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L'Europa orientale nei secoli XIV e XV

di Josef Macek

© 1974-2006 – Josef Macek


Documenti

14. Le prestazioni obbligatorie dei contadini nei possedimenti ecclesiastici russi (1391)

(Fonte: Akty feodal’nogo zemlevladenija i chozjajstva XIV-XV vekov, t. I, Moskva, pp. 179-180).

Uno dei più antichi documenti in cui sono elencate le prestazioni dovute dai contadini russi ai feudatari ecclesiastici è la sentenza (redatta in russo) con cui il metropolita Cipriano decise una controversia tra i coloni e il monastero.


Con questo io, Cipriano, metropolita di tutta la Russia, ho consegnato il documento al mio santo monastero di San Costantino [1] e all’abate. Dinanzi a me si inchinavano con la fronte fino a terra i poveri contadini e si lagnavano dell’abate Jefrem dicendo che richiedeva da loro prestazioni diverse da quelle in uso ai vecchi tempi, sotto i precedenti abati, e che pretendeva cose che gli altri abati non richiedevano.

Al che l’abate rispose al metropolita: «Io, signore, richiedo solo quello che è sempre stato comunemente richiesto, come ai tempi degli abati miei predecessori. Del resto è ancora vivo l’abate Carko, che occupava questo posto prima di me; manda qualcuno da lui a Mosca e informati». Il metropolita mandò il suo boiaro Okinf dall’abate Carko. Questi però era allora ammalato. Ciò nonostante gli fu chiesto quali fossero i doveri imposti ai contadini che sottostavano al monastero di San Costantino.

L’abate Carko rispose a Okinf: «Ai tempi in cui io operavo nel monastero di San Costantino era cosi: i contadini abbienti, che avevano un tiro di buoi, dovevano aiutare il monastero durante il raccolto in tutti i villaggi che gli appartenevano, dovevano lavorare alla costruzione delle fortificazioni del monastero, dovevano costruire le chiese, sui campi e sui pascoli dell’abate dovevano arare, seminare, raccogliere e trasportare il grano, falciare il fieno e trasportarlo alla fattoria, in autunno e d’inverno costruire chiuse, recintare con siepi i frutteti, pescare con le reti, aver cura dei fiumi, partecipare alla caccia ai castori e, a Pasqua e il giorno di San Pietro, portare regalie all’abate.

Per quanto riguarda i contadini senza bestiame, questi devono venire a cuocere il pane, a preparare il malto, a fabbricare la birra e, d’inverno, a trebbiare il grano. Se l’abate manda il lino nel villaggio, devono lavorarlo e confezionare le reti per la pesca. Nei giorni festivi la gente dei villaggi deve consegnare una giovenca. I contadini hanno umilmente chiesto di poterla sostituire con tre montoni, ma io ho insistito sulla giovenca, com’era abitudine da tempi remoti. Se poi l’abate arriva nel villaggio, i contadini devono provvedere che ai suoi cavalli sia somministrata l’avena».

Okinf ripeté testualmente al metropolita questo discorso dell’abate Carko. E più tardi, quando fu guarito, venne anche questi e raccontò tutto cosi come Okinf lo aveva riferito al metropolita.

Poi io, Cipriano, metropolita di tutta la Russia, ho chiesto a Vladimir i tributi ai miei boiari e anche la giovenca che mi deve essere consegnata il giorno di festa… e questi mi hanno confermato lo stesso per quanto riguarda i laghi, i fiumi e la caccia ai castori. E io, Cipriano, metropolita di tutta la Russia, ho detto cosi all’abate e ai contadini del monastero: attenetevi tutti a questo mio documento, che l’abate protegga i contadini e voi contadini ubbidite l’abate e fate il lavoro per il monastero. E se a questo abate ne subentrerà un altro, viva anch’egli secondo questo documento. Poi ho dato ordine di riporre questo documento nella chiesa, per l’abate e per i contadini, e nessun abate deve portarlo via. Se lo fa, che la grazia divina e il mio favore non si posino su di lui.

Questo documento è stato emesso a Mosca l’anno 6900 [2] dalla creazione del mondo, il 21 del mese di ottobre, quindicesima indizione.

[1] A circa 20 km da Vladimir.

[2] 1391.

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UpUltimo aggiornamento: 26/06/06