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Agricoltura e società nel Medioevo

di Giovanni Cherubini

© 1972-2006 – Giovanni Cherubini


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7. II lavoro agricolo dei monaci

Soprattutto alle origini, quando non erano ancora state accumulate ricchezze e soprattutto quando ancora si doveva dissodare la terra circostante, l'immagine che ci viene presentata del celebre fondatore dell'abbazia di Bec da parte del suo biografo non doveva essere troppo eccezionale in mezzo alle famiglie monastiche. Il brano è tratto da R. GRAND-R. DELATOUCHE, Storia agraria, cit., p. 138. Per le proprietà inglesi di questo monastero normanno cfr. M. MORGAN, The English Lands of the abbey of Bec, Oxford, University Press, 1946 (rist. 1968). Più in generale sulle proprietà del monachesimo normanno nell'isola può vedersi D. J. A. MATTHEW, The Norman Monasteries and their English Possessions, Oxford, University Press, 1962.


Herluin indirizzava i suoi religiosi nella pratica della «regola difficile degli antichi Padri». Voi avreste visto, terminato l'offizio della chiesa, l'abate portare sulla sua spalla il grano per la semina, in mano il rastrello o lo zappone, condurre i suoi monaci al lavoro e tutti i religiosi occuparsi dei lavori dei campi fino al tramonto. Alcuni dissodavano le boscaglie e i roveti, altri trasportavano il letame; questi sarchiavano, quelli seminavano: nessuno mangiava il suo pane nell'ozio.

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UpUltimo aggiornamento: 26/06/06