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Didattica > Strumenti > La città medievale italiana > Testimonianze, 24

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La città medievale italiana

di Gina Fasoli e Francesca Bocchi

© 1973-2007 – Gina Fasoli e Francesca Bocchi


Testimonianze

24. Descrizione di Palermo (XII secolo)

La descrizione di Palermo che qui viene pubblicata è del geografo arabo Edrisi, vissuto nel XII secolo. Ben poco si sa di lui, se non  che viaggiò a lungo in Spagna e nell’Africa centro-settentrionale, come dimostrano le notizie puntuali e particolareggiate che egli dà di questi luoghi nelle sue opere.

Per incarico di Ruggero II, iniziò nel 1138-1139 alla corte di Palermo la compilazione di un'opera che illustra tutti i paesi del mondo allora conosciuto, intitolata Sollazzo per chi si diletta di girare il mondo, chiamata dagli eruditi arabi Il libro di re Ruggero. La compilazione dell'opera si protrasse per ben quindici anni e fu terminata solamente poco prima della morte del re. Ad illustrazione dell'opera vi erano molte carte il cui insieme formava un planisfero, che venne inciso su una grande lastra d'argento.

Oltre che dai geografi arabi, Palermo fu descritta anche con molta attenzione da Ugo Falcando nel XII secolo nell'Epistola a Pietro Tesoriere (F.I.S.I., n. 22, a cura di A. B. SIRAGUSA, Roma, 1897, pp. 176-186).

Il brano di Edrisi contenente la descrizione di Palermo è tratto dall'opera di M. AMARI, Biblioteca arabo-sicula, Torino-Roma, 1880, pp. 15-16. L'intera opera fu tradotta e commentata da M. AMARI e C. SCHIAPARELLI, L'Italia descritta nel Libro del re Ruggero compilato da Edrisi, in «Atti della R. Accademia dei Lincei», s. VII, vol. VIII. (1876-1877).

 

Prima nel novero Balarm (Palermo) la bella e immensa città; il massimo e splendido soggiorno; la più vasta ed eccelsa metropoli del mondo; quella che [a narrarne] i vanti non si finirebbe quasi mai; [la città ornata] di tante eleganze; la sede dei re ne' moderni e negli antichi tempi. Da lei moveano già nelle imprese le armate e gli eserciti, a lei ritornavano, nella stessa guisa che oggidì. Giace in riva al mare, nella parte occidentale [dell'isola]: circondanla grandi e alte montagne; [contuttociò] la sua spiaggia è lieta, aprica, ridente. Ha Palermo edifizii di tanta bellezza che i viaggiatori si mettono in cammino [attirati dalla] fama delle [meraviglie che quivi offre] l'architettura, lo squisito lavorìo, [l'ornamento di tanti] peregrini trovati [dell'arte].

Dividesi la città in due parti: Qasr («castello, cassaro») e borgo. Il Cassaro è quell'antica fortezza sì rinomata in ogni paese e in ogni regione. Abbraccia tre contrade; delle quali quella di mezzo è frequentissima di torreggianti palazzi ed eccelsi e nobili ostelli, di moschee, fondachi, bagni, e botteghe de' grandi mercatanti. Né mancano alle rimagnenti due contrade degli alti palagi, de' sontuosi edifizii, de' fondachi, de' bagni in gran copia. Nel medesimo [Cassaro] sorge la moschea gami (cattedrale) che fu un tempo chiesa cristiana e in oggi è ritornata [al culto] al quale dedicaronla gli antichi. Mal potrebbe immaginarsi quanto è bello in oggi questo [monumento], pei capricci dell'arte, i peregrini lavori, le rarità e le nuovissime specie di figure, dorature, colori ed [ornati] calligrafici.

Il borgo è [a dir propriamente] un'altra città, che d'ogni parte circonda l'antica. Quivi la [seconda] città vecchia che s'addimanda 'Al Hâlisah («l'eletta» in oggi la Kalsa), nella quale al tempo [che dominarono] i Musulmani soggiornava il sultano co’ suoi ottimati e v’era la Bâb 'al bahr («porta del mare») e l'arsenale addetto alla costruzione [del naviglio].

D'ogni intorno alla capitale della Sicilia [il terreno] è solcato d'acque e n'erompono delle fonti perenni. Palermo abbonda di frutte; i suoi edifizii e le sue eleganti villette confondon chi si metta a descriverle ed abbagliano gli intelletti. A dirla in una parola, questa città fa girare il cervello a chi la guarda. Il Cassaro sopraddetto è dei più vasti ed alti [di muro che trovinsi al mondo e tale] da non potersi espugnare per battaglia, né occupare per colpo di mano.

Nella parte più elevata di questo Cassaro, il ridottato re Ruggiero ha una cittadella nuova, fabbricata di pietruzze dure da mosaico e di grandi pietre da taglio, delineata con le regole dell'arte, munita d'alte torri, ben rafforzata di vedette e di propugnacoli, [comoda] per palazzine e sale ben costruite; notevole per le decorazioni architettoniche, pei mirabili e peregrini ornati di calligrafia e per le immagini eleganti d'ogni maniera che vi sono raccolte. [Di tutta la città] i passaggieri attestano lo splendore; levanla a cielo i viaggiatori, [anzi] dicono a dirittura che non [trovansi al mondo] edifizii più mirabili che que' di Palermo, né siti più eletti che i suoi luoghi di delizia: e che i suoi palagi sono i più nobili, le sue case le più piacenti [che uom possa vedere].

Il borgo che circonda il Cassaro vecchio del quale abbiam detto, occupa grande area di terreno. È pieno di fondachi, case, bagni, botteghe, mercati, e difeso da muro, fosso e riparo. Dentro cotesto borgo son molti giardini; bellissimi villini e canali d'acqua dolce e corrente, condotta alla città dai monti che cingono la sua pianura.

Fuor del lato meridionale del borgo scorre il fiume ‘Abbâs (l'Oreto), fiume perenne, sul quale sono piantati tanti molini da bastare appieno al bisogno [della città].

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UpUltimo aggiornamento: 02/08/08