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Didattica > Strumenti > L'Europa orientale nei secoli XIV e XV > Documenti, 20

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L'Europa orientale nei secoli XIV e XV

di Josef Macek

© 1974-2006 – Josef Macek


Documenti

20. Lettera di Aristotele Fioravanti da Mosca al duca di Milano Galeazzo Maria Sforza (1476)

(Fonte: si dà qui una trascrizione ammodernata dell’originale che si trova nell’archivio di Stato di Milano, Autografi, cart. 81, fasc. 35).

L’architetto italiano fa conoscere al duca di Milano alcuni aspetti interessanti della Russia settentrionale.


Al duca di Milano, illustre principe e mio magnifico signore, che io voglio servire, dovunque io sia.

Sono di nuovo nel grande impero e nella città famosa, molto ricca di merci, da dove sono partito per recarmi a 1500 miglia di distanza fino a una località chiamata Ksalauoko che dista 5000 miglia dall’Italia. Sono venuto qui per procurarmi i rari falchi nordici. Ma per arrivare qui con i cavalli ci si mette molto tempo e cosi sono arrivato un po’ tardi e non ho potuto più ottenere i falchi bianchi, tuttavia li avrò fra qualche tempo, bianchi come ermellini, forti e coraggiosi. Intanto, tramite il latore di questa lettera, mio figlio, Ti invio, principe illustrissimo, due buoni falchi di cui uno è ancora giovane; entrambi sono belli e forti e, se muteranno un po’ le penne, diventeranno bianchi.

Se la Tua Altezza ha interesse ad avere dei magnifici zibellini, ermellini e orsi, vivi o ammazzati, posso procurartene in quantità, quanti ne vuoi, giacché qui si cacciano orsi bianchi e lepri bianche e anche ermellini. Quando vado a caccia di selvaggina ne trovo anche di quella che per paura corre verso il mare, si nasconde per 15-20 giorni sott’acqua, vivendo come i pesci. A metà estate per due mesi e mezzo il sole qui non tramonta affatto e quando a mezzanotte si ferma nel punto più basso, è cosi alto come da noi un’ora prima del tramonto. Ho però poco, pochissimo tempo e non posso dirti di più e poi sulle cose che portano il segno della menzogna è meglio tacere fermamente, chiudere la bocca, per evitare di coprirsi involontariamente di vergogna.

Sono sempre vigile e pronto a portare a termine un compito degno della Tua gloria e Ti riverisco rispettosamente.

Dato in Mosca il 22 febbraio 1476.

il Tuo servitore Aristotele,

architetto di Bologna.

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UpUltimo aggiornamento: 26/06/06