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Didattica > Strumenti > La città medievale italiana > Testi, 7

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Wycliff. Il comunismo dei predestinati

di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri

© 1975-2007 – di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri


Testi

7. Lettera ai semplici sacerdoti

Nulla prova che la lettera sia di Wyclif, anche se contiene pensieri presenti nelle sue opere. Lo stile del messaggio è completamente diverso da quello delle lettere precedenti. Ma è – come nota il Loserth – sicuramente del suo ambiente e contiene le istruzioni ai «poveri preti» o «predicatori viaggianti» o Lollardi.

Furono queste lettere – insieme alla traduzione della Bibbia e alla pubblicazione di trattati in inglese – uno dei mezzi più caratteristici per la diffusione dell'insegnamento e delle idee di Wyclif. L'ispirazione era francescana – proprio per questo Wyclif nota che bisogna guardarsi dalla corruzione in cui quest'ordine è caduto – ma l'accento, ancor più che sulla povertà e sui santi costumi, è posto sulla necessità che la predicazione sia appunto «itinerante».

«Un uomo si attacca ai luoghi come un cane» nota Wyclif, e da questo nasce il desiderio di possedere; inoltre la continua peregrinazione permetteva di sfuggire più facilmente alle persecuzioni.

Al tempo di Wyclif i «predicatori viaggianti» erano quasi sicuramente chierici, ma chierici «semplici» e «illetterati» (poiché Wyclif credeva che «uomini illetterati potessero fare per la Chiesa più di molti maestri»). Più tardi, dopo la morte di Wyclif, è probabile che molti tra essi fossero laici: erano in gran numero e – dicono i cronisti – in alcune contee «un uomo su due era un Lollardo».

(In Opera minora, cit., p. 7).


È un'opera meritoria raccogliere dei buoni sacerdoti sull'esempio di Cristo.

Essi si devono guardare dal costume dei mendicanti per tre ragioni. Primo, poiché sono erranti e non fissi, incaricati temporalmente in base alla loro vita santa e degna e non investiti perpetuamente della carica, e ricevono quindi la carità dell'elemosina solo provvisoriamente.

Secondo, poiché devono essere nel numero giusto e nella località che li richiede per quel determinato tempo. Abbondanza o difetto sono infatti un danno.

Terzo, perché devono essere operosi nel loro ufficio sacerdotale, dal momento che l'ozio li renderebbe inadatti all'opera. Non devono frequentare le osterie, andare a caccia, giocare a tavoletta o agli scacchi, ma unicamente leggere la parola di Dio, predicarla in modo chiaro e pregare devotamente.

Infatti il loro compito principale è la predicazione del Vangelo… poiché attraverso di questo Cristo conquistò, rubandolo al demonio, il suo regno, e recuperò alla salvezza i suoi figli. Chi non predica pubblicamente, esorti e consigli in privato, parlando con le parole di Pietro. È in questo modo che la Chiesa vive e viene rinsaldata, come lo fu dagli apostoli. Chiunque saprà convertire a questo stato i sacerdoti, avrà con sé Dio e agirà in senso meritorio.

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UpUltimo aggiornamento: 02/08/08