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Didattica > Strumenti > La città medievale italiana > Testimonianze, 39

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La città medievale italiana

di Gina Fasoli e Francesca Bocchi

© 1973-2007 – Gina Fasoli e Francesca Bocchi


Testimonianze

39. Descrizione di Pavia (XIV secolo)

Opicino de Canistris è il nome con cui si è identificato l’anonimo del Liber de laudibus civitatis Ticinensis, del secolo XIV.

Il brano che qui viene proposto è relativo alla descrizione di Pavia nei suoi edifici civili e religiosi. La facilità e la semplicità del linguaggio ci consentono di non soffermarci nella spiegazione puntuale del testo; pur tuttavia vorremmo richiamare l’attenzione sulla statua del Regisole che tuttora adorna la piazza della cattedrale, che già nel 1315 sofferse di tali danni per cui si resero necessari dei restauri. Inutile sottolineare con quanto amore e spirito civico l’a utore abbia descritto la città e i suoi monumenti, vantandone con orgoglio le tradizioni di capitale.

Il Liber de laudibus civitatis Ticinensis è pubblicato a cura di R. MAIOCCHI e F. QUINTAVALLE, parte I, Città di Castello, 1903. Sull'identificazione dell'autore cf. F. GIANANI, Opicino de Canistris, l'Anonimo ticinese, Pavia, 1929; R. SALOMON, Opicinus de Canistris. Weltbild und Bekenntnisse eines avignonesischen Klerikers des XIV Jahrhunderts, in «Studies of Wartburg Institute», I, London, 1936.

Su Pavia nel Medioevo cf. P. VACCARI, Profilo storico di Pavia, Pavia, 1950.

Sull'antica struttura urbanistica della città di Pavia cf. gli Atti del convegno di studio sul centro storico di Pavia, Pavia, 1968.

 

Per totam civitatem sunt putei multi in publicis locis fontesque nonnulli, ex quibus unus est latissimus et pulcerrimus fons, testudine magna coopertus, sub ecclesia sancti Thome, que est quasi in centro civitatis; ac rivus nomine Cadrona cum molendinis terrestribus per duo latera civitatis ab intus defluit in Ticinum.

Tota vero civitas vetus lapidibus strata et tam nova, quam vetus, viarum latitudine, plateis et porticibus bene disposta, trium murorum, sicut diximus, ambitu cingitur, quorum interior mirabiliter grossus est. Per novem fortissimas et altissimas portas, habentes fortissimas valvas er preeminentem reliquum murum et insuper in quibusdam ipsarum geminas turres et in pluribus geminas portas simul, ac ante se quandoque levabilem pontem, exitur secundum dispositionem primi interioris muri, qui quadrangularis factus, totidem, exceptis pusterulis, portis, incredibiliter fortissimis, decoratur. Secundus autem murus etiam quadrangularis, portis totidem, satis competentihus, ornatur, licet non sint valve in primo nec in secundo. Tercius vero, quasi rotundus undique preterquam a meridie, a parte extrinsica profundis et amplissimis fossis, plenis aqua semper scaturiente, circumdatur, competentibusque suburbiis civitas decoratur.

Ecclesia cathedralis, eo quod ex duabus ecclesiis perficitur, sine media pariete contiguis, quemdam magnum pretendunt in latitudine cursum, idest terciam fere partem stadii, habens nichilominus testudines undique cum columpnis: ante cuius frontem est platea, que dicitur Atrium, eque longitudinis ecclesie latitudini et amplius: in qua toto anno possunt omnia humane vite necessaria venalia reperiri.

In cuius platee medio super columpnam lapideam, vel lateritiam, et tabulam saxeam erecta est statua equi et sessoris enea, nuper deaurata, respitiens ad aquilonem, maioris quantitatis quam hominis vel equi viventis, dextram manum extendens, habens sub anteriori sinistro pede qui catulam erectam eiusdem metalli, ipsum equi pedem levatum tenentem. Que statua, cum repercussione solis mirabiliter radiet et quia forte sic etiam antiquitus radiabat, Radisol ab incolis appellatur, quasi radius solis: vel dicitur Regisol, quasi regens solem, eo quod, sicut fertur, antiquitus, artificioso vel incantato motu, girum solis imitabatur. Hanc autem statuam antiquitus et corpus beati Eleuchadii episcopi abstulerunt Ravvennatibus Papienses, contra quos habebant inimiciciam atque bellum…

Civitas tota papiensis, in giro, extrinsecus super fossas, per plura quam duo milia passuum circuitur.

