Logo di Reti Medievali 

Didattica

spaceleftMappaCalendarioDidatticaE-BookMemoriaOpen ArchiveRepertorioRivistaspaceright

Didattica > Strumenti > Bisanzio. Società e stato > Documenti, 19

Strumenti

Bisanzio. Società e stato

di Jadran Ferluga

© 1974 – Jadran Ferluga


Documenti

19. Il testamento di un grande proprietario fondiario, Eustazio Boilas (1059)
 

Fra i documenti che ci descrivono una grande proprietà feudale il testamento del protospatario Eustazio Boilas del 1059 è certamente uno dei più interessanti. L'edizione del testo fatta da V. BENEŠEVIČ nella Rivista del Ministero dell'educazione nazionale (in russo) del maggio 1907, pp. 219-231, mi è rimasta inaccessibile e la traduzione italiana è condotta su quella inglese di S. VRYONISJr., The will of a Provincial Magnate, Eustathius Boilas (1059), in «Dumbarton Oaks Papers», 11 (1957), pp. 263-277 e sulle note col testo parziale in greco preso dal ms. della Bibliotèque Nationale, N. Coislin 263, fols. 159-165v. Si tratta di un grande possesso in Asia Minore ai confini dell'impero, probabilmente in una regione più o meno recentemente conquistata dalla forza d'espansione dell'aristocrazia bizantina. Che Eustazio Boilas si comporti da grande signore feudale mi pare non ci siano dubbi e così anche sul carattere dei latifondi che si formarono in quell'epoca.

 

Quando per primo arrivai e mi stabilii qui, ricevetti questa terra che era cattiva e non lavorabile. Era abitata da serpi, scorpioni e bestie selvagge, cosicché gli Armeni, che abitavano la parte opposta a questa, non riuscirono ad avere neppure un po' di riposo. Se essi [gli Armeni] furono costretti a ciò dal fatto che la terra era inaccessibile alla più parte degli uomini e sconosciuta, io la ridussi in ceneri, col fuoco e la scure come il Salmo dice. E in questo luogo costruii la mia casa e il santo tempio dalle fondamenta, e [creai] prati, parchi, vigneti, giardini, acquedotti, piccole fattorie, mulini ad acqua e [vi portai] animali per l'uso domestico necessari e utili a un tempo. In maniera simile coltivai dal suo povero stato la mia proprietà di Buzina, che si verifica essere un monidion completo [1] , e anche il villaggio di Iseon, che era deserto e povero, eccettuato il monidion di Tsalema. Similmente riuscii a migliorare attraverso grande sborso di danaro, il villaggio di Uzike, e Chuspacrati, e il villaggio di Copteriu, e i villaggi di Ophidovuni e Cusneria, che furono per lungo tempo inabitati e deserti. E il villaggio di Uzike l'ho dato a coloro che ho nominato eredi, dando loro inoltre l'atto di vendita originale.

Il villaggio di Copteriu e Chuspacrati l'ho dato ai fratelli orfani Cristoforo e Giorgio e al loro cugino, in quanto essi sono poveri e orfani. L'uso del villaggio di Ophidovuni e Cusneria accanto a Calmuche, essendone stato richiesto dal felice dux, o mio signore, lo diedi a lui a mezzo di una carta di assicurazione. Ho dato la tenuta di Barta, come la ricevetti e senza migliorarla, all'illustrissimo magistrus signor Basilio, essendo obbligato a vendere, ma non ricevetti pagamento. Similmente, quantunque possedessi testimonianza scritta di altri debiti fatti dall'illustrissimo magistrus, e dai felici dux e duchena, miei signori, ammontanti a 25 libbre, io non ho riscosso niente di questo… Delle rimanenti 4 proprietà e tenute ho dato Tantzoute, cioè Salem, con i suoi colli in quanto separa le mie terre, le irrigate da quelle non irrigate, in dote alla mia primogenita e legittima figlia Irene, e a suo marito; cioè l'intera rendita di questa tenuta di 80 nomismi e l'ennomion [2] senza i quattro zeugotopia [3], che sono stati assegnati come eredità ai miei schiavi liberati e che essi in effetti possiedono. E lei abbia il godimento di 80 nomismi e il pascolo, e la proprietà di tutta la terra, cosicché essa, mia figlia, avrà dalla sua eredità paterna e dote 30 libbre. In aggiunta a tutto ciò, lei ha già preso delle proprietà mobili, auto-mobili e semi-mobili. Alcune ne prese segretamente, altre apertamente, cioè schiavi, abiti ricamati d'argento e greggi. Abbia tutte queste cose con la mia benedizione e secondo il mio desiderio e abiterà nella mia casa, vivendo in pietà e nella fede ortodossa, soggetta al censo regolare e imperiale, come è prescritto.

[1] Forse piccola proprietà.

[2] La tassa per il pascolo.

[3] Campo arabile da una coppia di buoi.

© 2000
Reti Medievali
UpUltimo aggiornamento: 26/07/08