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La predicazione nell'età comunale

di Carlo Delcorno

© 1974-2005 – Carlo Delcorno


Testi

2. Fondazione dell'ordine dei Predicatori

Il domenicano Costantino d'Orvieto († 1256), vescovo di quella città, scrisse una leggenda di san Domenico che è tra le più antiche e autorevoli fonti domenicane (cfr. l'ed. di H. C. SCHEEBEN in Monumenta Ordinis Fratrum Praedicatorum Historica, vol. XVI, Roma, 1935). Di essa si conosce un volgarizzamento trecentesco (ed. P. FERRATO, Venezia, 1867): ne riproduco un capitolo seguendo il testo curato da G. DE LUCA per i Prosatori minori del Trecento (Milano-Napoli, Ricciardi, 1954, pp. 783- 784).

San Domenico di ritorno dal Concilio Lateranense II (1215), durante il quale Innocenzo III gli aveva suggerito di attenersi a una Regola esistente, decide di seguire quella di sant'Agostino.


COME SAN DOMENICO DELIBEROE CO' FRATI SUOI DI QUALE REGOLA DOVESSENO ELEGGERE


Ritornando adunque dipo 'l Concilio il servo di Dio messer santo Domenico a li suoi frati, manifestoe a loro quel che 'l Sommo Pontefice li avea detto. Ed erano allora i frati in numero di sedici. I quali poco stante, chiamato l'aiuto de lo Spirito Santo, la Regola di messer santo Agostino, dottore e predicatore nobile, essi che per operazione e per nome doveano essere Predicatori, in uno animo elessero, pigliando sopra ciò certe consuetudini, le quali ordinaro che si dovessero osservare per forma di costituzioni. Ne le quali il proveduto e savio padre messer santo Domenico, intorno a' principii dell'Ordine suo non abbiendo a disdegno le vie de' Santi Padri i quali erano passati innanzi, in tal maniera volle tenere lo mezzo, a ciò che i figliuoli che nascesseno e che si levasseno di lui avessero un modo di debita perfezione nel quale stesseno saldi, e a ciò che non mancasse loro di poter montare più su per meglioramento continuo, sappiendo ch'elli è scritto: La via de' giusti va innanzi come luce isplendente, e cresce infino al perfetto giorno [1]. E questo fece molto consigliatamente, a ciò che, sed elli si fosse steso in alto sopra modo, i figliuoli che venissero dipo lui più tosto non fosseno costretti di tornare indietro che d'andare innanzi, e così sarebbe loro rimproverato [2] degnamente quella parola ch'è scritta nel santo Vangelio: questo Ordine comincioe a edificare, e non ha potuto compiere [3]. Per la qual cosa, a ciò che l'officio de la predicazione, a la quale sommariamente doveano intendere, non potesse essere impedimento [4] puosersi in cuore d'allotta innanzi tutte le possessioni e tutte le rendite al postutto rinunziare. La qual cosa poi, nel primaio Capitolo Generale che si fece a Bologna, affettuosamente e compiutamente per ferma e stante costituzione misero un effeto perpetuale.

[1] Proverbi 4, 18.

[2] Rammentata come rimprovero.

[3] Luca 14, 30.

[4] Impedito. Il latino ha impediretur. Probabilmente si deve leggere «impedimentito».

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UpUltimo aggiornamento: 02/07/2005