Logo di Reti Medievali 

Didattica

spaceleftMappaCalendarioDidatticaE-BookMemoriaOpen ArchiveRepertorioRivistaspaceright

Didattica > Strumenti > L'Europa orientale nei secoli XIV e XV > Documenti, 17

Strumenti

L'Europa orientale nei secoli XIV e XV

di Josef Macek

© 1974-2006 – Josef Macek


Documenti

17. L'insurrezione di Novgorod (1418)

(Fonte: Novgorodskaja pěrvaja letopis’ staršego i mladšego izvodov, Moskva-Leningrad, 1950, p. 409).

Un brano degli annali di Novgorod (in paleoslavo) condanna l’insurrezione dei borghesi contro la nobiltà nel 1418.


Lo stesso mese di aprile, secondo gli insegnamenti del Diavolo, a Novgorod avvenne questo. Un semplice borghese, Stěpanko, prese il boiaro Daniel Ivanovič, nipote di Božin, e cominciò a gridare alla gente: «Signori, aiutatemi a lottare contro questo ladro!». Udite queste grida, i borghesi trascinarono il boiaro come un ladro in cospetto dell’assemblea popolare, lo picchiarono quasi a morte e in base alla decisione generale lo gettarono dal ponte nel fiume Volchov. Ma un uomo semplice, il figlio di Ličko, volle aiutarlo e prese il boiaro nella barca. La gente si adirò fortemente con questo pescatore e gli demolì la casa. Nel frattempo lo stesso boiaro volle vendicarsi del torto subito, prese Stěpanko e cominciò a interrogarlo con strumenti di tortura. E così, invece di rimarginare la ferita, non provocò che altre ferite.

Quando infatti la gente venne a sapere che Stěpanko era prigioniero, fu convocata un’assemblea di popolo nella casa padronale di Jaroslav. In pochi giorni vi affluì con clamore molta gente che gridava: «Andremo contro questo nobile e gli demoliremo la casa!». Ed effettivamente, riunita sotto una bandiera, la gente si precipitò in via Kuzmodemjanovska e saccheggiò anche le case sulla riva del fiume in via Jan.

Dopo quest’aggressione brigantesca, gli abitanti di queste vie furono presi dalla paura, i boiari rimisero in libertà Stěpanko e si rivolsero all’arcivescovo affinché mandasse a chiedere al popolo insorto la pace. L’arcivescovo esaudì la loro preghiera, mandò Stěpanko con un sacerdote e con un suo boiaro, ma gli insorti li fecero prigionieri. E di nuovo si accesero d’odio contro un altro boiaro, Ivan Jevličov, che abitava in via Čudincova, saccheggiarono la sua casa e così pure molte altre case di boiari e saccheggiarono completamente anche il monastero di San Nicola gridando: «Tutti questi sono granai dei boiari». Il giorno dopo saccheggiarono un’altra quantità di case padronali gridando: «Questi sono i nostri nemici». Arrivarono anche in via Pruska, ma i suoi abitanti respinsero gli insorti.

E da allora il male incominciò a moltiplicarsi. Accorsero infatti nella loro parte della città, nel quartiere dei mercanti, e qui divulgarono che quelli che abitavano nel distretto di Santa Sofia volevano attaccare militarmente queste zone e saccheggiare le nostre case. Le campane si misero a suonare in tutta la città, la gente accorse da tutte le parti per prender parte ai combattimenti e tutti si affrettarono verso il Ponte grande.

Ci fu una battaglia accanita e ci furono morti, uccisi da frecce, da armi, come in guerra. L’intera città incominciò a tremare per questi spaventosi orrori e per la grande rivolta e la paura invase entrambe le parti.

© 2000
Reti Medievali
UpUltimo aggiornamento: 26/06/06