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Didattica > Strumenti > La predicazione nell'età comunale > Testi, 14

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La predicazione nell'età comunale

di Carlo Delcorno

© 1974-2005 – Carlo Delcorno


Testi

14. Sant'Antonio da Padova: sermone per la IV Domenica dopo l'Epifania

Mi limito a riprodurre il prothema, dove sant'Antonio chiarisce quali siano i compiti del buon predicatore. Si noti che il prothema sviluppa una autorità (Ascende in silvam) che richiama verbalmente il versetto del thema (Ascendente Jesu etc.). Il testo è quello dell'ed. Locatelli (Sermones dominicales et in Solemnitatibus, a cura di A. M. LOCATELLI, Patavii, presso la Basilica, 1885, vol. II, p. 685).


In illo tempore: Ascendente Iesu in naviculam, secuti sunt eum discipuli eius [1]. Dicitur in libro Iosue: Ascende in silvam, et succide tibi spatia in terra Pherezaei et Raphaim [2]. Silva est sterilis congregatio peccatorum, frigida, obscura, bestiis plena. Frigida propter defectum caritatis, abundavit enim iniquitas, et refriguit caritas [3], obscura propter defectum luminis; dilexerunt, inquit, homines magis tenebras, quam lucem [4]; plena bestiis gulae et luxuriae, usurae et rapinae: Exterminavit, inquit, eam aper, idest diabolus, de silva etc. [5]. In hac silva est venator Nembroth, idest diabolus. In hanc ergo silvam ascende, o Praedicator, et illa securi, cuius manubrium humanitas, cuius est ferrum divinitas, succide tibi spatia. Securis, inquit Evangelista, ad radicem arborum posita est [6]. Arbor mundanae altitudinis, silva sterilis et peccatricis congregationis succiditur securi Dominicae Incarnationis. Cum enim attente attendit Caput divinitatis reclinatum in gremio pauperculae Virginis, a sui status dignitate cadit, et sic fit locus spatiosus, in quo aedificatur civitas Domini virtutum, quam fluminis impetus laetificat [7]. Haec est mutatio dexterae Excelsi [8], ut ubi abundavit delictum, superabundet et gratia [9]. In terra, inquit, Pherezaei, qui interpretatur separatus, et Raphaim, qui interpretatur gigantes vel dissolutae matres. In hac triplici interpretatione maledictus ternarius designatur, scilicet superbia, avaritia et luxuria. Superbi animi fastu a ceteris separantur; avari sunt quasi gigantes terrae filii terrenis dediti; luxuriosi sunt tamquam matres dissolutae duobus uberibus, scilicet gula et luxuria carnis affectus nutrientes. Ad succidendum ergo hanc silvam, in tali terra radicatam, Praedicator ascendit sequens vestigia ascendentis in naviculam, de quo dicitur in hodierno Evangelio…


[In quel tempo: Essendo Gesù salito sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Si dice nel Libro di Giosuè: Vai nella selva, e abbattila per farvi un posto nella terra del Ferezeo e dei Raphaim. Selva è l'assieme dei peccati che tolgono ogni frutto: selva fredda, oscura, piena di belve. Fredda per mancanza di carità: infatti abbondò l'iniquità e la carità si raffreddò. Oscura perché vi manca la vera luce: Gli uomini – dice Giovanni – preferirono le tenebre alla luce. Piena di belve, cioè gola, lussuria, usura e rapina. Dice la Scrittura: Il cinghiale della foresta, cioè il demonio, la devasta. In questa selva vive il cacciatore Nembroth, cioè il diavolo. Dunque tu, o predicatore, vai in questa selva e fatti uno spazio brandendo quella scure che ha per manico l'umanità, per ferro la divinità di Cristo. La scure – dice l'evangelista – è posta alla radice degli alberi: l'albero della superbia umana, la selva della compagnia sterile dei peccatori è recisa dalla scure dell'Incarnazione del Signore. Quando il peccatore guarda fissamente il Capo della divinità reclinato nel grembo della piccola Vergine, cade dall'altezza della sua superbia; così si forma un luogo spazioso, dove si edifica la città divina delle virtù, allietata dal fiume e dai suoi ruscelli. Questo mutamento viene dalla mano di Dio, perché dove abbondò il peccato, sovrabbondò anche la grazia.

Dice: nella terra del Ferezeo, che si interpreta «separato», e dei Raphaim, che significa «giganti» o «madri dissolute». In questa triplice interpretazione si indica la maledetta triade, cioè la superbia, l'avarizia e la lussuria. I superbi per l'alterigia del loro animo sono separati dagli altri uomini; gli avari sono quasi giganti, figli della terra, dediti alle cose terrene; i lussuriosi sono come madri dissolute che nutrono gli istinti della carne a due poppe, cioè la gola e la lussuria. Dunque il predicatore sale per tagliare questa selva, seguendo i passi di colui che sale nella barca, di cui parla il Vangelo di oggi…].

[1] Matteo 8, 23.

[2] Libro di Giosuè 17, 15.

[3] Cfr. Matteo 24, 12.

[4] Giovanni 3, 19.

[5] Salmo 79, 14.

[6] Matteo 3, 10.

[7] Salmo 45, 5.

[8] Salmo 76, 11.

[9] Lettera ai Romani 5, 20.

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UpUltimo aggiornamento: 02/07/2005