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La città medievale italiana

di Gina Fasoli e Francesca Bocchi

© 1973-2007 – Gina Fasoli e Francesca Bocchi

Premessa

Il nesso etimologico che unisce la parola civis da un lato a civitas e dall'altro a civilis, civilítas; il fatto che in varie lingue si usino vocaboli come cittadino, citoyen, ciudadano, citizen, Burger per qualificare coloro che godono dei diritti politici; il fatto che a loro volta i termini politico, politica, polizia derivino da polis, che in greco significa città: tutto questo rivela l'importanza determinante della città, della convivenza cittadina, nella formazione della civiltà europea e nell'evoluzione della vita associata [BRANI CRITICI 1 E 2]. Il pensiero religioso, dall'Apocalisse a sant'Agostino e a san Tommaso, a Remigio de Gerolami, ha di volta in volta visto nella città la realizzazione ed il simbolo della collaborazione, della comunione tra gli uomini o del concentramento di tutti i vizi [BRANI CRITICI 3 E 4 E TESTIMONIANZA 1].

D'altra parte, mentre si polemizza contro le moderne megalopoli, la mancanza di comunicabilità tra gli abitanti, la vita alienante che forzatamente essi vi conducono, si è constatato che filosofi e pensatori politici, da Platone a Tommaso Moro, a Tommaso Campanella, a Charles Peguy o Antoine de Saint-Exupery, quando hanno voluto presentare il modello di una società ideale, l'hanno collocata in una città perfetta nella sua disposizione urbanistica. E si è anche constatato che molte progettazioni e molte realizzazioni urbanistiche, antiche e moderne, si fondano su concezioni filosofiche e politiche, talora utopistiche.

Nella storia delle città, che si perde in un remoto passato e si proietta nel futuro, che intreccia motivi ideali e realtà materiali, il momento medievale presenta, sotto molti punti di vista, aspetti di grande interesse: ma prima di esaminarli dobbiamo chiederci che cosa si intendesse nel Medioevo per città; quali fossero i centri abitati che venivano indicati con il nome di civitas.