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Didattica > Strumenti > La città medievale italiana > Testi, 12

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Wycliff. Il comunismo dei predestinati

di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri

© 1975-2007 – di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri


Testi

12. La Traduzione della Bibbia

Il De officio pastorali nella sua stesura in inglese possiede questa interessante difesa della traduzione in volgare della Bibbia, difesa diretta contro i frati particolarmente accaniti verso la traduzione della Scrittura. Le pagine in questione richiamano le considerazioni del prologo di Purvey (seguace di Wyclif) alla Bibbia (The Holy Bible translated by John Wycliffe, a cura di J. FORSHALL e J. MADDEN, 4 voll., London, 1850, vol. I, p. 157). Gli storici moderni sono concordi nell'attribuire il lavoro di traduzione non direttamente a Wyclif, ma piuttosto ai lollardi Purvey e Hereford, che avrebbero operato sotto la direzione del maestro. I contemporanei attribuivano invece una prima versione della Bibbia allo stesso Wyclif (che l'avrebbe iniziata verso il 1380). Una seconda versione, 1395, fu opera di Purvey.

(Dal De officio pastorali, ch. XV, in The English Works of Wyclif, cit., pp. 429 e sgg.).


A questo punto i frati e i loro sostenitori dicono che è eresia scrivere la legge di Dio in inglese e divulgarla tra gli ignoranti. Ma le quaranta prove che essi adducono per dimostrare l'eresia non sono degne di essere ripetute, poiché non trovano fondamento che nella negromanzia.

Prima di tutto sembra che il significato della legge di Dio dovrebbe essere insegnato nella lingua più conosciuta, poiché questo è l'intendimento della legge di Dio. Quando Cristo disse nel Vangelo che il cielo e la terra avranno una fine ma la sua parola non morirà mai, egli intendeva con la sua parola la sua saggezza. Così la saggezza di Dio è la Sacra Scrittura, che in nessun modo è falsa o senza fondamento. Anche lo Spirito Santo diede agli apostoli l'intelligenza per conoscere tutte le lingue nella domenica di Pentecoste, al fine di insegnare al popolo la legge di Dio per quel mezzo; in questo modo Dio volle che si insegnasse la legge di Dio in diverse lingue. Ma chi oserebbe, nel nome di Dio, revocare l'ordine di Dio e andare contro la sua volontà?

Per questa ragione San Gerolamo lavorò a tradurre la Bibbia da diverse lingue in latino, il quale poteva poi essere tradotto in altre lingue. Così Cristo e i suoi apostoli insegnavano al popolo nella lingua più conosciuta da questi. Perché ora gli uomini non dovrebbero agire allo stesso modo?

E per questa ragione gli autori della nuova legge, che erano apostoli di Gesù Cristo, scrissero i Vangeli nelle diverse lingue che erano più conosciute dal popolo.

Anche l'onorabile regno di Francia ha tradotto la Bibbia e i Vangeli, con altri veritieri passaggi dai dottori, nonostante tutti gli ostacoli, dal latino al francese. Perché gli inglesi non dovrebbero fare altrettanto? Se i lords d'Inghilterra hanno la Bibbia in francese, così non è irragionevole che essi abbiano lo stesso argomento in inglese; in questo modo la legge di Dio sarebbe conosciuta meglio, e più creduta, per la facilità della sua comprensione [oppure, seconda possibile lettura: per l'uniformità nella sua interpretazione].

Per questa ragione i frati hanno insegnato in Inghilterra il Paternoster in inglese, come si recita nella commedia di York e in molti altri paesi. Dal momento che il Paternoster è parte del Vangelo di Matteo, come i chierici ben sanno, perché il Vangelo non potrebbe essere tradotto completamente e fedelmente in inglese, come lo è questa parte? Particolarmente dal momento che tutti i cristiani, colti e non, che saranno salvati, devono necessariamente seguire Cristo e conoscere il suo insegnamento e la sua vita.

Ma il popolo inglese comprende meglio questo insegnamento nella sua madre lingua, cosicché sarebbe tutt'uno ostacolare la conoscenza del Vangelo e impedire agli inglesi di andare in paradiso.

So bene che vi possono essere errori in una traduzione inaccurata, come potrebbero esserci molti errori nella traduzione dall'ebreo al greco, e dal greco al latino, e da una lingua a un'altra.

Ma conducano gli uomini una buona vita, e in molti studino la legge di Dio, e quando un cambiamento di significato viene scoperto, lo correggano come impone il buon senso.

Alcuni affermano che i frati faticano e si impegnano in questa causa, insieme ai loro sostenitori, per tre ragioni, che io non voglio convalidare, ma Dio sa se sono vere. In primo luogo, a loro piacerebbe apparire così indispensabili agli inglesi del nostro regno che unicamente nella loro intelligenza dovrebbe essere riposto il significato della legge di Dio, per esporre poi al popolo la legge di Dio in qualsiasi modo essi desiderino. La seconda causa di ciò dicono sia riposta in questo passaggio: i frati vogliono guidare il popolo insegnandogli la legge di Dio, così da insegnarne una parte e nascondere e mutilarne l'altra. In questo modo gli errori della loro vita dovrebbero essere meno conosciuti al popolo, e la legge di Dio sarebbe conosciuta in modo infedele dal clero e dai laici. La terza causa che si osserva sta in questo, come si dice: tutti questi nuovi ordini religiosi temono che il loro peccato sia conosciuto, e cioè come essi non abbiano un fondamento in Dio per entrare nella Chiesa; così essi hanno paura che la legge di Dio sia conosciuta in inglese. Ma essi potrebbero imporre l'eresia tra gli uomini se l'inglese non affermasse il contrario di ciò che essi dicono.

Che Dio induca i lords e i vescovi a promuovere la conoscenza della sua legge!

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UpUltimo aggiornamento: 02/08/08