Logo di Reti Medievali 

Didattica

spaceleftMappaCalendarioDidatticaE-BookMemoriaOpen ArchiveRepertorioRivistaspaceright

Didattica > Strumenti > Bisanzio. Società e stato - Bibliografia

Strumenti

Bisanzio. Società e stato

di Jadran Ferluga

© 1974 – Jadran Ferluga


Bibliografia

Fondamentale è certamente oggi il libro di G. OSTROGORSKY, Storia dell'impero bizantino, «Biblioteca di cultura storica», n. 97, Torino, Einaudi, 1968. Ostrogorsky, professore emerito di storia bizantina della Facoltà di Lettere di Belgrado, fece nel 1940 la prima stesura del suo ormai famoso manuale. Considerevolmente ampliata ne uscì l'ultima e terza edizione in tedesco nel 1963, di cui quella italiana costituisce la traduzione senza ulteriori aggiornamenti. Questo testo presenta il vantaggio di essere accessibile a un largo pubblico italiano, poiché, bisogna dirlo subito, le lingue rappresentano una delle più gravi difficoltà per lo studio del passato bizantino. Le pubblicazioni specialistiche appaiono infatti – oltre che in italiano – in lingue abbastanza conosciute come l'inglese, il tedesco e il francese; ma molte anche in altre, almeno in Italia, meno correnti: russo, ungherese, rumeno, serbo-croato, bulgaro, greco moderno ecc. Tenteremo perciò di dare qui, possibilmente nel primo gruppo di lingue, sia la bibliografia essenziale, sia, nella seconda parte, le traduzioni dei testi bizantini.

La storia dello stato (più propriamente che impero) bizantino di Ostrogorsky ha un'introduzione sullo sviluppo della storiografia bizantina dal Rinascimento agli anni 1960-1961. Ogni capitolo è preceduto da una breve ma precisa descrizione delle fonti, di cui è data la migliore edizione, e da una bibliografia generale, ed è seguito da ricche annotazioni, importanti perché danno per i più significativi problemi lo stato attuale della ricerca. Il lettore interessato ha così a portata di mano un primo e utilissimo strumento per allargare le proprie conoscenze in materia.

Recentemente è uscita una nuova edizione della «The Cambridge Medieval History» il cui vol. IV: The Byzantine Empire, ed. J. M. HUSSEY, D. M. NICOL e G. COWAN, Cambridge, 1966, consta di una prima parte, Byzantium and its Neighbours, dedicata alla storia politica mentre la seconda parte, Government, Church and Civilisation, tratta dello sviluppo interno. Il tutto è corredato da una vastissima bibliografia, da liste di fonti e relative collezioni, elenchi di regnanti, carte ecc.

Contemporaneamente è stata pubblicata nell'Unione Sovietica la prima grande sintesi: Istorija Vizantiji, I-III, Moskwa, 1967, diretta da S. D. SKASKIN, Z. V. UDAL'-COVA, V. N. LAZAREV, N. V. PIGULEV-SKAJA, A. P. KAŽDAN, E. C. SKRIŽINSKAJA, M. JA. SJUZJUMOV, G. G. LITAVRIN e K. A. OSIPOVA. Scritta in russo, rimarrà per una gran parte degli storici difficilmente accessibile. Utile è, dunque, per conoscere il punto di vista degli studiosi sovietici, la traduzione tedesca dal russo, uscita nella Germania orientale, di A. P. KAŽDAN, Byzanz. Aufstieg und Untergang des Oströmischen Reiches, Berlin, 1964.

Si può consultare ancora con profitto A. A. VASILIEV, History of the Byzantine Empire, 324-1453, Madison, 1952, seconda edizione ampliata in confronto all'originale del 1928-1929. Per nuove e interessanti idee e aspetti vedi R. S. LOPEZ, La nascita dell'Europa, Secoli V-XIV, «Biblioteca di cultura storica», n. 90, Torino, Einaudi, 1966, e E. SESTAN- A. BOSISIO, L'Alto Medioevo, «Storia politica universale» diretta da F. Curato, vol. III, Novara, De Agostini, 1967, pp. 1-297.

