fatto ordini gravi sopra ciò; e molto rincararo li lavoratori; li quali, erano, si potea dire, loro i poderi tanto di buoi, di seme, di presto e di vantaggio voleano.

b) Ragionando certi cittadini sopra il fatto de' contadini [il Piovano Arlotto] disse:
– Io mi ricordo che i nostri contadini solevano istare molto meglio per lo addieto che ora, benché l'oppinione di molti cittadini sia per il contradio, e allegano questa ragione, come per il passato si solevano fare le preste loro di 50 e di 100 lire e molti altri vantaggi; e al presente pare che vadia per il contradio, ché li contadini prestano alli cittadini e mettono i buoi di loro e in molti paesi i semi di grano e di biade.

E dico e affermo che i contadini sono più poveri che fussino mai, e che, questi tanti vantaggi essi fanno a' cittadini, è perché e' sono tanti multiplicati che bisogna faccino così…

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UpUltimo aggiornamento: 26/06/06