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Didattica > Strumenti > La città medievale italiana > Testimonianze, 31

Strumenti

La città medievale italiana

di Gina Fasoli e Francesca Bocchi

© 1973-2007 – Gina Fasoli e Francesca Bocchi


Testimonianze

31. L'epigrafe monumentale di Ferrara (1173)

La storia di Ferrara medievale è segnata, dal punto di vista delle fonti documentarie, da un destino veramente avverso: tutti i documenti conservati negli archivi comunali furono distrutti da un incendio nel XIV secolo, mentre molte bolle papali relative alla città sono notoriamente false.

In questi ultimi anni fortunatamente sono venuti in luce dei frammenti di un'epigrafe monumentale, incisa su lastre di marmo, applicate al fianco sud della cattedrale, seminterrata e coperta da costruzioni appoggiate alla cattedrale stessa. L'epigrafe – di cui qui si dà la parte iniziale (A. FRANCESCHINI, I frammenti epigrafìci degli statuti di Ferrara del 1173 venuti in luce nella cattedrale, Ferrara, 1969, p. 11) – contiene un testo statutario datato 13 maggio 1173, emanato dal Consiglio dei Sapienti, confermato dall'assemblea generale del popolo e convalidato da un notaio pubblico.

I frammenti ritrovati fino a questo momento consentono di capire che ci si trova di fronte a una serie di norme relative alla conferma di benefici concessi dal comune alla fabbrica del duomo, ai doveri dei vassalli nei confronti dei loro signori, a norme di diritto possessorio e a norme che definiscono la capacità del comune di legiferare. Questa epigrafe è un interessante tentativo di mettere per iscritto le consuetudini locali, tuttavia si è ancora ben lontani da un vero e proprio corpo di leggi, che si avrà a Ferrara solo con gli statuti del 1287.

Sull'epigrafe cf. A. FRANCESCHINI, L'iscrizione monumentale del 1173, in Ferrara, Bologna, 1969, vol. I, pp. 81-85, oltre a quanto scrive il medesimo autore in I frammenti ecc. sopra citato.

Su Ferrara in età comunale cf. A. VASINA, Un'autonoma patria cittadina, in Ferrara, Bologna, 1969, vol. I, pp. 53-70; G. ORTALLI, Comune e vescovo a Ferrara nel secolo XII: dai «falsi ferraresi» agli statuti del 1173, in corso di stampa.


(IN) NOMINE PATRIS ET FILII ET SPIRITUS SANCTI QUOMODO

ANNO CHRISTI NATIVITATIS MILLESIMO CENTESIMO SEPTUAGESIMO

(T)ERCIO MENSE MADII XIII DIE INTROEUNTE INDICTIONE

VI TEMPORIBUS

(D.) ALEXANDRI TERCII ET DOMINI FEDERICI IMPERATORIS

DECRETUM FERRARIENSUM CONSCILIO SAPIENTUM

(…) ISTITUTUM ET A POPULO IN CONCIONE IURE IURANDO

FIRMATUM ET PER MANUM MAGISTRI

(S)TEFANI SACRI PALACII IUDICIS ET NOTARII DICTATUM ET

AD PEREMPNEM MEMORIAM SCRIPTUM

(LE)GITUR SICUT AD HONOREM DEI ET GLORIOSE VIRGINIS

MARIE SANCTIQUE GEORGII PATRONI NOSTRI ET

(AL)IORUM SANCTORUM PLACET NOBIS HAEC IN PERPE-

TUUM STATUERE ET OBSERVARI VOLUMUS UT OMNIA

QUE ANTE OT(TENTA).

 

[In nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, come nell'anno della natività di Cristo millesimo centesimo settantesimo terzo, il 13 maggio dell'indizione sesta, al tempo di Alessandro III e del signor Federico imperatore, fu decretato dal consiglio dei sapienti ferraresi e confermato con giuramento dall'assemblea generale del popolo, e si legge, redatto e scritto a perenne memoria per mano del maestro Stefano giudice e notaio del sacro palazzo, come a onore di Dio e della gloriosa Vergine Maria e di San Giorgio nostro patrono e degli altri santi che è stato da noi deciso di stabilire in perpetuo, e che vogliamo siano osservate tutte le cose già acquisite].

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UpUltimo aggiornamento: 02/08/08