Gran parte degli studi che ci interessano esce in riviste specializzate. Vogliamo elencare qui solo le più importanti o quelle che hanno una rassegna bibliografica: la «Byzantinische Zeitschrift» di Monaco di Baviera e il «Vizantijskij Vremennik» di Mosca, che appaiono dalla fine del XIX secolo; la rivista belga «Byzantion», la «Byzantinoslavica» di Praga, i « Dumbarton Oaks Papers» dagli Stati Uniti, lo «Jahrbuch der österreichischen byz. Gesellschaft», che dal 1968 appare sotto il titolo «Jahrbuch der österreichischen Byzantinistik», di Vienna, lo «Zbornik radova» dell’istituto di studi bizantini di Belgrado e i «Traveaux et Memoires» di Parigi.

Dal 1924 vengono pubblicati gli «Atti» dei Congressi di Studi Bizantini, ma importanti sono soprattutto quelli dal 1958 in poi; da allora infatti i congressi furono impostati su problemi speciali.

Non esistono sintesi sullo sviluppo economico e sociale di Bisanzio, mentre per quanto riguarda l'organizzazione dello stato e soprattutto per l'ideologia imperiale la situazione è certamente migliore. Il contributo italiano nel campo della storia socio-economica è minimo e non è uscito dal campo dell'Italia bizantina; siamo quindi obbligati a ricorrere a opere in altre lingue. Per gli studi bizantini in Italia vedi A. PERTUSI, Storia bizantina e storiografia italiana, in La storiografia italiana negli ultimi vent'anni, vol. II, Milano, 1970, pp. 929-989.

Molti dei problemi sono trattati nel contesto delle sintesi storiche sopra citate (Ostrogorsky, Vasiliev ecc.), ma spesso sono molto utili, sia come sintesi che per le indicazioni bibliografiche, i capitoli speciali dedicati ai problemi economici, sociali, istituzionali ecc. nelle opere collettive. Così per esempio nel già citato vol. IV, parte II della «The Cambridge Medieval History», i capitoli XX-XXII sul governo e l'amministrazione, la legislazione, la vita sociale e la Chiesa. Bisogna subito ricordare la «The Cambridge Economic History of Europe», vol. I: The Agrarian Life of the Middle Ages, seconda edizione, a cura di M. POSTAN, Cambridge, 1966, e in essa il capitolo di G. OSTROGORSKY, Agrarian Conditions in the Byzantine Empire in the Middle Ages, pp. 205-234, nonché il vol. II, a cura di M. POSTAN e E. E. RICH, Cambridge, 1958 (è annunciata per il 1974 una nuova edizione) e in esso il cap. III di S. RUNCIMAN, Byzantine Trade and Industry, pp. 86-118, e il cap. IV di R. S. LOPEZ, The Trade of Medieval Europe: the South, pp. 257-354, il tutto corredato di bibliografie e pubblicazioni di fonti. Tutto un abbondante volume di L. BRÉHIER, Les institutions de l'Empire Byzantin, Le monde byzantin, II (L'évolution de l'humanité, 32 bis), Paris, 1970, è dedicato alla struttura dello stato, all'imperatore, al governo centrale e al suo funzionamento, nonché alla Chiesa, al clero, ai monasteri ecc. e naturalmente non trascura, in questa prospettiva, i problemi economico-sociali. Lavoro collettivo di alta qualità non solo per la partecipazione di studiosi di vari paesi, è: Byzantium. An Introduction to East Roman Civilisation, ed. by N. H. BAYNES and H. SAINT LAWRENCE B. MOSS, Oxford, 1948, di cui esiste una nuova edizione tedesca uscita a Monaco nel 1964.

Un'ottima sintesi per il periodo tardo-romano si trova nella «Historia Mundi», a cura di F. Valjavec, vol. IV, Bern, 1956: F. M. HEICHELHEIM, Römische Sozial-und Wirtschaft-geschichte, pp. 397-488 e G. OSTROGORSKY, Staat und Gesellschaff der frühbyzantinischen Zeit, pp. 556-569, e per il periodo seguente nel vol. VI, Bern, 1958: H. HUNGER, Byzanz in der Weltpolitik vom Bildersturm bis 1453, pp. 386-444, e G. OSTROGORSKY, Das byzantinische Kaiserreich in seiner inneren Struktur, pp. 445-473. Una decina di anni fa è stato tradotto dall'inglese un libro di carattere introduttivo di S. RUNCIMAN, La civiltà bizantina, Firenze, Sansoni, 1960 e i capitoli III-VIII trattano del governo imperiale e delle sue leggi, dell'amministrazione, della Chiesa, dell’esercito, del commercio e della vita urbana e rurale. Uscito per la prima volta nel 1933, ha però una bibliografia abbastanza modesta. Valore informativo ha il libro di H. W. HAUSSIG, Storia e cultura di Bisanzio, Milano, 1964, tradotto dal tedesco.

