Logo di Reti Medievali 

Didattica

spaceleftMappaCalendarioDidatticaE-BookMemoriaOpen ArchiveRepertorioRivistaspaceright

Didattica > Strumenti > L'Europa orientale nei secoli XIV e XV > Documenti, 21

Strumenti

L'Europa orientale nei secoli XIV e XV

di Josef Macek

© 1974-2006 – Josef Macek


Documenti

21. La situazione della Polonia e dell’Europa orientale nel 1489

(Fonte: Codex epistolaris saeculi decimi quinti, ed. A. Sokolowski e J. Szuiski, Krakow, 1876, pp. 293-295).

In una lettera latina il re di Polonia Casimiro descrive a papa Innocenzo VIII la grave situazione del suo regno e chiede aiuto.


Beatissimo padre, nobilissimo signore!

Sono colpito da profondo dolore per l’ingiustizia che Vostra Santità dimostra verso di me e verso il mio regno e cercherò di descrivere ciò in breve a Vostra Santità.

Più volte ho reso grazie a Vostra Santità per aver dato con le sue lettere e anche a voce, tramite i suoi ambasciatori che sono tornati da Roma, buone speranze a mio figlio, il signore Federico, per quanto riguarda il vescovato a Varmia. Questo l’hanno saputo anche i più grandi signori; l’Imperatore romano e il re di Boemia, miei parenti, hanno lodato questa Sua intenzione e hanno raccomandato a Vostra Santità quella controversia, facendo presente che ciò gioverebbe molto alla comunità cristiana, che sarebbe conveniente e conforme al mio diritto. Del resto il mio ambasciatore, che si trova a Roma, ha informato Vostra Santità di tutto ciò. Nulla di tutto questo si è però realizzato a mio vantaggio. Vostra Santità si è lasciata infatti smuovere dalle parole di persuasione dei miei nemici e, nella situazione in cui si trova ora il cristianesimo, ha riconosciuto giusto danneggiare il mio regno e provocare una sanguinosa guerra. Se tutto ciò è giusto, lo dimostrerà l’ulteriore sviluppo degli eventi.

Nel frattempo sono venuto anche a sapere che Vostra Santità ha affidato alla protezione del re d’Ungheria il duca di Moldavia, vassallo mio e del mio regno, allontanandolo così dalla mia giurisdizione e questo a danno mio e del mio regno e in modo da provocare contrasti con il re d’Ungheria. Così invece della pace si crea un’esca dalla quale potrebbe divampare una guerra sanguinosa – e questo nel momento in cui tre imperatori dei Tartari si sono accampati con i loro immensi eserciti ai confini del mio regno e nel territorio della Moldavia e hanno già in parte devastato il regno. Contro questi eserciti ho mandato con una spedizione militare il mio illustre figlio, il signore Alberto, e ho invitato il duca di Moldavia ad adempiere ai suoi doveri di vassallo verso di me e verso il mio regno e ad andare in aiuto di mio figlio. Ma come posso sperare in ciò quando Vostra Santità lo ha dato e lo ha raccomandato a un altro!

Inoltre qui si sono sparse voci su come si comportano gli ambasciatori del duca di Mosca che stanno trattando presso Vostra Santità il conferimento della corona reale, come vogliono che ciò si divulghi dappertutto e nelle taverne si fanno chiamare «ambasciatori del re di Russia». Se è vero che Vostra Santità ha donato a quel duca la dignità reale o se gliel’ha promessa, non vedo il motivo perché dovrei lodare questo e, se mi è permesso di esprimermi, allora dirò ciò che finora ho taciuto: che la Sede Apostolica non poteva commettere maggiore errore per la religione cattolica. So benissimo, infatti, e anche gli altri principi da queste parti l’hanno compreso, che in tale maniera si crea il pericolo di disordini e guerre tra i principi, mentre si dovrebbe piuttosto sperare in una difesa della comunità cristiana.

Vostra Santità mi scrive intanto di ciò che riguarda la difesa dei cristiani dai Turchi e di ciò che riguarda il bene e la pace dei cristiani e mi invita a mandare a Roma i miei ambasciatori a consultarsi con gli ambasciatori di altri re e principi. Beatissimo padre, eppure di solito ciascuno si consiglia e si occupa anzitutto delle proprie cose, prima di dedicarsi a qualcos’altro. Siccome il mio regno è stato così danneggiato e sconvolto da Vostra Santità, conviene che mi consigli anzitutto sulla sua situazione burrascosa. Perciò ho ordinato che il giorno della festa di San Pietro in Vincoli si riunisca l’assemblea generale di tutti i duchi, consiglieri e nobili del mio regno e in quest’assemblea i partecipanti cercheranno di conoscere che cosa sta succedendo, perché Vostra Santità ha alienato la sua benevolenza da me e dal mio regno e quali sono i motivi per cui, come ho già descritto, Vostra Santità preferisce coinvolgere me e il mio regno in guerre. Ho deciso che da questa assemblea verranno inviati a Vostra Santità illustri ambasciatori che spiegheranno più ampiamente i particolari e tratteranno con Vostra Santità.

La prego perciò di voler essere più benigna con me e con il mio regno affinché i miei ambasciatori, che verranno inviati da Vostra Santità, possano riconoscere in lei sentimenti più benevoli prima che inizino a trattare di ciò che bisognerebbe fare per il bene del mondo cristiano e da dove incominciare.

E in particolare di rivolgere benevolmente i propri sentimenti a favore di mio figlio e della sua conferma a vescovo a Varmia, in quanto in questa questione per certi legittimi motivi non si possono tollerare rinvii. Non è infatti l’interesse di mio figlio che mi induce a impadronirmi della carica ecclesiastica, ma la preoccupazione di assicurare la pace ai paesi che domino nel momento in cui sto conducendo la guerra contro i pagani.

Auguro intanto a Vostra Santità di star bene.

Da Cracovia il ventiseiesimo giorno del mese di luglio dell’Anno del Signore millequattrocentoottantadue.

Il figlio devoto di Vostra Santità

Casimiro, re di Polonia.

© 2000
Reti Medievali
UpUltimo aggiornamento: 26/06/06