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Didattica > Strumenti > La città medievale italiana > Testimonianze, 36

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La città medievale italiana

di Gina Fasoli e Francesca Bocchi

© 1973-2007 – Gina Fasoli e Francesca Bocchi


Testimonianze

36. Venezia nella cronaca di Martino da Canal (1267-75)

Martino da Canal, nel presentare la sua cronaca e nell’esporre i motivi che lo hanno spinto a scrivere, mostra chiaramente come città e cittadini, cioè Venezia e i Veneziani, siano un tutto unico inscindibile, e come trovino nel loro santo patrono, san Marco, il protettore e lo stimolo a nuove imprese.

La cronaca, redatta in francese, nell'edizione citata è tradotta da Giovanni Galvani (MARTINO DA CANAL, Cronaca Veneta, in «Archivio Storico Italiano», t. VIII, Firenze, 1845, p. 271). Su Martino da Canal cf. A. CARILE, La cronachistica veneziana (sec. XII-XVI) di fronte alla spartizione della Romania del 1204, Firenze, 1969, pp. 177-178, dove rimanda alla bibliografia precedente, e La storiografia veneziana fino al secolo XVI – Aspetti e problemi, Firenze, 1970.

 

… E per ciò voglio io che gli uni e gli altri sappiano sempre più le opere de' Viniziani, e chi elli furono, e donde elli vennero, e chi elli sono, e come fecero la nobile città che l'uomo dice Vinegia, che è ora in presente la più bella del secolo. E voglio che tutti coloro che sono a quest'ora al secolo, e che ci deono venire sappiano come la nobile città è fatta, e com'ella è ripiena di tutti beni, e come il sire de' Viniziani, il nobile Dogio, è possente, e quanta è la nobiltà che vi è dentro, e la prodezza del popolo Viniziano, e come tutti sono perfetti nella fede di Gesù Cristo, ed a Santa Chiesa obbedienti, e come giammai non trapassarono i comandamenti di Santa Chiesa: talché dentro quella nobile Vinegia non osano dimorare Patarini, né Catari, né nullo usuriere, né micidiale, né ladrone, né rubatore. Ed anche io vi conterò li nomi di tutti i Dogi che sono stati in Vinegia l'uno appresso l'altro, e ciò ch'elli feciono, all'onore di Santa Chiesa e di loro nobile Città: e vi conterò i nomi de' nobili Capitani che i nobili Dogi inviarono al loro tempo per danneggiare li nemici. E delle vittorie ch'elli hanno avute voglio io che voi sappiate innanzi che ciò fu a diritto: e vi dirò il perché: primieramente per ciò che ellino sono perfetti nella fede di Gesù Cristo, né trapassano giammai li comandamenti di Santa Chiesa, e per ciò che elli non fanno oltraggio ad alcuno, e soffrono sovente e spesso li danni che loro son fatti; e non pertanto s'egli avviene che alcune genti mettano mano in inganni, ellino se ne vendicano o per tempo od a capo di molto, fuorché solamente essi se ne rimangono per la preghiera di Monsignore l'Apostolo; e sappiate che Viniziani non falliscono ad alcuno del convenente. Le prodezze loro sono apparenti in tutto così come io le vi conterò quà in avanti in questo libro che è traslato di latino in franzese, per ciò che sempre più sia in rimembranza chi sono Viniziani, e sappiano tutti, ed uni ed altri, che Monsignore San Marco lo Evangelista, in cui li Viniziani hanno messa loro speranza dopo Gesù Cristo, governa Viniziani, e li governerà a ogni dì più. Io prego Gesù Cristo e la sua dolce Madre Santa Maria, e Monsignore San Marco lo Evangelista, che donino sanità, vita e vittoria a Monsignore il Doge ed a tutti li Viniziani; e tutto in tal maniera io il mio libro comincerò.

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UpUltimo aggiornamento: 02/08/08