Hanc urbem a meridie munit Ticinus fluvius, qui tam limpidus et preclarus habetur, ut quantacumque sit in eo profunditas, semper fundus eius clarissime decernatur piscesque diversorum generum in eo natantes, quorum usu ipsa civitas satis habundat. Sunt enim saniores et meliores de tota Lombardia. Ibi reperiuntur in estate sturiones immensi. Ibi cancrorum mirabilis copia toto anno. Ibi sunt diversa genera navium. Ibi molendinorum quantitas copiosa.

Civitas ipsa super quatuor preciosos et magnos lapides est fundata, qui sculpti sunt ymaginibus quatuor Cardinalium Virtutum. Harum Fortitudo in orientali parte primi interioris muri posita est, in porta... Hec dicitur esse porta per quam olim Longobardorum rex Albuinus intrare non potuit, donec suum iniustum propositum immutavit [1]. Iusticia vero in eiusdem media muri porta occidentali, Temperantia in porta meridiana, qua per Veterem Pontem exitur. At vero Prudentia in medio basilice estivalis cathedralis ecclesie magis versus sinistram partem, idest aquilionarem, quasi in corde templi.

Ab uno latere civitatis idest aquilonari, intra tercium murum, est maxima platea, que Brolium dicitur. Et bene per stadium longitudinem habet et latitudinem per dimidium: in qua iumenta et bestie venduntur omni hebdomoda. Et iuxta illam, intra secundum murum, est alia minor, que Brolium Parvum dicitur, ubi multa vendantur tempore nundinarum, que fìunt ibi circa festum translationis beati Syri de mense madii omni anno, videlicet per VII dies precedentes et in ipsa die translationis. Et tunc extenduntur in Brolio Parvo diversa tentoria et tabernacula plura.

Civitatis hedificium totum vergens ad austrum ob Ticini fluminis alveum, versus quem declinando descendit: licet ab omni parte etiam de longe videatur aperte, a parte tamen meridiana, tam prope, quam procul intuentibus mirabilem prebet aspectum, non solum ob innumerabilium celsitudinem turrium, set etiam propter palatiorum et ecclesiarum sublimitatem, quarum tres, scilicet sancti Michaelis maioris, sancti Iohannis in burgo, et sancti Petri in celo aureo, sua magnitudine multas cathedrales ecclesias superant, exceptis duabus illis que sunt pro Cathedrali, que omnibus aliis eminent…


[In tutta la città ci sono molti pozzi e non poche fontane pubbliche e una di queste è un'abbondantissima e bellissima fontana protetta da una copertura a volta presso la chiesa di San Tommaso, quasi nel centro della città; c'è un corso d'acqua nominato Cadrona con mulini da ambo le parti che dall'interno della città defluisce nel Ticino.

Tutta la città vecchia è pavimentata di pietre e sia la città vecchia che la nuova, mirabile per la larghezza delle strade, la bella disposizione delle piazze e dei portici, sono circondate da tre cerchie di mura, la più interna delle quali è di una meravigliosa grossezza.

Si esce per nove fortissime e amplissime porte, che hanno fortissimi battenti e rivellini; ed alcune di esse sovrastano due torri e in più d'una, le porte sono doppie e hanno un ponte levatoio davanti a sé. Queste porte corrispondono a quelle della prima cerchia, che è quadrangolare, ornata di nove fortissime porte oltre alle pusterle. Anche la seconda cerchia è quadrangolare, ornata con altrettante porte come si conviene, sebbene non ci siano battenti nel primo e nel secondo giro. La terza cerchia è quasi rotonda, da tutte le parti, salvo che a mezzogiorno e dalla parte di fuori è circondata da profondi e larghissimi fossati pieni di acqua sorgente; la città è anche ornata di decorosi sobborghi.