Alcuni problemi concernenti lo sviluppo sociale ed economico dello stato bizantino sono stati e sono ancora oggi vivamente discussi. Uno dei fondamentali e certamente dei più importanti è quello che riguarda l'esistenza o meno di un feudalesimo bizantino. La questione è stata bene riassunta da uno studioso giapponese KIN-ICHI-WATANABE, Problèmes de la «féodalité» byzantine. Une mise au point sur les diverses discussions, in «Hitotsubashi Journal of Arts and Sciences», V/1 (gennaio 1965), pp. 31-40 e VI/1 (settembre 1965), pp. 7-24.

Nella discussione sull'esistenza o meno di un feudalesimo bizantino si è partiti da concezioni secondo cui si può parlare di féodalité solo nei paesi d'origine, cioè nell'Europa occidentale e non a Bisanzio. Così A. A. VASILIEV, On the Question of Byzantine Feudalism, in «Byzantion», VIII (1933) e nella sua sopra citata Storia, pp. 536-579 e D. A. ZAKYTHENOS, Le processus de féodalisation, in «Hellénisme contemporain», 1948, pp. 499-534, negavano l'esistenza di un feudalesimo bizantino.

Negativamente si esprimeva anche, in seguito a un'analisi dettagliata delle fonti, il notissimo bizantinista francese P. LEMERLE, Esquisse pour une histoire agraire de Byzance: les sources et les problèmes, «Revue Historique», 219 (1958), pp. 32-74, 254-284 e 220 (1958), pp. 43-94, contrario all'uso del termine venuto dal di fuori e che non ha niente a che vedere, né per il contenuto, né per lo sviluppo, con la realtà bizantina. In questo senso anche gli altri articoli dello stesso autore: Un aspect du rôle des monastères à Byzance: les monastères donnès à des laïcs, les charistichaires, in «Comptes-rendus de l'Acad. des Inscr. et Belles-Lettres», (gennaio-marzo 1958), pp. 9 sgg., e Recherches sur le régime agraire à Byzance. La terre militaire à l'époque des Comnènes, in «Cahiers de civilisation médiévale», 2 (1959), pp. 265 sgg. Anche il bizantinista tedesco F. DÖLGER, Der Feudalismus in Byzanz (Vortrag Okt. 1956). Studien zum mittelalterlichen Lehenswesen (Vorträge und Forschungen V.), a cura di Th. Mayer, Konstanz, 1960, pp. 185-193, e Byzanz und das Abendland vor den Kreuzzügen (Relazioni del X Congresso Internazionale di Scienze Storiche, Roma, 4-11 settembre 1955), vol. III: Storia del Medioevo (1956), pp. 65-100, ne nega l'esistenza sino verso la fine dell'XI secolo prendendo come base la struttura specifica dello stato bizantino e del potere autocratico dell'imperatore. In seguito a contatti con il mondo occidentale (crociate, signori feudali latini a Bisanzio ecc.) gli imperatori dovettero adattarsi ad accettare e applicare rapporti feudali nuovi, così per esempio la ligietà. Il feudalesimo bizantino sarebbe, dunque, un fenomeno economico e sociale importato.

