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Didattica > Strumenti > La città medievale italiana > Testimonianze, 10

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La città medievale italiana

di Gina Fasoli e Francesca Bocchi

© 1973-2007 – Gina Fasoli e Francesca Bocchi


Testimonianze

10. Collaborazione tra vescovo e città a Bergamo (904)

Il problema delle fortificazioni delle città per difenderle dalle incursioni dei popoli che in Italia cercavano bottino fu sempre molto sentito (vedi testimonianza n. 8), si ripropose nel secolo X con particolare urgenza al tempo delle incursioni degli Ungari. L'organizzazione del lavoro di fortificazione venne generalmente affidata dal re al vescovo, ai cittadini e a coloro che si rifugiavano in città sotto la protezione della chiesa.

Tipico è il diploma concesso nel 904 al vescovo di Bergamo da Berengario I, che all'autorizzazione di fortificare la città aggiungeva il privilegio dell'immunità: vietava cioè che gli agenti del potere regio entrassero in città o nei possessi della chiesa bergamasca, cui venivano di conseguenza devolute le funzioni locali di governo. (Da I diplomi di Berengario I ) a cura di L. SCHIAPARELLI, F.I.S.I., n. 35, Roma, 1903, doc. n. 47, pp. 136-139). Per la storia di Bergamo cf. B. BELLOTTI, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, n. ed., Bergamo, 1959.

Sul regno italico e le incursioni degli Ungari cf. G. FASOLI, I re d'Italia (888-962), Firenze, 1945; G. FASOLI, Le incursioni ungare in Europa nel secolo X, Firenze, 1945.


In nomine sanctae et individuae Trinitatis. Berengarius divina favente clementia rex… Hildegarium venerabilem episcopum et Sigefredum gloriosum sacri palacii nostri comitem dilectos consiliarios nostros nostram adiisse mansuetudinem vice Adelberti reverendi sanctae Bergomensis ecclesiae episcopi innotescentes, eandem urbem Bergamum hostili quadam impugnatione devictam, unde nunc maxime sevorum Ungrorum incursione et ingenti comitum suorumque ministrorum oppressione turbatur, postulantes, ut turres et muri ipsius civitatis reedificentur et labore et studio prefati episcopi suorumque concivium et ibi confugientium sub defensione [eiusdem matricis ecclesiae Beati Vincenti in] pristinum redificentur et deducantur in statum, et ut ob omnipotentis Dei amore animeque nostrae remedium nostra regali auctoritate roboraremur, scilicet confirmando eidem sanctae Dei ecclesiae precepta vel auctoritates piissimorum augustorum vel regum seu predecessorum nostrorum omnium quotquot a tempore dive memoriae magni Karoli regnaverunt usque ad presens tempus nostrum iuste et legaliter collata. Quorum devotis precibus libentissime adsensum prebentes, hos apices inscribi iussimus, per quos iustam prefati episcopi per predictos fideles nostros petitionem compensantes statuimus, ut pro imminentis necessitate et Paganorum incursu civitas ipsa Bergamensis reedificetur ubicumque predictus episcopus et concives necessarium duxerint. Turres quoque et muri seu portae urbis labore et studio ipsius episcopi et concivium ibidemque confugientium sub potestate et defensione prenominati episcopi suorumque successorum perpetuis consistant temporibus. Domos quoque in turribus et supra muros ubi necesse fuerit potestatem habeat edificandi ut vigiliae et propugnacula non minuantur et sint sub potestate eiusdem ecclesiae. Districta vero ipsius civitatis omnia quae ad reis publice pertinent potestatem sub eiusdem ecclesiae tuitionis defensione predestinamus permanere eo videlicet ordine, ut pontifex iam dictae ecclesiae qui pro tempore ipsi prefuerit supradicta omnia ad ius et dominium ipsius ecclesiae habeat, teneat, possideat, disponat, … prout omnes alias res quae a pontificibus eiusdem ecclesiae priscis temporibus fuerunt possesse ac vindicatae. Per ipsorumque etiam salubrem petitionem decernimus, ut quicquid antiqui imperatores et reges, imperatrices quoque et reginae Romanorum et Langobardorum seu Francorum nec non et reliqui Deum timentes memoratae sanctae Bergamensis ecclesiae suis preceptis et testamentis contulerunt et postmodum precellentissimi reges atque augusti sua auctoritate confirmaverunt, stabile et inconvulsum nostris futurisque temporibus in ipsius iure et protestate perpetualiter maneat…


[In nome della santa e individua Trinità, Berengario per grazia divina re… Ildegario venerabile vescovo e Sigifredo glorioso conte del sacro palazzo, nostri consiglieri diletti, hanno fatto ricorso alla nostra bontà, a nome di Adelberto reverendo vescovo della santa Chiesa di Bergamo, dandoci notizia che la città di Bergamo fu sopraffatta da una attacco nemico, così che ora è gravemente turbata per l'incursione dei feroci Ungari e per la grave oppressione dei conti e dei loro uomini e hanno chiesto che le torri e le mura della suddetta città vengano ricostruite per opera e cura del vescovo e dei suoi concittadini e di coloro che si sono rifugiati sotto la difesa della Chiesa matrice di San Vincenzo e ci hanno anche chiesto di confermare con la nostra regale autorità leconcessioni e i privilegi dei piissimi re e imperatori predecessori nostri, quanti dal tempo di Carlo Magno di venerata memoria hanno regnato fino ad ora. Rispondendo alle loro devote preghiere con il nostro consenso, abbiamo ordinato di scrivere queste pagine nelle quali, accogliendo la preghiera del suddetto vescovo presentata dai nostri fedeli, ordiniamo che, per l'imminente necessità per l'incursione dei pagani, la città di Bergamo venga ricostruita ovunque il predetto vescovo e i cittadini lo ritengano necessario. Le torri, le mura, le porte della città ad opera e cura del vescovo e dei cittadini e dei rifugiati rimangano sotto la potestà e la difesa del vescovo e dei suoi successori in perpetuo. Abbia anche la potestà di edificare case presso le torri e le mura, dove sarà necessario, purché non impediscano i servizi di guardia e di difesa. Tutti i diritti dello Stato siano trasferiti alla sopraddetta Chiesa, cosi che il vescovo e i suoi successori abbiano tutti i diritti su tutte queste cose, come su tutte le altre cose che i vescovi della stessa Chiesa hanno posseduto fin dai tempi più antichi. Decretiamo che qualsiasi cosa che gli antichi imperatori e re, le imperatrici e le regine dei Romani, dei Longobardi e dei Franchi, nonché tutte le altre persone timorate di Dio hanno offerto alla santa Chiesa di Bergamo rimanga ferma e stabile ai tempi nostri e in futuro…]

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UpUltimo aggiornamento: 02/08/08