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Didattica > Strumenti > La predicazione nell'età comunale > Testi, 10

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La predicazione nell'età comunale

di Carlo Delcorno

© 1974-2005 – Carlo Delcorno


Testi

10. Le «Artes praedicandi»

Dal XII al XV secolo si moltiplicano i trattati sulla predicazione, che offrono al predicatore non solo le regole del sermo modernus, ma anche raccomandazioni morali e una messe di argomenti predicabili. Ecco alcune pagine del De eruditione praedicatorum di Umberto di Romans, uno dei maggiori organizzatori dell'ordine domenicano (cfr. Opera de vita regulari, ed. J. J. BERTHIER, Romae, 1889, vol. II, pp. 400-402).


DE SCIENTIA PRAEDICATORIS


Circa scientiam praedicatoris notandum est quod ad praedicatorem pertinet habere scientiam, cum habeat alios docere. Et ideo dicitur de quibusdam, I Tim. I, in eorum reprehensionem: Volentes esse legis doctores, non intelligentes quae loquuntur, nec de quibus affirmant [1].

Multiplex autem est scientia, quae eis est necessaria. Una est scientia sanctarum Scripturarum. Cum enim omnis praedicatio debeat fieri de sacris Scripturis, juxta illud Ps. 103: De medio petrarum, idest duorum testamentorum, dabunt voces [2]; et hoc non possint facere praedicatores nisi habeant eorum scientiam, necessaria est eis hujusmodi scientia. Et ideo Dominus licet vocaverit simplices ad officium praedicationis, tamen dedit eis scientiam Scripturarum sanctarum, ut patet ex eorum scriptis, in quibus auctoritates veteris testamenti frequenter allegant…

Alia est scientia creaturarum. Effundit enim Deus sapientiam suam super omnia opera sua: propter quod beatus Antonius [3] dixit creaturas esse librum. Et ex isto libro qui sciunt ibi bene legere, eliciunt multa, quae multum valent ad aedificationem. Hac autem scientia utens Dominus, Matth. 6, in praedicatione, dicebat: Considerate volatilia coeli; et iterum: Considerate lilia agri [4].

Alia est scientia historiarum. Sunt enim multae historiae, non solum apud fideles, sed etiam apud infideles, quae interdum multum valent in praedicatione ad aedificationem: unde et Dominus his utens Luc. 11, contra indevotos ad verbum Dei dicebat: Regina austri surget in judicio cum viris generationis hujus, et condemnabit eos, quia venit a finibus terrae audire sapientiam Salomonis; et ecce plusquam Salomon hic. Item, contra impoenitentes ibidem dicebat: Viri Ninivitae etc. [5].

Alia est scientia mandatorum Ecclesiae; quia circa horum multa instruendi sunt homines. Act. 15: Perambulabat Paulus Syriam et Ciliciam confrmans ecclesiam, praecipiens custodire praecepta Apostolorum [6].

Alia est scientia mysteriorum Ecclesiae, de qua dicit Apostolus: Et si noverim omnia mysteria [7]. Plena est enim Ecclesia figuris mysticis [8], quae expositae conferunt multum ad aedificationem, et ideo expedit praedicatori ista scire. Et ideo Eccl. 15: In medio Ecclesiae aperuit os ejus, idest praedicatoris, et implevit illum Dominus Spiritu sapientiae et intellectus [9]. Spiritus quidem intellectus dicitur quo intelliguntur quae sub figuris latent intus, quia intelligere est quasi intus legere.

Alia est scientia experimentalis. Qui enim multa sunt experti circa statum animarum, plura possunt loqui de pertinentibus ad eas. Eccl. 34: Vir expertus in multis cogitabit multa, et enarrabit intellectum [10].

Alia est scientia discretionis. Haec est enim quae docet quibus non est praedicandum verbum Dei, quia nec canibus, nec porcis; et quibus est praedicandum.

Item, quando est praedicandum, et quando non: quia tempus tacendi, tempus loquendi. Eccl. 3 [11].

Item, quid, cui, sicut docet Gregorius in Pastorali [12], ponens circa hoc triginta sex varietates.

Item, ponit modum circa prolixitatem, et circa clamorem, et circa gestus inhonestos, et circa inordinationem dicendorum, et alia hujusmodi, quae in praedicatione minus bene fiunt. Et ideo praedicatori competit discretio.


LA SCIENZA DEL PREDICATORE


[Quanto alla scienza del predicatore è da notare che egli è tenuto possedere sicure nozioni, dovendo poi insegnarle agli altri. Perciò è detto di alcuni nella Prima lettera a Timoteo, nel capitolo 1, a loro biasimo: Vogliono essere dottori della legge e non capiscono né quello che dicono né quello che vanno affermando e sostenendo.