Da un punto di vista più largo, non ristretto cioè alla nozione di «feudalesimo» ma esteso a quella di «società feudale», concepita come società che si ritrova in varie fasi del suo sviluppo non solo nell'Europa occidentale ma anche altrove e che si basa sulla grande proprietà fondiaria lavorata da servi dipendenti, è partito G. OSTROGORSKY, Pour l'histoire de la féodalité byzantine («Corpus Bruxellense Historiae Byzantinae», Subsidia I), Bruxelles, 1954, libro che comprende due studi fondamentali per la comprensione della posizione dell'autore: La pronoia. Contribution à l'histoire da la féodalité à Byzance et dans les pays des Slaves du Sud, pp. 1-257, e Les praktika byzantins, pp. 259-368. Seguendo l'evoluzione della pronia egli la caratterizza come istituzione feudale, nata dallo sviluppo interno e quindi non importata, e dimostra come abbia poi continuato a sviluppare tale sua fisionomia non solo nell'impero bizantino ma anche nell'ambito degli stati feudali medievali nei Balcani. Un'analisi dei praktika, cioè degli inventari demaniali o «catasti bizantini», è alla base del secondo studio dedicato alla grande proprietà fondiaria dall'XI secolo in poi. Fra i numerosi studi e articoli dello stesso autore bisogna nominare almeno i seguenti: Quelques problèmes d'histoire de la paysannerie byzantine («Corpus Bruxellense Historiae Byzantine», Subsidia II), Bruxelles, 1956, dedicato agli inizi del processo di feudalizzazione che egli mette nel X secolo, poi l'articolo Pour l'histoire de l'immunité à Byzance, in «Byzantion», 28 (1958), pp. 165-254, che appunto mostra uno degli aspetti più rilevanti dello sviluppo della grande proprietà feudale, nonché: La Commune rurale byzantine. Loi agraire – Traité fiscal – Cadastre de Thèbes, in «Byzantion», 32 (1962), pp. 139-166, contributo alla differenziazione sociale e al progresso dei rapporti feudali nelle campagne bizantine, e infine il recente articolo: Observations on the Aristocracy in Byzantium, in «Dumbarton Oaks Papers», 25 (1971), pp. 3-32, sugli inizi, lo sviluppo e il ruolo di questa classe sociale nello stato e sul suo influsso nello sviluppo feudale dello stato bizantino. Su come la ligietà sia passata a Bisanzio, dato appunto lo sviluppo simile a quello in occidente, vedi J. FERLUGA, La ligesse dans l'Empire byzantin, in «Zbornik radova viz. instituta», 7 (1961), pp. 97-123.

Particolarmente si sono occupati di questo problema gli studiosi di storia bizantina nell'Unione Sovietica. Essi riprendevano così, in questo dopoguerra, da una parte la tradizione della bizantinologia prerivoluzionaria che s'era dedicata in modo particolare a studi economici e sociali, mentre dall'altra partivano, nel quadro del materialismo storico, dal presupposto di una formazione feudale basata su un determinato modo di produzione a cui corrispondevano determinati rapporti nella produzione. Essenziale è certamente la sopra citata Storia di Bisanzio (in russo); importanti sono poi i numerosi articoli apparsi nel « Vizantijskij Vremennik»; da aggiungere infine sarebbero il libro di A. P. KAŽDAN, Campagna e città in Bisanzio nei secoli IX-X. Studi sulla storia del feudalesimo bizantino (in russo), Moskwa, 1960, e il rapporto di N. V. PIGULEVSKAJA, E. E. LIPŠIC, M. JA. SJUZJUMOV e A. P. KAŽDAN, Città e campagna a Bisanzio nei secoli IV-XII (in russo), negli «Actes du XII e Congrès International d'études byzantines» (Ochride, 10-16 settembre 1961), tome I, Beograd, 1963. Data la difficoltà della lingua, per conoscere il punto di vista della storiografia marxista sovietica è utile, come sguardo d'insieme, un quadro delle pubblicazioni sovietiche apparso nei «Traveaux et Memoires», 2 (1967), pp. 489-564, sotto il titolo Les recherches sovìetiques sur l'histoire byzantine de 1945 à 1962 , a cura di I. SORLIN e nel n. 4 (1970), della stessa autrice per gli anni 1963-1968, pp. 487-517; come pure l'articolo di E. HÖSCH, Byzanz, nell'enciclopedia « Sowjetsystem und Demokratische Gesellschaft», a cura di C. D. KERNIG u.a., Bd. I, pp. 972-984.

Con la rassegna degli studi concernenti il problema del feudalesimo a Bisanzio abbiamo dato anche la bibliografia essenziale sull'agricoltura bizantina. Vorremmo citare ancora qualche studio o raccolta di articoli sia nell'ambito della storia sociale sia su problemi attuali nella storiografia bizantina.

Per lo sviluppo sociale ed economico sono ancora oggi da leggere gli articoli di G. I. BRATIANU, Études byzantines d'histoire économique et sociale, Paris, 1938. Sulla società e soprattutto sulla proprietà monastica vedi la raccolta di articoli di P. CHARANIS, Social, Economic and Political Life in the Byzantine Empire, London, 1973. Da consultare, anche se con una certa cautela, il rapporto di N. SVORONOS, Societé et organisation intérieure dans l'empire byzantin au Xe siècle: les principaux problèmes, in «Thirteenth International Congress of Byzantine Studies», Main Papers XII, Oxford, 1966, apparso anche nella raccolta dei suoi saggi Études sur l'organisation intérieure, la société et l'economie de l'Empire Byzantin, London, 1973. Interessante per idee e punti di vista nuovi, l'articolo di S. VRYONIS Jr., Byzantium: the Social Basis of Declin in the Eleventh Century, nella raccolta dei suoi studi Byzantium: its internal History and relations with the Muslim World, London, 1971.

