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La predicazione nell'età comunale

di Carlo Delcorno

© 1974-2005 – Carlo Delcorno


5. L'organizzazione degli studi

È merito di san Domenico e dei suoi primi compagni l'avere pensato un tirocinio intellettuale in funzione della predicazione al clero e soprattutto ai laici, e di avere predisposto nei primi Capitoli Generali dell'ordine le istituzioni adatte allo scopo. Si trattava di rinnovare e adattare a nuovo e più ampio pubblico il programma già sperimentato dai grandi maestri parigini del secolo precedente, da Pietro Mangiadore a Stefano Langton, i quali avevano concepito la lectio universitaria in funzione della praedicatio. Ma i predicatori formati da quei grandi cattedratici erano pochi: un pugno di intellettuali destinati a rinnovare i quadri dell'alto clero e a difendere la politica papale contro gli assalti dell'autorità laica. I domenicani, senza trascurare le esigenze di una cultura ad altissimo livello, istituiscono accanto agli studia generalia (come quello parigino di Saint Jacques aperto nel 1229 o quello di Bologna del 1248) una rete fittissima di scuole inferiori: dagli studia conventualia, insediati nei singoli con venti, agli studia sollemnia, posti sotto il controllo del Capitolo Provinciale [1]. Negli studi generali l'insegnamento fondamentale è impartito da un magister, che commenta solitamente un libro della Scrittura, mentre la lettura di base della Bibbia e delle Sententiae di Pietro Lombardo (il manuale di teologia) è affidato a un lector, cioè un chierico che ha superato il primo stadio della carriera universitaria (le Artes) e si avvia allo studio della teologia. Anche gli studia sollemnia possono essere affidati a un semplice lettore, scelto dal Capitolo Provinciale.

Ogni convento diventa un fuoco di cultura e di spiritualità, che agisce potentemente sulla vita della città che lo accoglie. Non si può pienamente capire la storia della cultura medievale senza riflettere su questa presenza continua, più o meno discreta: si pensi a quel che significa per Firenze il convento di Santa Maria Novella (1221), per Pisa e per tutta la Toscana il convento di Santa Caterina (1222), per Milano Sant'Eustorgio (1220). Le costituzioni domenicane contengono una serie di disposizioni molto severe riguardo alla predicazione. Solo i Capitoli Generali o Provinciali abilitano a questo ufficio i candidati, e nessuno può aspirare a tale compito prima dei 25 anni, e senza una forte preparazione scritturale e teologica. Già dal 1220 si istituisce un maestro che sorveglia gli studi dei giovani frati: essi non dovranno occuparsi di leggere i libri dei pagani e dei filosofi, e in generale delle cosiddette Arti liberali, salvo dispensa, ma basare la loro formazione sui tre libri di testo elaborati dall'Università del XII secolo: la Glossa (cioè il commento alla Bibbia), l'Historia Scholastica di Pietro Mangiadore, cioè un manuale di storia sacra e profana, e le Sententiae di Pietro Lombardo.

San Francesco, che pure non era sprovvisto di cultura, mostrò sempre una forte diffidenza nei confronti del mondo degli studi. Egli proibì ai suoi frati l'uso privato dei libri. Sono ben note le sue parole al novizio, contenute nella Intentio Regulae: « Quando hai avuto un Salterio, allora vorrai un breviario; dopo che tu abbia avuto un breviario, ti siederai sulla tua sedia come un grande prelato e dirai al tuo fratello: portami il mio breviario». Proprio su questo punto, già negli ultimi anni di san Francesco, si scontrarono le opposte correnti degli Spirituali, fedeli alla primitiva ispirazione del fondatore, e dei Conventuali, influenzati dal modello domenicano e docili alle pressioni della gerarchia ecclesiastica. Gli inizi drammatici della storia francescana non furono favorevoli all'organizzazione degli studi, e in questo settore i discepoli di san Francesco, una volta prevalso l'indirizzo conventuale, ebbero molto da apprendere dall'ordine dei Predicatori. Scuole francescane sorsero infatti accanto a quelle domenicane in ogni Università. Le Costituzioni Generali approvate nel Capitolo di Narbona (1260) testimoniano che a quell'epoca ogni provincia francescana aveva le sue istituzioni scolastiche, dalle quali affluivano allo Studium di Parigi (aperto nel 1231) gli elementi più dotati.

[1] Già dal 1224 esistono otto province domenicane, delle quali due (lombarda e romana) in Italia.

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UpUltimo aggiornamento: 02/07/2005