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L'Europa orientale nei secoli XIV e XV

di Josef Macek

© 1974-2006 – Josef Macek


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10. Casimiro, re di Polonia, invade la Galizia e occupa un vasto tratto di territorio russo (1366)

(Fonte: Cronica latina di Janko di Czarnow, ed. Monumenta Poloniae Historica, t. II, Lwow, 1872, pp. 620-622, 629-631).


Dopo non molto tempo, alla morte del magnifico principe Casimiro detto Giorgio, padrone di tutto il regno di Russia, e dopoché Troydin, figlio del duca di Masovia, che era succeduto allo zio Casimiro nel potere, fu avvelenato dai Moscoviti, Casimiro, eletto re di Polonia, invase col suo grande esercito il regno di Russia per vendicare la morte del suo parente.

E poiché i principi, i baroni, i conti e gli altri nobili russi non erano in grado di resistergli, si consegnarono spontaneamente, assieme ai propri beni, al re Casimiro, accogliendolo come sovrano e confermando con il giuramento d’omaggio la propria fedeltà.

Dopo questi avvenimenti, il re Casimiro ritornò felicemente nelle proprie terre e si trattenne in Polonia; allora un malvagio barone, di nome Datko, che aveva il suo castello in Przemysl, assieme a un certo Daniele di Ostrow, di nascosto – neppure gli altri nobili russi ne erano al corrente – si rivolse al re dei Tartari, affermando che Casimiro di Polonia aveva invaso e occupato la Russia e aveva impedito che i Ruteni offrissero i consueti tributi ai Tartari.

A questa denunzia, il Khan dei Tartari inviò contro la Russia un grandissimo esercito per invadere e devastare, insieme alla Russia, anche la Polonia.

Quando i Tartari giunsero alla Vistola, re Casimiro bloccò loro il passo con le sue truppe e resistendo valorosamente impedì che attraversassero il fiume, con la perdita di un solo valentissimo soldato, di nome Czeley, che era palatino di Sandomierz, il quale, colpito da una freccia tartara, morì in questo luogo.

I Tartari poi, sulla via del ritorno, tentarono di espugnare il castello di Lublino, che allora era costruito soltanto di legno; ma i difensori si opposero con tutte le loro forze e riuscirono a fermare il nemico.

Dopo di ciò, nell’anno del Signore 1339, morì la regina Anna [1]; nell’anno successivo Boleslao, figlio di Troydin, duca di Masovia, che i Ruteni avevano eletto all’unanimità come loro condottiero e sovrano, fu ucciso con il veleno, mentre tentava di modificare i loro costumi e la loro fede. Il ducato di Russia passò nelle mani di Lubardo, figlio di Gedimino, duca di Lituania; nell’anno 1349 glielo tolse il re Casimiro, che con l’aiuto di un forte esercito lo conquistò con tutte le città e i castelli, lasciando a Lubardo, per sua concessione, soltanto la città di Lužki con il suo contado.

Dopo essere rientrato a Cracovia in trionfo, accolto dal clero e dal popolo con tutti gli onori, Casimiro cadde in un inganno del demonio: infatti fece prendere e affogare di notte nella Vistola un certo Martino, soprannominato Bariczka, vicario della chiesa di Cracovia, che era stato accusato falsamente davanti a lui.

Quello fu il motivo per cui, d’un tratto, tutta la prosperità del re si dileguò, mentre fino a quel momento aveva sempre sbaragliato i suoi nemici.

I duchi di Lituania, infatti, aggredendo più volte il ducato di Russia, devastarono le città di Wlodzimierz e Leopoli, assieme ad altri borghi e villaggi, che incendiarono e ridussero in cenere, e rasero al suolo castelli ben muniti come Wlodzimierz, Belz, Brzešč assieme ad altri minori, e devastando le regioni di Sandomierz, Lutsk, Radom, ne trassero schiava un’innumerevole moltitudine di cristiani.

E tutte le volte in cui i Polacchi e i Lituani si scontrarono in battaglie minori, sempre i Polacchi, per volontà di Dio, ne uscirono sconfitti.

Dopo infinite stragi e devastazioni, il re Casimiro, vedendo che non poteva resistere ai Lituani – i quali non vollero mai venire a una battaglia decisiva, ma come lupi rapaci compivano improvvise scorrerie e poi fuggivano con le loro prede – si accordò coi Lituani, lasciando loro la città e la regione di Wlodzimierz e conservando per sé la regione di Leopoli con tutti i castelli e le città fortificate ed aperte.

Il re, pentito ormai del suo delitto, mandò poi legati alla curia romana per chiederne l’assoluzione, e si sottopose umilmente alla penitenza che gli fu imposta.

Volendo poi essere riconosciuto il più splendido fra tutti i re, e anche mostrare la potenza del regno, allestì un magnifico banchetto nella città di Cracovia, nell’anno del Signore 1363, al quale parteciparono Carlo, imperatore dei Romani e re di Boemia, assieme ai suoi principi, il re d’Ungheria assieme ai suoi principi, il re di Cipro, il re di Danimarca, tutti i principi polacchi e i cavalieri di tutte le terre.

Quanto grande sia stata la letizia, la magnificenza, la gloria e l’abbondanza di questo convito, non si può descrivere; basti dire che a tutti fu dato più di quanto chiedevano.

Questi re e principi, allora, dopo aver promesso e confermato fra loro mutua amicizia, e aver ricevuto dal re di Polonia Casimiro molti preziosi doni, tornarono alle proprie sedi.

Nell’anno 1366, poi, il re Casimiro, dopo aver radunato un potente esercito, entrò in Russia; al suo potere si sottomise il duca Giorgio di Belz, che però – come apparve chiaro in seguito – lo fece fraudolentemente.

Il re, dunque, conquistò la regione di Wlodzimierz, assieme a tutti i castelli di quella terra, togliendola a Lubardo che la possedeva, e l’assegnò al duca Alessandro, figliastro di Olgerd, e a Keystuton, suo fedelissimo seguace, a eccezione del castello di Chem, che assegnò al duca Giorgio.

Il duca Alessandro governò questa regione fino alla morte del re, servendolo sempre con fedeltà.

[1] Anna di Lituania, moglie di re Casimiro.

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UpUltimo aggiornamento: 26/06/06