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Didattica > Strumenti > La predicazione nell'età comunale > Testi, 13

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La predicazione nell'età comunale

di Carlo Delcorno

© 1974-2005 – Carlo Delcorno


Testi

13. I «Libri de virtutibus et vitiis»

Vere enciclopedie morali i Libri delle virtù e dei vizi sono uno strumento di lavoro indispensabile per il predicatore. Presento come campione una pagina sull'amore tra padri e figli del Liber de virtutibus et vitiis di Servasanto da Faenza. Seguo la lezione del codice 1696 della Biblioteca Universitaria di Bologna (cc. 72r-73v).


Viso de amore modoque amandi quo diligitur proximus, nunc videre restat de speciebus ipsius, et primo de amore parentum. Nam ad eorum amorem et movet natura et movent beneficia et movent exempla. Dico quod movet ad amorem parentum ipsa natura, quia corpus filiorum procedit ex carne parentum... Nota tamen quod amor iste non debet mensura carere, sed primo divino amore debet esse cohibitus. Unde Dominus in Matthaeo [1] sic ait: Qui diligit patrem vel matrem plus quam me non est me dignus. Cuius ratio est quia anima longe est melior corpore propter quam corpus est factum; et quia spiritualia sunt corporalibus meliora. Ergo Deus qui per se animam dedit et sine quo homo corpus non generavit, est magis quam homo amandus, quia quod dedit est longe maius et melius. Maiora enim dona maioris amoris sunt provocativa. Amor ergo parentum est bonus, sed si non sit amori divino contrarius. Gregorius: In hoc modo ametur quilibet adversarius, sed in via Dei contrarius non ametur etiam propinquus [2]. Honora patrem tuum, sed si te a vero Patre non separet. Tamdiu scito carnis copulam quamdiu ille noverit creatorem. Similiter et amor filiorum debet esse in Dominum. Exemplum in Heli et filiis eius de quibus sic legitur 1° Regum: Quare, Dominus inquit, honorasti filios tuos magis quam me? [3] Et sequitur inquiens quomodo periit ipse cum filiis una die [4]. Sed non talis Abraham, qui filium amatissimum voluit immolare [5]. Non talis et mulier illa sancta que septem filios pereuntes sub unius diei tempore conspiciens mori beato animo ferebatur, 2° Macabeorum [6]. Fuerunt et alie plures femine sancte, amorem Dei preferentes filiorum amori; sed heu quia nonnulli sunt qui amorem filiorum Domini proponunt amori. Exemplum de illo qui in pueritia non correptus a patre latro magnus est factus. Quem cum pater revocare a latrociniis niteretur, ostendit illi filius arborem tortuosam, in sua obliquitatem diutius delicatam, dicens patri ut rectificaret illam; hoc illi ostendere volens exemplo: quod sicut virgulas teneras facile ad rectitudinem possunt agricole revocare, sed non antiquatas et desiccatas in obliquitate; sic infantuli facile corriguntur, si a parentibus corrigantur, sed male diutius assueti non possunt divina potentia revocari…


[Avendo trattato dell'amore e del modo di amare il prossimo, resta da vedere delle sue varie specie, e innanzitutto dell'amore dei genitori. Muovono ad amarli la natura stessa, i benefici ricevuti, gli esempi. Dico che spinge ad amare i genitori la natura, perché il corpo dei figli deriva dalla carne dei genitori… Tuttavia è da notare che questo amore naturale non deve essere senza limiti, ma limitato innanzitutto dall'amore di Dio. Perciò il Signore dice nel Vangelo di Matteo: Chi ama il padre e la madre più di me non è degno di me. La ragione di questa affermazione è che l'anima è molto migliore del corpo, che è fatto per essa, e perché le cose spirituali sono migliori delle corporali. Dunque Dio, che per sua bontà diede l'anima, e senza il quale l'uomo non generò il corpo, va amato più dell'uomo: infatti doni maggiori esigono un più grande amore.

Dunque l'amore dei genitori è buono solo se non è contrario all'amor di Dio. Dice san Gregorio: A questo patto si ami qualunque nemico, ma se si oppone alla via di Dio, non si ami neppure un parente. Onora tuo padre, ma se non ti separa dal vero Padre. Riconosci l'unione della carne solo finché essa riconoscerà il Creatore. Così anche l'amore per i figli deve essere nel Signore. Vedi l'esempio di Eli e dei suoi figli, di cui così si legge nel primo Libro dei Re: Perché, dice il Signore, hai onorato i tuoi figli più di me? E segue dicendo come perì egli coi figli in un giorno. Non così si comportò Abramo, che fu pronto a immolare il suo amatissimo figlio. Non così quella santa donna che serenamente sopportava di vedere morire nello stesso giorno i suoi sette figliuoli, come si legge nel Libro secondo dei Maccabei. Vi furono anche molte altre donne sante, che preferirono l'amore di Dio a quello dei figli; ma ahimè, non pochi mettono l'affetto per i figli davanti all'amor di Dio. Vedi l'esempio di quello che, non essendo stato castigato dal padre mentre era fanciullo, diventò un grande bandito. Al padre, che tentava di distoglierlo dalla rapina, questi mostrò un albero storto, che era stato lasciato crescere troppo a lungo in senso obliquo; e gli disse di raddrizzarlo. Con questo esempio volle mostrargli che come i contadini possono facilmente raddrizzare i teneri alberelli, ma non le piante cresciute e rassodate nella loro stortura; così i fanciulli si ravvedono facilmente, se corretti dai genitori, ma una volta incalliti nel male non possono essere mutati neppure dalla Potenza divina…].

[1] Matteo 10, 37.

[2] Moralium in Iob, Homilia XXXVII, 3 (Patrologia latina 76, 1277).

[3] I Libro dei Re 2, 29. I figli di Eli, sacerdoti del Tempio, mangiavano le offerte prima che fossero sacrificate e giacevano con le donne di servizio. Il padre li rimprovera, ma blandamente.

[4] Cfr. il cap. 4.

[5] Genesi 22, 9.

[6] Libro 2° dei Maccabei, cap. 7.

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UpUltimo aggiornamento: 02/07/2005