Per i problemi sociali è oggi utilissima la raccolta di studi di P. CHARANIS, Studies on the Demography of the Byzantine Empire, London, 1972, dedicata a problemi demografici, cambiamenti sociali ed etnici (Armeni, Slavi ecc.). Fra le raccolte di articoli recentemente apparse è da citare. H. AHRWEILER, Études sur les structures administratives et sociales de Byzance, London, 1971, con importanti contributi, ma soprattutto per lo studio Recherches sur l'administration de l'empire byzantin aux IXe-Xle siècles, già pubblicato nel «Bulletin de Correspondance helenique», 84 (1960), pp. 1-109.

Per l'organizzazione e i problemi sociali derivanti da questa struttura amministrativa, vedi A. PERTUSI, La formation des thèmes byzantins, in «Berichte zum XI Inter. Byzantinisten-Kongress», München, 1958, e la relazione complementare di G. OSTROGORSKY, nonché recentemente una rassegna del problema fatta da W. E. KAEGI, Some Reconsiderations of the Themes (Seventh-Ninth Centuries), in «Jahrbuch der österreichischen byz. Gesellschaft», 16 (1967), pp. 39-53.

Nemmeno per la città bizantina, tanto importante durante tutta l'esistenza di Bisanzio, esiste un'opera d'insieme: oltre alle già citate (Každan ecc.) sono da ricordare E. KIRSTEN, Die byz. Stadt, in «Berichte zum XI Inter. Byzantinisten-Kongress», München, 1958, e per Costantinopoli, le sue classi sociali, il senato ecc. una serie di articoli di H. G. BECK, Ideen und Realitäten in Byzanz, London, 1972. Interessante, tanto per la città quanto per la campagna, lo studio di G. OSTROGORSKY, Salari e prezzi a Bisanzio, in I prezzi in Europa dal XIII secolo a oggi, Torino, Einaudi, 1967, pp. 47-85. Indirettamente sulle città, ma soprattutto sull'importante complesso del commercio sia con Bisanzio sia con le repubbliche marinare italiane, è da consultare ancora oggi W. HEYD, Histoire du commerce du Levant au Moyen Age, voll. 2 (ristampa a cura di F. Raymond, Amsterdam, 1959, e anastatica, Bologna, 1968, con una vecchia traduzione italiana nella «Biblioteca degli economisti»). Sui complessi problemi dell'ultimo periodo vedi D. ZAKYTHYNOS, Crise monetaire et crise économique à Byzance du XIIe au XVe siècle, Atene, 1948, ora anche in: Byzance: Etat-Societé-Economie, dello stesso autore, London, 1973, dove sono usciti anche i suoi più importanti articoli in materia, nonché F. BABINGER, Maometto il Conquistatore ed il suo tempo, «Biblioteca di cultura storica», n. 54, Torino, Einaudi, 1957. A proposito dell'ideologia imperiale e dei problemi ad essa connessi ci limitiamo a citare l'opera fondamentale di O. TREITINGER, Die oströmische Kaiser und Reichsidee nach ihrer Gestaltung im höfischen Zerimoniell, Jena, 1938 (ristampa Darmstadt, 1956) e il breve sommario di essa: Vom oströmischen Staats und Kaisergedanken, in «Leipzieger Vierteljahrschrift für Südosteuropa», 4 (1940), pp. 1 sgg.; l'eccellente libro di A. GRABAR, L'empereur dans l'art byzantine. Recherches sur l'art officiel de l'Empire de l'Orient (Publications de la Faculté des Lettres de l'Université de Strasbourg, 75), Parls, 1936, e ristampa presso «Variorum Reprints», London, 1971, con una nuova introduzione dell'autore e aggiornamenti fino al 1963; F. DÖLGER, Byzanz und die europäische Staatenwelt. Ausgewählte Vorträge und Aufsätze, Ettal, 1953; G. OSTROGORSKY, Die Byzantinlsehe Staatenhierarehie, in «Seminarium Kondakovianum», 8 (1936), pp. 42 sgg.; H. HUNGER, Reich der neuen Mitte. Der christliche Geist der byzantinisehen Kultur, Graz, Wien, Köln, 1965.

© 2000
Reti Medievali
UpUltimo aggiornamento: 02/07/05