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Didattica > Strumenti > La predicazione nell'età comunale > Testi, 9

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La predicazione nell'età comunale

di Carlo Delcorno

© 1974-2005 – Carlo Delcorno


Testi

9. Una predica segreta di fra Michele Minorita

Un anonimo fraticello ha descritto in una prosa precisa e disadorna il martirio di Michele da Calci (Pisa). Riproduco l'inizio della Storia di fra Michele Minorita come fu arso in Firenze nel 1389 secondo l'ed. di F. ZAMBRINI («Scelta di curiosità inedite o rare», Bologna, Romagnoli, 1864, pp. 1-5).


NEL NOME DI IESU' CRISTO, POVERO CRUCIFISSO, E DELLA SUA MADRE, E DEL BEATO FRANCESCO

Com'è per usanza, i poveri frati di santo Francesco (i quali oggi, e per più tempo passato, perseguitati per la povertà di Cristo), abitanti nella Marca, mandarono qua a Firenze frate Michele e C. per soddisfare i fedeli da Firenze; e giunsono qua a dì 26 di gennaio, 1388 [1]. E la domenica dell'Ulivo, di quaresima, il detto frate Michele, avendo soddisfatto ciascuno de' bisogni de l'anime nostre, e benedetto l'ulivo e dato e mandato a ciascuno, ebbe a dire, che pensava che i poveri nollo astettassero [2]; e che volentieri si partirebbe. Ma da l'altra parte considerando i dì santi che veniano della settimana santa, e il dì della santa Pasqua, a lui e a molti altri parve si dovesse muovere il dì dopo la Pasqua, cioè il lunedì mattina, il 19 aprile, MCCCLXXXVIIII. E la mattina della Pasqua, comunicate molte persone, sì disse (essendo a l'altare, nella parte della confessione, con molte ammonizioni infine), come si partìa l'altra mattina, e che non vedea esso, per la parte sua, più a fare nulla, e che l'avessono per scusato, e perdonassongli sed egli avesse errato, che non sapea più: con molta umiltà e' prese il commiato da ciascuno.

Et il lunedì mattina, in sul dì, essendo per moversi, e già mosso con certi, cominciò a dire frate Michele, che non gli dava il cuore di potere andare. E dopo molte parole, noi la rimettemmo in lui [3]; e deliberò la mattina di non muoversi, ma che arebbe ben caro d'abergare [4] la sera fuori della città, per potere la seguente mattina fare una buona levata: e così diliberato e ordinato, ancora non si poté. Et in questo intervallo, che parve che dovesse essere pur così, certe figliuole di Giuda, che s'erano più volte schifate per l'adrieto, instigate dal diavolo, con più molta sollicitudine cercavano di confessarsi e di volere la salute dell'anima loro ecc., sì diliberoe d'andarvi. Et essendo menato alle predette femine (cioè due pinzochere [5] e tre donne vedove), andando per la via, il compagno C. gli disse: – Datemi alcuno modo di parlare con queste donne. – E que' rispuose: – Io dirò ciò che mi verrà a bocca, dì tu quello che Dio t'ispira. – E giunto in casa loro, essendo incominciato a parlare, disse: – Io dico con l'Apostolo santo Paulo, che dice, che ogni cosa che altri à a fare, ciò è né per aguri, né per osservanza di dì ecc.; ma nel nome di Iesu Cristo io incomincio a parlare, e proporrò a voi la parola del Santo Evangelio, che dice: Guardatevi da' falsi profeti ecc. [6]. E parlò loro molte cose della verità; e dando loro a vedere le innumerabili persecuzioni che seguitano a chi dirittamente in questo tempo vuole seguitare e osservare i comandamenti di Dio e della Santa Chiesa, dicendo: – Non credete a noi, ma alle Sante Scritture, imperò che, se i santi non ci ingannano, questa è la verità –. E quando ebbe molto favellato loro a terrore de' pericoli di questi tempi, fue pregato, e dettogli: voi ci avete pronunciato le pene, diteci alcuna cosa del premio. E quegli non parea che potesse dire altro, se non cose da spaventarle, per vedere la loro fermezza; in tanto che, parendone molto spaventate, altro che due voleano venire alla confessione. Ma essendo pregato dicesse del conforto che ricevono coloro che seguitano la verità; detto quello che intorno a ciò bisogna, attese alle loro confessioni.

[1] Intendi 1389, perché a Firenze gli anni si computavano dal 25 marzo.

[2] Forma popolare per «aspettassero».

[3] Da queste parole si deduce che l'autore della Storia era uno dei compagni di fra Michele.

[4] Arebbe è forma popolare per «avrebbe»; abergare per «albergare».

[5] Qua non ha il senso spregiativo moderno, ma sembra indicare le aderenti alla setta dei Fraticelli.

[6] Matteo 7, 15.

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UpUltimo aggiornamento: 02/07/2005