Molteplice è la scienza necessaria ai predicatori. Una è la conoscenza delle Sante Scritture. Poiché ogni sermone deve farsi sulla base della Sacra Scrittura (secondo ciò che è detto nel Salmo 103: Tra le pietre, cioè i due Testamenti, cinguetteranno) e ciò non è possibile senza averne una buona conoscenza, evidentemente è necessario che si possieda questa scienza. Perciò il Signore, pur avendo chiamato dei semplici alla predicazione, diede loro la scienza delle Sante Scritture, come è ben evidente dai loro scritti, nei quali vengono spesso allegate citazioni dell'Antico Testamento…

È necessaria anche la scienza delle creature. Dio infatti sparge la sua sapienza su tutte le sue opere: perciò il beato Antonio disse che le creature sono un libro. Da esso, chi vi sappia ben leggere, può cavare molti insegnamenti utili all'edificazione dei fedeli. Il Signore, servendosi di questa scienza nella sua predicazione, diceva, secondo quel che si legge in Matteo, capitolo 6: Considerate gli uccelli dell'aria; e ancora: Considerate i gigli del campo.

Serve anche la conoscenza delle storie. Vi sono molti racconti storici, non solo presso i fedeli, ma anche presso i gentili; e questi sono utilissimi a chi vuole fare un sermone edificante. E il Signore, usando queste storie, stando a quel che racconta Luca nel capitolo 11, contro quelli che non credono la parola di Dio diceva: La regina del Mezzogiorno risorgerà nel giorno del Giudizio, perché ella venne dai confini della terra per udire la sapienza di Salomone; ed ecco qui uno che è più di Salomone. Contro quelli che non facevano penitenza diceva nello stesso passo evangelico: Gli abitanti di Ninive risorgeranno etc. Occorre anche la scienza dei precetti della Chiesa, perché la gente ha gran bisogno di essere istruita a questo proposito. Si dice negli Atti degli Apostoli al capitolo 15: Paolo girava per la Siria e la Cilicia confermando nella fede le chiese, ordinando di custodire i precetti degli apostoli.

Un'altra scienza indispensabile è quella dei misteri della Chiesa, della quale parla l'Apostolo: E se conoscessi tutti i misteri. La Chiesa infatti è piena di figure mistiche che, ben chiarite, servono molto a edificare gli uditori: perciò è utile che il predicatore abbia questa scienza.

E dice l'Ecclesiastico al capitolo 15: In mezzo alla Chiesa aperse la sua bocca, cioè del predicatore, e il Signore lo riempì di spirito di sapienza e di intelligenza. E' detto spirito di intelligenza quello che aiuta a comprendere i sensi nascosti sotto le figure storiche, perché intelligere è quasi un “leggere dentro”.

Vi è poi una scienza che viene dall'esperienza. Chi ha una lunga esperienza dei problemi della vita spirituale, può dire più cose pertinenti a quelli. Afferma l'Ecclesiastico nel capitolo 34: L'uomo di grande esperienza sa molte cose, e darà saggi consigli.

Occorre anche la scienza della discrezione. Solo essa infatti insegnerà a chi non si deve predicare la parola di Dio – poiché non si deve predicare né a cani né a porci –; a chi invece è buono predicare. In base a questa scienza si saprà quando bisogna predicare e quando no, perché, come dice l'Ecclesiaste al capitolo 3: Vï è tempo di tacere e tempo per parlare. La stessa scienza dirà che cosa, e a chi predicare, come insegna Gregorio nel Pastorale, distinguendo trentasei casi. La discrezione poi frena la prolissità e evita i clamori, i gesti non convenienti, le parole non opportune e altri eccessi che non si addicono alla predicazione. Perciò la discrezione è scienza più che mai conveniente a chi predica].

[1] Prima lettera a Timoteo 1, 7.

[2] Salmo. 103, 12.

[3] Si tratta di sant'Antonio abate.

[4] Matteo 6, 26 e 28.

[5] Luca 11, 32.

[6] Atti 15, 41.

[7] Prima lettera ai Corinzi 13, 2.

[8] Qui si allude all'interpretazione spirituale (allegorica, morale, anagogica) della Scrittura.

[9] Ecclesiastico 15, 5.

[10] Ecclesiastico 34, 9.

[11] Ecclesiaste 3, 7.

[12] Intende il Regulae Pastoralis Liber, sulle responsabilità dei pastori. Cfr. Patrologia Latina, tomo 77.

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UpUltimo aggiornamento: 02/07/2005