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Didattica > Strumenti > La città medievale italiana > Testimonianze, 30

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La città medievale italiana

di Gina Fasoli e Francesca Bocchi

© 1973-2007 – Gina Fasoli e Francesca Bocchi


Testimonianze

30. Giuramento di cittadinanza dei Manfredi a Modena (1168)

Dall'inizio del XII secolo in poi i comuni italiani si adoperarono per imporre la loro autorità, entro i confini della diocesi, sulle comunità rurali e sui feudatari.

A titolo di esempio viene qui riportato (Registrum Privilegiorum Comunis Mutinae, a cura di L. SIMEONI – E. P. VICINI, Biblioteca della R. Deputazione di storia patria dell'Emilia e della Romagna – Sezione di Modena, n. 3, Reggio Emilia, 1940, vol. I, p. 17) il giuramento di cittadinanza dei Manfredi al comune di Modena. Non sappiamo con quale mezzo le città riuscirono a ridurre all'obbedienza i signori feudali, certo è che essi potevano trovare conveniente entrare nel giro di affari che la città offriva, senza contare che i cittadini potevano esercitare su di loro forme di ostruzionismo.

Per la bibliografia sulla storia di Modena cf. la testimonianza 17.

 

Ego iuro quod senper ero civis et habitator Mutine sine fraude, et ab hinc usque ad festum sancti Martini proximum domum in civitate Mutine habebo, et civitatem Mutine infra confìnes contra omnes homines defendam, excepto imperatore; et extra confines personas illorum qui nunc sunt cives Mutine vel in antea erunt et eorum bona, ubicumque potero defendere sine omni fraude iuvabo, salva fidelitate meorum dominorum quos habeo vel in antea sine fraude aquisivero… Et comune Mutine in curiis et contionibus fìde bona iuvare studebo: et quod homines de possessionibus meis dationes et factiones ad voluntatem consulum Mutine, qui nunc sunt et in antea erunt, suprascripte civitati non faciant nullo modo vetabo…

Hoc sacramentum hic superius legitur fecerunt Robertus de Manfredis et frater eius Bernardus, et Guidettus. Pius vero et Manfredus quondam Bernardini illud idem iuraverunt, excepta habitantia et senper esse cives, quod olim in antea sub alio consolatu iuraverunt…

 

[Giuro che sarò cittadino e abitatore di Modena senza frode, e che entro la prossima festa di San Martino avrò una casa nella città di Modena e difenderò la città di Modena entro i suoi confini contro chiunque, eccetto l'imperatore: e fuori dei confini difenderò le persone e le cose dei cittadini di Modena, salva la fedeltà ai signori di cui sono o sarò in futuro vassallo... Mi adopererò lealmente per giovare al comune di Modena nelle assemblee e nei consigli e non impedirò che gli uomini abitanti nelle mie terre diano tributi di denaro ed opere secondo la volontà dei consoli di Modena…

Questo giuramento che si legge più sopra lo fecero Roberto Manfredi e suo fratello Bernardo e Guidetto. Pio e Manfredo figlio di Bernardino giurarono la stessa cosa, eccetto di abitare e di essere sempre cittadini, poiché lo avevano già giurato prima sotto altri consoli…].

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UpUltimo aggiornamento: 02/08/08