La chiesa cattedrale, che è fatta di due chiese contigue di cui sono state demolite le fiancate intermedie, si stende per una grande ampiezza, quasi un terzo di stadio, avendo da tutti i lati delle volte con colonne. Davanti alla facciata vi è la piazza, che si dice Atrio, di una lunghezza uguale alla larghezza della chiesa e anche più, nella quale per tutto il tempo dell'anno si possono comperare tutte le cose necessarie per vivere. In mezzo a questa piazza, sopra a un basamento di pietra e di laterizi e a un piano marmoreo, sorge una statua di bronzo che rappresenta un cavallo e un cavaliere; un tempo era dorata, rivolta verso nord e più grande del naturale, con la mano destra stesa e avendo sotto allo zoccolo anteriore sinistro una cagnolina eretta sulle zampe posteriori, fatta dello stesso metallo, su cui si appoggia la zampa del cavallo. La quale statua, poiché riflette mirabilmente i raggi del sole e poiché anche in antico doveva risplendere allo stesso modo, dagli abitanti è chiamata Radisol, quasi Raggiodisole; è detta anche Regisol, come se reggesse il sole, poiché si dice che anticamente, con un movimento dovuto a un meccanismo o a un incantesimo, imitava il moto del sole. Questa statua insieme con il corpo di san Eleucadio vescovo fu sottratta anticamente dai Pavesi ai Ravennati con i quali avevano inimicizia...

Il circuito della città, dalla parte esterna lungo i fossati, misura più di due miglia. A mezzogiorno la città è difesa dal Ticino, che è così limpido e trasparente, che per quanto sia profondo, si distingue sempre chiaramente il letto e i pesci che nuotano nell’acqua, dei quali la città ha così per suo uso grande abbondanza: sono i più sani e i migliori di tutta la Lombardia. In estate vi si trovano storioni grandissimi; in tutto il tempo dell'anno ci sono grandi quantità di gamberi; vi sono navi di molti generi e una grande quantità di mulini. La città è fondata su quattro preziose e grandi pietre su cui sono scolpite le immagini delle quattro virtù cardinali: la Fortezza è posta nella parte orientale della prima cerchia… Si dice che questa sia la porta per la quale Alboino non poté entrare finché non ebbe rinunciato al suo iniquo proposito. La Giustizia è nella parte occidentale dello stesso muro. La Temperanza è alla porta di mezzogiorno, dalla quale si esce verso il Ponte Vecchio. La Prudenza è in mezzo alla basilica estivale della cattedrale, verso la parte sinistra, cioè a tramontana, quasi nel cuore del tempio.

Nel lato nord della città, presso la terza cerchia, c’è una gran piazza che si dice Broglio e che è lunga uno stadio e larga metà, nella quale ogni settimana si vendono giumenti e bestie e presso a quella, dentro alla seconda cerchia, c'è un'altra piazza minore, che si dice Broglio Piccolo, nella quale si vendono molte cose al tempo della fiera che si fa per la festa della traslazione di san Siro nel mese di maggio di ogni anno, ossia, per sette giorni prima e nel giorno della festa. In questa occasione si dispongono nel Broglio piccolo molte tende e baracche.

L'insieme degli edifici della città declina verso il Ticino: sebbene da ogni parte si veda apertamente anche da lontano, è da mezzogiorno sia dappresso che da lungi, che presenta agli occhi di chi guarda un più mirabile aspetto, non solo per l'altezza delle innumerevoli torri, ma anche per l'elevarsi dei palazzi e delle chiese, tre delle quali, ossia San Michele Maggiore, San Giovanni in Borgo e San Pietro in Cieldoro superano per la loro grandezza molte chiese cattedrali, salvo quelle due che qui fungono da cattedrale, che sono più alte di tutte…].

 

[1] Cf. PAOLO DIACONO, II, 27, per l'episodio a cui si allude.

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UpUltimo aggiornamento: 02/08/08